Carnevale low cost a Venezia.

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Le gondole ormeggiate dopo una giornata di lavoro

Appena si mette il naso fuori dalla stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia, l’impatto è  devastante: un canale, un ponte e tanti colori.

Wow!

“Ah, Venezia. Adoro Venezia”.

Viene  quasi subito in mente Indiana Jones nel film “L’ultima crociata” se si guardano le imbarcazioni che sfrecciano a tutta velocità nei canali e che quasi per miracolo si sfiorano continuamente senza scontrarsi. Venezia, del resto, è un miracolo continuo, un mondo fantastico in cui tutto è straordinario e persino vedere come i netturbini ritirano la spazzatura “porta a porta” dai natanti diventa una esperienza.

La mia ultima gita a Venezia è iniziata così, osservando i canali senza mai navigarli.

Ovverosia senza traghetti e senza gondole, ma esclusivamente a piedi ( senza soste fino a San Marco è una passeggiata di 40/50 minuti circa, di fatto ci vogliono almeno 2 ore).

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Le mani di Lorenzo Quinn

Ho conosciuto così “la Venezia dei veneziani”, una Venezia alternativa,  meno fotografata ( ma nemmeno poi tanto!), ma altrettanto spettacolare e affascinate di quella che siamo abituati a vedere.

Certo, avrei voluto  anche ritornare  sulle isole di Burano e Murano, visitare all’interno San Marco, il palazzo dei Dogi e le Gallerie dell’Accademia e esplorare la Giudecca e il lido, ma chi ha detto che a Venezia si deve rifare sempre tutto?

Per “arricrearsi”, cioè per passare una grande giornata, a volte basta una semplice passeggiata.

E a carnevale, quando cioè la città è presa ancora più d’assalto rispetto al solito, è doveroso far quel che si può godendo della giornata senza troppi programmi.

Dicevo, appena ho messo il naso fuori dalla stazione ferroviaria, il mio cuore ha iniziato a ridere per la felicità.  Improvvisamente sono diventato swing e le mie coronarie hanno iniziato a schioccare le dita al ritmo degli occhi che contemplavano la bellezza che mi circondava.

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Torrefazione Cannaregio

Ci siamo quindi diretti verso “il ponte delle Guglie” a Cannaregio. 

Qui, circondati da negozietti che vendevano maschere e vetri di murano ad un ottimo prezzo rispetto a quelli di piazza San Marco, siamo entrati nella “torrefazione Cannaregio” per provare quello che doveva essere il miglior caffè di Venezia.

 

In realtà il citato caffè era una vera ciofeca, ma  il bar merita comunque la sosta: il buon odore proveniente dai sacchi contenente i chicchi di caffè ancora da tostare  e il fatto che sia frequentato soprattutto da veneziani rendono comunque questo baretto molto interessante.

Dopodiché ci siamo addentrati nel ghetto “ebraico” scoprendo scorci inediti di una Venezia antistress in cui i turisti si sono improvvisamente diradati fin quasi a scomparire per ridare il ruolo di protagonisti a noi stessi.  Eppure questo è il “quartiere” ideale per mangiare bene e a buon mercato a Venezia. Ci sono, infatti, due/tre bacari davvero niente male ed un’osteria suggestiva che ti consente di pranzare proprio accanto ad un canale.

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Panni stesi

Andiamo con ordine.

Cosa sono i bacari? I bacari  sono l’equivalente dei tapas bar in cui si servono i pinchos, ovvero degli sfizietti vari che qui si chiamano “cicheti”, il cui prezzo varia tra 1 e 3 euro,  da accompagnare con un’ombra, cioè con un calice di vino o uno spritz. In rete troverete tantissimi articoli sui bacari migliori di Venezia, ma a parer mio a Cannaregio e, più specificatamente, nel ghetto ebraico ne troverete di ottimi. Ne indico 3  praticamente tutti sulla stessa via:  Osteria Bea vita, la Birreria Zanon e il paradiso perduto.

Con massimo 10/15 euro vi apparate e vi sfiziate pure.

Prima di entrare, sbirciate  cosa hanno preparato sul bancone. Di solito ci sono fritti, polpette,  mozzarelle in carrozza, baccalà, gamberetti o formaggi vari.

Insomma, chi ha detto che Venezia è cara non sa viaggiare!

Ciò premesso, abbandoniamo il ghetto ebraico per dirigerci verso il Casinò e campo Santa Fosca. A proposito a Venezia le vie si chiamano calli, mentre le piazze si chiamano campi. Di piazza ne esiste solo una ed è San Marco. Per il resto, mentre passeggio, osservo gli innumerevoli ponticelli praticamente privati che conducono ad una singola e distinta abitazione. Che spettacolo!

 

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Vista dal ponte di Rialto

Il ponte di Rialto, il più antico e famoso che attraversa il Canal Grande, fa poi da scenario alla più classica delle foto. Ciò nonostante non lo attraversiamo. E’ infatti al ponte dell’Accademia che decidiamo di andare oltre il Canal Grande e dirigerci verso il sestiere di Dorsoduro.

 

Questo è il quartiere più alternativo di Venezia, in cui mercatini rionali che vendono maschere si alternano a ragazzi che propongono di dipingerti il volto per il carnevale e Chiese e palazzi monumentali fanno da scenario a spettacoli improvvisati.

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piazza San Marco a carnevale

E’ poi la volta di piazza San Marco con l’omonima Basilica, il palazzo ducale, la biblioteca marciana, il ponte dei sospiri con le prigioni, la riva degli schiavoni, Santa Maria della Salute fino alla biennale e al Castello. Venezia è incredibile, non c’è angolo che non meriti uno sguardo, eppure non capisco perché ci siano calli in cui si ha difficoltà a passare in mezzo alla folla a fianco a calli  calli assolutamente desertiche. Paradossale!

E il carnevale? 

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Tipica maschera veneziana

Ah già, quasi non ho parlato del carnevale.

Il carnevale di Venezia si svolge essenzialmente a piazza San Marco, dove si concentrano figuranti e personaggi vestiti da signori veneziani del ‘700. Ci sono anche parecchi russi che si “sfiziano” spendendo 2/3000 euro per un abito e  per poi sedersi ad un tavolino di un bar a bere. Sinceramente non ho trovato un clima festosissimo, ma per crearlo basta davvero poco.

Statemi a sentire, compratevi una maschera e fatevi il vostro carnevale privato!

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