Otranto e Castro in un giorno, il Salento più chic.

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L’estate si avvicina e miliardi di italiani si stanno già preparando per riempire il bagagliaio della macchina e sottoporsi a file chilometriche pur di andare in Salento. Il mare è pulito, i prezzi “sono” bassi ( lo erano 10 anni fa, ora non più, ma nell’immaginario collettivo e per il milanese medio sono rimasti tali), si mangia bene e ci sono divertimenti per tutti i gusti sia per chi si accontenta delle tradizioni folcloristiche,  quale è la “taranta”, sia per chi vuole andare in discoteca tutte le sere.

 

 

Ciò nonostante sbaglia chi considera il Salento una microregione del tutto uniforme.

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Invero, se l’area occidentale – che ha in Gallipoli il suo epicentro – è abitata perlopiù da bipedi che escono a mezzanotte con gli occhiali da sole, ballano fino all’alba e poi vanno a dormire fino al pomeriggio inoltrato ammassati in uno spazio “poco” vitale; di contro il pizzo orientale va invece goduto al tramonto, prima che inizi lo struscio serale e quando i ristoranti stanno affilando i coltelli in attesa che inizi la battaglia per accaparrarsi i clienti.

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Ai piedi della Rocca

Di questo pizzo orientale,  Otranto è sicuramente il luogo più affascinante, più cool, più caratteristico. I vicoli che bordeggiano la sua cattedrale sono un po’ come quelli di Positano e vanno percorsi in discesa con la massima disinvoltura, sopratutto se è estate e ai piedi si indossano un paio di zoccoli pronti a rompersi nel momento meno opportuno.

Al tramonto – accennavo in precedenza – è doveroso partire dal lungomare e arrampicarsi sul castello, ovvero sul pizzo del pizzo , allorquando il baretto all’aperto inizia a pompare musica jazz e a propinare  i suoi drinks. E’ l’ora in cui il sole si nasconde nel mare e tutto si illumina. A godersi lo spettacolo ci sono centinaia di bagnanti pronti a disperdersi per i vicoli adiacenti.

 

Otranto non è Gallipoli. E’ viva senza essere tamarra e casinista, turistica senza essere troppo affollata, bella ma anche sofisticata. La Cattedrale di Santa Maria Annunziata risale addirittura all’anno 1000 d.c.  e conserva  tuttora  i resti  di 800 persone massacrate dai Turchi nel 1480. La sua unicità è tutta nel  mosaico pavimentale,  noto come l’Albero della Vita,  che raffigura alcuni passi dell’Antico Testamento e della storia locale.

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Eppure, benché Otranto mi faccia “ascì pazz”, devo ammettere che alle sue spiaggette concave, preferisco il mare cristallino di Castro, un borgo di 2000 persone che dista 20 km circa  da Otranto. Non so se è impressione comune, ma a me sembra che quei i massi abbiano il potere di cambiare le tonalità di azzurro del mare e di graduarne l’intensità. Sembra quasi che siano stati  messi lì da qualche pittore con la passione per le scenografie perfette. Il borgo  poi  se ne sta lì, alle spalle del mare, ad osservare silenziosamente il rumore degli schizzi prodotti dai nuotatori più indisciplinati.
E’ una meraviglia, anzi una pennellata d’arte.

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20 commenti

  1. Che dire. Io sono appena tornato dal Salento, precisamente da Torre dell’Orso, dove ho vissuto un’esperienza meravigliosa. Il Corte del Salento, è stato davvero una bella scoperta e poi sopratutto, mi sono innamorato dei pasticciotti e dei rustici leccesi. Vi consiglio una passeggiata di sera nel centro storico di Otranto, magia d’altri tempi.

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  2. Direi che il miglior artista ha dato queste pennellate… inimitabile…
    Grazie per il giro turistico😍
    Io mi fermo prima, sul Gargano, ormai da tantissimi anni, ma ho sempre avuto il desiderio di avventurarmi più giù ☺️prima o poi… Per ora grazie infinite 😘

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  3. P.s. Se ti piace il mare tipo Maldive, prova a visitare San Pietro in Bevagna. Sembra davvero di essere lì. Però spostati a 2 km dal centro, andando verso Campo Marino.
    Ciao 🙂

    E’ davvero così, io ci sono stata 🙂

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