Albania, diario di viaggio

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Io con la maglietta borbonica

Giorno 1

Da Brindisi a Dhermi

Il traghetto al porto di Brindisi, ahimè,  arriva in ritardo facendo scattare la mezzanotte del mio compleanno mentre sono ancora in fila in macchina. Per il resto, dopo esserci imbarcati, il tragitto trascorre velocemente mentre ci riposiamo nelle cuccette.
Valona è una città estremamente brutta in cui non vale la pena soffermarsi. L’Albania, in ogni caso, appare meno degradata di quanto pensassi. La strada costiera è abbastanza sicura e permette, sebbene a velocità contenute, di raggiungere agevolmente il parco nazionale di Llogara (dove arriviamo a circa 1300metri di altitudine) in cui molti ambulanti vendono miele ai lati della strada.
Qui ci fermiamo davanti ad un bel bar in cui mio padre battezza il viaggio chiedendo ad un cameriere come è stato fatto il solaio( a dire il.vero lo aveva già battezzato sulla nave, ma è meglio tacere al riguardo).
Dhermi è un paesino troppo turistico per i miei gusti, ma in cui comunque si sta bene.
Lo hotel permette di godere di un bellissimo panorama ai bordi di una piscina.

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Alberto ha la idea di andare nel bar autentico del paese, una sorta di casa al lato di una strada in cui il proprietario dorme stravaccato sul divano e conserva le birre in un normalissimo frigorifero. L’esperienza non è piacevole: gli altri avventori ci guardano di traverso.

Giorno due. Da Dhermi a Borsh

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A Himare accade ciò che non doveva accadere: nell’aprire il portafogli mi accorgo che ho perso patente, carta di credito e tutti i.brevetti per le immersioni.  Rabbia e amarezza. Solo un bagno nella bella baia di porto Palermo mi permette di risollevare l’umore. In serata andiamo a Borsh in un bel ristorante con le cascate, poi sul lungomare di Qeparo in cui vedo.dei maiali mangiare nella spazzatura.
Che schifo.

Giorno 3. Saranda e l’Occhio Blue

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Una nuotata nell’occhio blue

Saranda mi piace ancora prima di arrivarci. Non è bella, ma piena di fascino e vita. Il suo lungomare è un coacervo di culture orientali.
La gente qui appare molto più simpatica rispetto a quella delle altre località in cui sono stato. In particolare Oreste, il proprietario dell’albergo in cui stiamo prenotando è di una disponibilità quasi imbarazzante e arriva ad accompagnarci persino al supermercato.  Ci facciamo un bagno, dopodiché ripartiamo alla volta dell’Occhio blue, un posto fantastico in cui è possibile tuffarsi nell’acqua dolce ad una temperatura di 8/12gradi. Qui i colori degradano dal verde chiaro all’azzurro più intenso. Non avevo mai vissuto una esperienza simile.

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Spiaggia di Ksamil

Ksamil e Butrinto

Ksamil, per quanto risulti iperaffollata, è una località paradisiaca. Mare cristallino, sole asciutto, panorama mozzafiato. Peccato solo che sia piena dei soliti italiani tamarri che il Belpaese esporta all’estero. Tra i bagnanti c’è anche una donna in burkini che nuota con una sorta di tunica integrale facendo strane bracciate. Per il resto io, che non sono un grande nuotatore, mi diverto a raggiungere le isole prima a nuoto, poi con la canoa. L’isolotto maggiore è costituito da una lingua di sabbia che unisce due scogli altrimenti separati. Mi colpisce moltissimo, tra l’altro, che il mare sia calmissimo, sembra quasi di stare in una piscina.

 

Buttinto, tuttavia, non è da meno. Anzi a dirla tutta è la sorpresa del viaggio: è un sito archeologico bellissimo. A colpirmi non è tanto il bel teatro romano, né la stupenda basilica paleocristiana e tantomeno il panorama che si.vede dal castello veneziano, ma la porta ciclopica sotto cui si passa e che rende la idea della magnificenza della antica Butrinto.

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