Guida alla Galizia – Itinerario di 7 giorni

La tierra de la brujas

Se avete intenzione di programmare un week o una settimana in Galizia, lasciatemi che mi congratuli con voi per la scelta da veri intenditori. Questa regione all’estremo nordovest della Spagna è, infatti, la tierra de la brujas per eccellenza, ovverosia la terra delle streghe in cui la magia e le antiche le tradizioni celtiche si sovrappongono al grande  sentimento religioso e le valli più selvagge circondano le Cattedrali della cristianità e si tuffano nel mare cristallino.

Si mangia bene in Galizia – sia carne che pesce  – e la sua cucina  è molto rinomata  in tutta la Spagna. Vi dirò di più: ci sono anche dei crostacei – los percebes – che praticamente si trovano solo qui.

E’ una terra ancora autentica che si rivela con discrezione  al visitatore in cui si parla una lingua – il galiziano – che è completamente differente dal castigliano e, con il basco e il catalano, rientra tra le quattro ufficiali riconosciute dall’ordinamento spagnolo.

In questa regione, e precisamente a Ferrol, benché sia nato “El caudillo” Francisco Franco, oggi  si respira un forte sentimento identitario e a volte anche separatista rispetto alla Spagna.

Inoltre, se percorrerete, anche solo per pochi chilometri, uno dei 6 cammini  principali che portano a Santiago, avvertirete la presenza di spiriti che vi  sorreggeranno nei momenti di difficoltà e vi spingeranno fino alla meta.

E già, difficile scrivere di Galizia senza citare il famoso pellegrinaggio che termina proprio davanti alla tomba dell’Apostolo Giacomo ( in spagnolo Santiago).  Da centinaia di anni, sebbene con crescenti comodità,  sempre più pellegrini percorrono l’antico cammino portando una conchiglia che li identifica.
Per me è stata l’esperienza più intensa della vita.  Tanto è vero che poi ho desiderato rifarlo altre tre volte ( sebbene facendo percorsi diversi). Qui, tra l’altro, ho conosciuto degli amici stupendi che mi hanno accompagnato anche in paeselli e realtà praticamente sconosciute al turismo e mi hanno introdotto in situazioni che difficilmente uno straniero ha la possibilità di vivere. E’, quindi, facile intuire che il mio sarà un racconto partigiano e molto sentito in cui farò fatica a dirvi cos’è più interessante da un punto di vista meramente turistico, perché è chiaro che esistono del luoghi – Santiago, Padrón, Finisterre e Muxia  – che per me assumo un significato che va ben oltre la bellezza materiale e evocano sensazioni personalissime che mi emozionano.

Comunque, venendo a noi, per raggiungere la Galizia in aereo ci sono essenzialmente tre opzioni:  1. arrivare direttamente a Santiago de Compostela; 2. Ad  A Coruña; 3 Nella vicina Oporto ( che, come è noto è in Portogallo).  Potreste pure arrivarvi dalla Castilla y leon attraversando la valle del Bierzo, dalle Asturie o sempre dal Portogallo.

E’ chiaro, quindi, che l’itinerario dovrà essere delineato a seconda del punto in cui si entra tenendo presente che in Galizia – a differenza del resto della Spagna – il trasporto pubblico non è efficientissimo e, siccome qui si possono visitare valli e realtà paesaggistiche molto particolari, è meglio disporre di una macchina.

Quando andarci?  Essenzialmente in primavera inoltrata o d’estate.  In inverno fa freddo, c’è poca luce e – particolare di non poco conto – piove sempre. Il clima ha reso apparentemente burberi i galiziani, ma vi assicuro che – dietro la scorza dura – si nascondono delle persone genuine disposte a farsi in quattro per non farvi sentire ospiti.

 

Cosa c’è di bello in Galizia?  Davvero tante cose.  Ci sono le città, che sono tutte belle e molto vivaci , l’oceano che si infrange contro scogliere a picco e si ferma solo davanti a spiagge immacolate, un piccolo arcipelago di isole “caraibiche”, delle valli incantate, un canyon spettacolare e tantissimi paesini uno più bello dell’altro.

Supponendo che disponiate di una settimana di tempo, che non vi interessi incrociare il cammino o percorrerlo in futuro e, come più probabile, arriviate a Santiago in aereo, l’itinerario che vi propongo è il seguente ( attenzione alla sorpresa finale):

 

Giorno 1 –  Santiago de Compostela

  • Cosa vedere a Santiago de Compostela

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Ok, siete arrivate a Santiago. Qual è il primo posto in cui andate? Naturalmente alla Cattedrale. Per arrivarci basta seguire le frecce gialle che vedrete ovunque. Arrivate in piazza Cervantes, scendete fino al Seminario Maggiore   ed emozionatevi osservando negli occhi i pellegrini che arrivano alla meta e si siedono estasiati  davanti alla Cattedrale in piazza Obradoiro. Qui  noterete anche l’antico Hostal dos Reis Católicos e  il neoclassico palazzo di Raxoi che attualmente ospita uffici della Xunta della Galizia e del comune. Il nome della piazza deriva dalla parola “obradoiros” ( ovvero operai), perché in questa stessa piazza erano situati i laboratori degli artigiani e degli operai  che lavoravano alla costruzione della  Cattedrale. Attualmente quest’ultima è piena di impalcature perché è sottoposta ad una storica opera di “sbiancamento”. I lavori, purtroppo infiniti, sono iniziati nel 2012 e non si sa quando finiranno ( we, a proposito, non mi assillate con “quel secchiello volante”, come lo chiama padre Fabio Pallotta, meglio noto come  botafumeiro. Non è altro che un incensiere gigante che in origine veniva utilizzato per coprire la puzza dei pellegrini che giungevano a Santiago! Oggi viene attivato solo in determinate occasioni – prima fra tutte il 25 luglio, giorno di San Giacomo – nonché a pagamento. Vederlo è una esperienza, ma a Santiago ce ne sono ben altre. Dopo aver visitato la Cattedrale, andate in piazza das Praterias e ammirate la fuente de los caballos ( fontana dei cavalli), da Quintana e de Fonseca, percorrete via do Franco – a proposito, qui le vie si chiamano ruas come in Portogallo! – e ammirate i chiostri, gli edifici medievali, le mura, i porticati e l’impianto immutato nei secoli di questa città. Andate a visitare anche la Chiesa di San Francesco di Assisi e San Martín Pinario  e spingetevi a piedi fino al parco da Alameda ( in pochi lo fanno, ma vi assicuro che è una bella esperienza). La sera uscite e, magari dopo cena,  andate nella bettola che più vi ispira. Qui, se siete fortunati, potrete ascoltare suonare degli universitari vestiti con abiti medioevali Sono i cosiddetti “los tunos”, ovvero gli studenti goliardici che storicamente facevano baccano cantano a notte inoltrata. Anticamente venivano chiamati anche sopistas, poiché chiedevano soldi per comprarsi una  zuppa ( “sopa”), e sostanzialmente cantavano le tradizioni medievali. Ancora oggi questi costumi sono mantenuti da  studenti  che continuano a tramandarsi  canzoni popolari.

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Il faro di Finisterre

 

Giorno 2 – Da Finisterre a La Coruña

  • La costa da morte

Oggi si parte alla volta della costa da morte, così chiamata a causa delle  condizioni difficili del mare e dalla conformazione della costa, formata da numerose scogliere rocciose a picco sull’oceano.  E, invero, qui non è manco difficile scorgere delle croci erette in prossimità del mare come preghiera per i dispersi in mare. Ciò fermo restando, non abbiate paura. Se le condizioni meteo lo consentono, in estate i più temerari possono anche fare il bagno a mare ( io l’ho fatto).

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Andate a Noia, fermatevi alla spiaggia de las gafas ( ovvero degli occhiali), proseguite per Muros scoprendo las rias, ovvero le insenature tipiche della galizia dove il mare penetra nella terraferma e spingetevi fino a capo di Finisterre, il punto  più occidentale della Spagna ( non d’Europa perché in Portogallo c’è cabo da Roca). Poi andate a Muxia  e osservate la violenza dell’oceano davanti al Santuario della Virxe da Barca. Questa Chiesa, tra l’altro, sorge di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, centrato sulla Pedra de Abalar (“la pietra oscillante”) che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio.

  •  Cosa vedere a La Coruña

Successivamente potete agevolmente raggiungere il capoluogo della Galizia, ovvero A Coruña. E’ una città abbastanza grande e molto scenografica in cui vedrete il mare su due lati del lungomare e, infine, addirittura tre. Con Franco è stato un porto militare strategico della Spagna, ma vi assicuro che è una gran bella città nonostante non sia molto turistica. Qui si respira l’oceano a pieni polmoni e i palazzi del centro storico spesso sono colorati.  In Plaza Maria Pita si affaccia il bel palazzo comunale e ha il suo cuore il centro storico. Edifici barocchi e Chiese romaniche fanno poi da scenario a una passeggiata lungo il paseo maritimo che si conclude davanti alla torre di Ercole, il più antico faro romano ancora esistente. E’ stato costruito nel primo secolo dopo cristo, ma ci si può salire ancora. Incredibile!

Giorno 3 – Da Ribadeo a Lugo

  • Ribadeo e la playa de las catedrales

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Rimaniamo un altro po’ lungo la costa e facciamoci un giretto a Ferrol, dove – come ho già ricordato – è nato Francisco Franco, anche se ormai nulla lo ricorda. Qui potete fare una bella passeggiata sul lungomare. Poi tirate dritto fino a Ribadeo, dove – tra le altre cose – potrete ammirare la playa de las catedrales ( la spiaggia delle Cattedrali), una fantastica spiaggia caratterizzata da  spettacolari forme rocciose scavate dall’oceano che ricordano architetture gotiche.

  • Cosa vedere a Lugo

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Tornate verso l’interno e andate a visitare un’altra bella provincia della Galizia, stavolta di origine romana: Lugo. Qui potrete passeggiare sulla cinta di meravigliose mura romane, visitare la Catedrale, la Virgen de los ojos  (la madonna dai grandi occhi), un’incantevole scultura medievale in pietra policroma, il comune ed un’altra serie di bei palazzi e Chiese che impreziosiscono il centro storico. Lungo, soprattutto d’estate, è sempre molto animata da locande e baretti. Come, del resto, ogni provincia della Galizia.

Giorno 4 – Dal cammino a Ourense

  • Portomarin

La storia della Galizia è per forza di cose legata al cammino di Santiago, per cui è quasi ovvio che molti dei paesini più belli siano attraversati dallo stesso.  Da Lugo suggerisco di fare il percorso a ritroso (ovviamente in macchina): andate prima a Portomarin attraversando il ponte medioevale che domina il fiume  Miño e visitate la Chiesa di San Nicolas che, negli anni ’60, fu materialmente smontata pezzo per pezzo e spostata sul vicino monte con tutto il resto del paese.  Per non sbagliare,  ogni pietra fu numerata, ma fu del tutto inutile e  i lastroni furono posizionati in maniera del tutto casuale. Per questo motivo, ancora oggi ,è possibile scovare delle pietre con sequenze di numeri del tutto strampalate.  Lungo il percorso  noterete numerose strutture  in pietra o in legno a forma di capanna  poggiate su dei pilastri di pietra per evitare l’entrata di umidità e di animali, specialmente topi o altri roditori. Sono dei granai  chiamati hórreos e sono tipici della Spagna del nord.  

  • Samos

Successivamente merita una visita l’antico monastero di Samos.

  • O Cebreiro

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Il monastero è sulla strada per al Cebreiro, montagna di 1300 metri che in inverno è innevato e d’estate offre una natura rigogliosa.  Alla sua sommità, tra l’altro, vi è anche  la Chiesa di Santa Maria la Real, famosa perché lì sarebbe avvenuto nell’anno 1300 il Miracolo eucaristico di O Cebreiro.  Nel secoli passati – ma anche tuttora – l’ascesa al Monte Cebreiro era considerata così impegnativa che dal 1455 papa Callisto III concesse  ai pellegrini che non fossero nelle condizioni di arrivare a Santiago de Compostela di beneficiare comunque dell’indulgenza  passando per la “Porta del Perdono della Chiesa di Santiago a Villafranca.  Il Cebreiro segna altresì il confine tra Galizia e Castilla Leon. In proposito vi consiglio di “sconfinare” e di dare una sbirciata alla bella Villafranca del Bierzo e alla valle del Bierzo, famosa per la produzioni di ottimi saluti ( non nascondo che, l’ultima volta in cui sono stato a Madrid, sono stato fermato all’aeroporto perché nello zaino trasportavo degli oggetti non identificati dal metal detector: erano i salumi del Bierzo!).  Non vi suggerisco di deviare di più, altrimenti dovreste fare un altro viaggio, ma comunque anche la Castilla offre rare bellezze come Ponferrada, Molinaseca, Astorga, Salamanca,  Zamora, Leon, Avila e Segovia. Della Castilla y Leon ho scritto brevemente qui ed è qui che vi rimano.

  • Ourense
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Plaza Mayor – Ourense

Cambiamo provincia e andiamo nella città meno conosciuta della Galizia ( ma solo perché non è attraversata da uno dei cammini principali): Ourense. E’ una cittadina davvero vivace per la sua movida impressionante e famosa, fin dall’epoca romana, per le sue acque termali. Il centro storico è caratterizzato da una originalissima plaza Mayor inclinata e tantissime Chiese una più bella dell’altra. . Il Pórtico del Paraíso (portico del Paradiso) della  stupenda e enorme Cattedrale conserva, tra l’altro, ancora la sua policromia originaria del XIII secolo. Nella   cappella di San Cosme e San Damián è poi possibile ammirare un bel  presepe.

Giorno 5 – Le terme  all’aperto di Ourense e il  Canyon del Río Sil

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  • A Chavasqueira e le sue terme

Orense è la città dell’acqua per eccellenza.   Il fiume Miño qui è attraversato da otto ponti e le sue sponde sono indispensabili per godere delle sue acque termaliCe ne sono in tutta la città e molte sono gratuite  A Chavasqueira ci sono le più belle e, se sarete fortunati con le temperature, potrete godervi un bagno zen: le acque sgorgano a 65 ºC anche in pieno centro, dalla fontana di As Burgas!

  • Il canyon del fiume Sil.

Ciò premesso, dopo aver trascorso qualche ora alle terme, preparatevi a conoscere la Galicia into the wild sul serio: il Cañón del Sil. trattasi di una gola scavata dal fiume Sil quasi quando quest’ultimo si immette nel fiume  Miño e in cui paesaggi rudi e selvaggi si intervallano a terrazze in cui si produce il vino della ribeira sacra. Il fiume è navigabile anche in catamarano, ma è apprezzabile anche dall’alto grazie alle sue terrazze.  La più celebre tra queste è sicuramente l’affaccio denominato “los Balcones de Madrid”, però io non sottovaluterei nemmeno  el mirador de Moura,  los Penedos o Castro, Pe do home, A Columna y Cabezoás e el Mirador de Castro. Per fare questo percorso è indispensabile avere una macchina bella tosta che non teme lo sterrato.

Giorno 6 –  L’estuario del fiume  Miño  e  confini con il Portogallo

  • Tui e Valença do Minho

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Seguite il  Miño e non vi sbagliate. Il fiume segna anche il confine tra Spagna e Portogallo ed è caratterizzato da un concentrato di rara bellezza paesaggistica. In particolare merita una sosta Tui, cittadina medioevale, che si connota per  l’antica Cattedrale di Santa Maria  e un centro storico di straordinario interesse. Vale la pena “sconfinare” in Portogallo  attraversando il ponte in ferro costruito da Gustave Eiffel e vistare l’ancora più stupenda  Valença do Minho, dove il suo imponente Castillo de Valença si connota per un perimetro murario di 5 km. Attraversarlo a piedi è un’esperienza fantastica. Molto bello è poi anche il centro storico che si sviluppa attorno alla Chiesa di Santa Maria e los Angeles.

  •  Braga  e Guimares

Se avete un giorno in più a disposizione oppure volete tagliare qualcosa della Galizia vale la pena trascorrere una giornata nel Portogallo del Nord.  Braga e Guimares sono cittadine abbastanza conosciute per essere sede arcivescovile, nonché sede di un’antichissima università. I  loro centro storici sono assolutamente da vedere.

  • Barcelos e Ponte de Lima

Meno note, invece, sono Barcelos e Ponte de Lima, due paesini medievali davvero molto caratteristici. A Barcelos è legato uno dei simboli non ufficiali del Portogallo: un gallo nero col corpo variopinto ed una cresta rossa. La leggenda narra che un mercante galiziano, giunto a Barcelos, fu accusato ingiustamente di omicidio e condannato alla forca. Disperato, dopo aver pregato la Madonna di salvarlo, il condannato chiese ai detentori di essere portato a casa del giudice che lo aveva condannato per chiedere clemenza. Giunto all’ora di pranzo, il condannato iniziò ad implorare il giudice mentre questi si accingeva a mangiare un gallo arrostito. Colto da un impulso di fede, il mercante affermò che se il gallo si fosse alzato ed avesse iniziato a cantare, questo miracolo avrebbe provato la sua totale innocenza. Così avvenne e fu liberato. Da quel giorno il Galo de Barcelos è uno dei simboli della tradizione portoghese: simboleggia la fede, la buona fortuna e la giustizia ( una storia similare è raccontata in Spagna a Santo Domingo de la Calzada). Ponte de Lima è, invece, caratterizzata da un lungo, lunghissimo ponte e da un centro storico davvero caratteristico. Purtroppo è una cittadina davvero poco interessata dal turismo, ma per me merita una bella sosta.

Giorno 7 –  Le isole Cies, gli insediamenti celtici e Padrón

  • A guarda – l’accampamento celtico

La Galizia è piena di insediamenti celtici posizionati in località strategiche su un altopiano e non lontano dal mare. Tra questi è molto interessante il Castro de Santa Tegra risalente al I secolo a.C. Si trova in località A Guarda e merita di essere visitato proprio perché straordinariamente ben conservato.

  • Le isole  Cies

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Ho lasciato per ultimo quella che, secondo me, è la vera chicca di un viaggio in Galicia: l’escursione alle isole Cies.  Per raggiungerle dovete prendere il traghetto a Vigo o a Cangas. Io vi consiglio di partire da quest’ulitma. E’ essenziale prenotare il traghetto con qualche giorno di anticipo perché gli ingressi sono a numero chiuso e rischiate di rimanere a terra.  Si tratta di un paradiso caraibico nel cuore dell’Oceano atlantico. Il mare non è caldo, ma con un po’ di coraggio il bagno si può fare ( io l’ho fatto). E’ difficile, infatti, non farsi invogliare dal mare cristallino e dalle spiagge bianchissime. La loro bellezza era nota anche ai romani – che le chiamavano isole degli Dei  – e ai pirati che qui si nascondevano. Le isole si chiamano  Monteagudo (“Monte aguzzo” in galiziano), Illa do Faro (“Isola del Faro)” e San Martiño.

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Le due isole principali, durante la bassa marea, sono collegate da un lungo tombolo sabbioso, mentre la più piccola rimane sempre isolata.  Sebbene per il Guardian la praia das Rodaas sia la spiaggia più bella del mondo, questo piccolo arcipelago è ancora sconosciuto al turismo di massa, anche grazie alla costituzione del  Parco Nazionale delle Isole Atlantiche della Galizia che fa divieto assoluto di edificare costruzioni di qualsivoglia natura. Cosicché l’unico modo per pernottare sulle isole – dove non c’è una popolazione – è montandosi una tenda nel camping attrezzato. Le isole sono ideali anche per fare trekking e in poco più di un’ora è possibile realizzare tutti i percorsi consigliati che conducono al Faro.

  • Pontevedra

El casco antiguo de Pontevedra è reso molto carino dai porticati e dal Santuario della Virgen de la peregrina, in cui la stessa Madonna è rappresentata come una pellegrina.

  •  Padrón

“Quen va a Santiago e non a Padrón, o faz romeria o non ” (chi va a Santiago e non a Padrón o fa il pellegrinaggio o non).

Un’ultima e veloce sosta, se il tempo lo consente, si può fare  Padrón. Trattasi di un  luogo altamente simbolico per i pellegrini sito all’estuario del rio Ulla. Proprio qui si forma una tipica “ria” galiziana, ovvero un fioro in cui i mare il mare si addentra in profondità nel territorio alla foce. Secondo la leggenda fu proprio qui che sbarcò la nave con le reliquie di San Giacomo, barca che si fermò grazie a una grossa pietra ( el pedron) da cui deriva il nome del paese.  Per questo motivo, sin dal medioevo, era meta d’obbligo per i pellegrini che volevano raccogliere una conchiglia che dimostrasse l’avvenuto pellegrinaggio.    Inoltre Padron è famosa anche per i famosi peperoncini verdi molto rinomati in Spagna. Da visitare c’è Santa Maria de Iria Flavia, antica chiesa romanica dell’XI.

BUON VIAGGIO!

 

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