Itinerario in Basilicata

  • Basilicata – Itinerario di 7   giorni ( una settimana )

Cosa c’è da vedere in Basilicata  ? Proviamo  costruire un itinerario in Lucania, regione che – come sostiene Rocco Papaleo in Basilicata coast to coast – esiste veramente. Per me è stata una scoperta non recente, ma nemmeno tanto risalente. Diciamo che è arrivata quando già era iniziato il boom turistico di Matera, ma doveva ancora diventare capitale italiana della cultura. Diciamo pure che il Pollino, le dolomiti lucane  e Maratea sono state tutte visioni di cui ho potuto godere poco a poco in occasione di distinte trasferte.  La Basilicata è dunque una regione che ha tante cose da vedere e che  ho imparato ad apprezzare per la bellezza rude ed orgogliosa, ma che non posso dire di aver capito ancora fino in fondo, visto che vive ancora sospesa in un limbo senza collocazione precisa.  E’ un territorio bagnato da due mari – lo ionio e il tirreno – eppure poco marina. Tanto più che i suoi due maggiori centri, Potenza e Matera, il mare lo vedono col binocolo e si trovano rispettivamente a più di 800 e più di 400 metri sul livello del mare. Un viaggio in Basilicata è dunque soprattutto un viaggio di estremo contatto con la natura alla scoperta di paesini che si sono svelati al turismo da non molto tempo.  Nel descrivere la Lucania però permettetemi  di evitare  frasi roboanti tipo la definizione di  Texas italiano,  pure utilizzata per evidenziare che qui si estrae l’80% del petrolio italiano.  I superlativi li userò infatti solo per due località che iniziano con la emme.Fare Rafting in Calabria sul fiume Lao. – Narrabondo

  • Eroi lucani, ma li chiamarono Briganti!

Queste, in sintesi, sono le ragioni che deve muovere un turista per andare in Basilicata. Ce ne sono poi anche di storiche: il  poeta Orazio era lucano e la Basilicata è stata la regione che più strenuamente di tutte si è battuta dopo il 1861 nei confronti del neonato stato italiano, stato che non tardò a far capire agli abitanti del Regno delle Due Sicilie di essere diventati una colonia con vessazioni, deportazioni, saccheggi e soprattutto controllo del territorio.  La Basilicata – e con esso tutto il Sud – insorse e reagì dando avvio ad una guerra civile che tuttora sui libri di scuola viene definita “guerra al brigantaggio”. Eh sì, li chiamarono briganti, ma furono patrioti. Tra di loro vi erano in particolare due personalità come Carmine Crocco  da Rionero in Vulture- che pure credette inizialmente nell’unità d’Italia – e il suo luogotenente Ninco Nanco. La letteratura  su questi due personaggi, invero, è molto ricca, visto che le loro scorribande e le loro gesta infiammarono molti cuori e, da ultimo, Eugenio Bennato ha voluto dedicare una canzone proprio a Ninco Nanco e alla sua causa.

In Lucania, peraltro, intervenne anche il generale  catalano  José Borjes   – al servizio di Maria Sofia di Borbone – per organizzare l’operazione di riconquista delle Due Sicilie e per incontrare proprio Carmine Crocco. Sono queste – a cominciare dalla regina Maria Sofia di Borbone, sorella di Sissi – figure di grande fascino di cui bisognerebbe scrivere ben altro, ma questo è un itinerario di viaggio ed è giusto chiosare dopo i brevi cenni.

  • Il fattore M

Le perle assolute dell’itinerario in Lucania infatti non hanno bisogno di presentazione e sono accomunate dalla lettera iniziale. Si tratta di Matera e Maratea, due località tra loro diversissime e parimenti straordinarie che occupano i primi posti della classifica “cosa vedere in Basilicata” .

  • Basilicata o Lucania ?

Prima però di illustrare il mio itinerario  in Ba-ba-ba- Basilicata ( non dirmi mai, Basilicata is on my mind!), permettetemi di rispondere alla domanda: perché questa regione con poco più di mezzo milioni di abitanti ( sulla carta) ha due nomi? La ragione è presto detta: seppure la denominazione ufficiale sia Basilicata, questa terra era chiamata Lucania per via della parola latina lucus, ovvero terra dei boschi. Dunque la Lucania è storicamente terra di boschi, anche se per altre tesi il  nome deriva dal popolo  Liky,  proveniente dall’Anatolia, ovvero da “lue”, luce del sole seguita da un popolo guerriero.   Basilicata, invece, deriva dal nome dell’amministratore bizantino  “Basiliskos”. Ho studiato, visto?

  • Quanti giorni in Basilicata ?

L’itinerario che propongo è di 7 giorni in Basilicata. E’ un itinerario che permette di avere un assaggio del meglio della Basilicata. E’ un  viaggio on the road, non vacanziero, snello e che non permette di fare tutte le escursioni che sarebbe possibile organizzare nei singoli parchi. Dunque costituisce uno spunto che poi va modellato in base alle esigenze.20160813_125234

  • Basilicata, dove si trova?

Ciò detto, pensiamo all’itinerario che sintetizza cosa vedere in Basilicata.

La Lucania confina con la Calabria, la Campania e la Puglia.

Siccome l’ingresso privilegiato dal punto di vista turistico è dalla Puglia,  l’Itinerario in Basilicata inizierà proprio dalla Puglia.  E, sebbene al confine con la provincia di Potenza la Campania offra le bellezze  del Cilento ( qui trovate un bell’itinerario in Cilento completo ), è proprio con la regione della pizzica e delle orecchiette  che il tour della Lucania può essere accorpato. E ciò per evidenti ragioni sia storiche che geografiche: Matera, la più città più visitata della Lucania ( nel 2019 ha avuto oltre 5 milioni di visitatori) è ad un’ora di macchina da Bari ed è praticamente al confine con la Puglia con Altamura e Gioia del colle che la guardano da molto vicino.

  • I dintorni della Basilicata: Pugliamo un po’ ?

Per cui la sua visita può  ben essere  associata alle 4 città  bianche (Locorotondo, Martina Franca, Cisternino e Ostuni). Proprio a quest’ultima, tra l’altro, ho dedicato una descrizione essenziale: Ostuni, la più bianca tra le città bianche.  Alla parte più bella del Salento ho dedicato a cosa vedere a Lecce in 1 un giorno, nonché Otranto e Castro in 1 giorno, mentre alla Puglia più nordica Itinerario in Gargano  e gita allo zoo di Fasano

Al litorale campano più meridionale ho, invece, dedicato il mio itinerario in Cilento, l’articolo che vi suggerisco di sbirciare più di tutti in quanto davvero completo.

Questo però è un itinerario in Basilicata, per cui vado al sodo senza altre digressioni.

  • Una settimana in Lucania –  Sintesi

L’itinerario di 7 giorni è così strutturato:

  • 1/2 Matera
  •  3 I calanchi e Craco
  • 4  Il Pollino
  • 5 Maratea
  • 6 Le dolomiti lucane
  • 7 Il Vulture

Giorno 1 e 2 –  Matera – cosa vedere

L’ingresso privilegiato  del nostro itinerario di 7 giorni in Lucania è, come già detto, Matera. E’ una città  che mi rifiuto di definire con aggettivi ridondanti, ma che sicuramente rientra tra le più incredibili del mondo.matera_panorama

Pur essendo infatti una città relativamente piccola di solo 60.000 abitanti,  per visitare Matera come merita ci vogliono almeno 2 giorni per via della densità di monumenti di cui dispone. Matera, infatti, è un enorme presepe ricco di bei palazzi e di Chiese barocche, degni  nello stile di quelli di Lecce e di Siracusa,  ma incastonati nella realtà surreale  che le ha dato la natura.  Per me, molto banalmente, è tra le città più belle che abbia mai visto e non già semplicemente per i semplici sassi in sé – che sono patrimonio dell’Unesco – ma soprattutto per il contesto in cui sono inseriti.

Matera, infatti, una delle città più antiche del mondo ed è stata abitata sin dal paleolitico. E’ situata, come già detto, a 410 msl  con la gravina che circonda il sasso Barisano – rivolto appunto verso Bari – e il sasso Caveoso, ovverosia il complesso di abitazioni  che si appoggiano sulla calcarenite.

  • Il cammino materano

Per raggiungerla è stato lanciato anche il progetto cammino materano, un cammino che prevede 5 vie in più tappe – dalla Campania alla Puglia – che permette di conoscere alcuni dei territori più belli del Sud e, in particolare, la gravine. I  cammini sono: la via peuceta, la via ellenica, la via sveva, la via dauna e la via lucana. Se volete saperne d più,  https://camminomaterano.it/ vi dice tutto!

Cosa vedere, dunque, a Matera? Dividiamo la città in due: Sasso caveoso con le Chiese rupestri e sasso Barisano.

Il punto di partenza  della visita a Matera può essere piazza Vittorio Veneto. Da qui si nota  Palazzo dell’Annunziata con uno dei simboli della città: il palombaro lungo. Si tratta di una cisterna idrica ipogea che si trova al di sotto della piazza ed è visitabile!  Il sistema di raccolta delle acque a Matera è molto antico e molto affascinante. Il palombaro lungo permette di averne contezza.

Raccontiamo però l’essenziale di Matera, la sua cartolina più famosa iniziando dal sasso Caveoso. Per raggiungerlo basta imboccare via del corso fino a piazza San Francesco di Assisi con la Chiesa a lui dedicata. E’ una chiesa in stile barocco molto bella. Da qui,  proseguendo per via Ridola e piazzetta Pascoli, vi troverete davanti ad un   edificio seicentesco: palazzo Lanfraschi.  Il seicento è stato “el siglo de oro” di Matera perché è a questo periodo che risale la maggior parte degli edifici storici.  Il palazzo in questione, più nello specifico, è sede del museo  d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata.  All’esterno si può notare una scultura che rappresenta una goccia d’acqua realizzata  da Kengiro Azuma.   Il belvedere sul sasso Caveoso vi permetterà poi orientarvi  meglio: la bellezza di Matera disorienta. Disorienta per davvero con scalinate, viuzze, piazze e angoli sullo sfondo dei sassi. La magia di Matera, del resto, è proprio questa e viene, a maggior ragione, valorizzata  da botteghe, negozi di artigianato e laboratori di arte presenti un po’ ovunque.

Scendete dunque di livello per  viale Bruno Buozzi fino ala Chiesa di San Pietro Caveoso situata al centro di uno slargo.  All’interno del sasso Caveoso si potranno ammirare due  Chiese rupestri di rara bellezza: a) Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterronenta; b) Lucia delle Malve. Vi è poi la casa-grotta con ancora l’arredamento negli anni ’50. A lungo, infatti, Matera è stata considerata la vergogna d’Italia per le condizioni i estrema povertà in cui parte della popolazione viveva. Il film anni ruggenti di Nino Manfredi affrontato, seppure in maniera comica, il tema con riferimento agli anni ’30.matera_sasso_barisano

A questo punto la visita a Matera, perla dell’itinerario in Basilicata, può essere dedicato all’altro sasso, sasso barisano , a partire da piazza del Sedile fino alla Cattedrale della Madonna Bruna e a Sant’Eustachio. E’ stata realizzata a partire dal 1200 ed è situato nel punto più alto della cosiddetta Civita in modo da fare essere punto di riferimento per tutto il sasso.  Il campanile, situato in una posizione defilata, è infatti visibile da ogni punto e preannuncia il bel rosone che caratterizza la Cattedrale. Da non dimenticare poi è il Castello Tramontano, che prende il nome  dal Conte di Matera Gian Carlo Tramontan, e non è stato mai terminato a causa dell’assassinio di quest’ultimo.

Altro punti  fondamentali sono : a) la casa di Noha, palazzo risalente al ‘500 scavato nella roccia.; b) La Chiesa rupestre di San Nicola dei Greci –  Madonna delle Virtù; c) La  Chiesa di San Pietro Barisano con le catacombe  cui arriverete tramite via d’Addozio.  

Riporto le cose in modo schematico per sì fornire spunti  utili, ma tenendo fermo che questo resta un itinerario in Basilicata  Proprio nei pressi di San Pietro Barisano vi è poi la casa cava cool suo teatro scavata nella cava.  In conclusione poi vi sono poi il Convento di Sant’Agostino,  e la Chiesa di San Giovanni Battista. Le Chiese barocche e le Chiese rupestri, incastonate nella scenografia unica dei Sassi e circondate dalla gravina, permettono dunque di rendere l’atmosfera di Matera unica.

Continuiamo dunque il nostro itinerario in Basilica, fornendo brevi indicazioni per arrivare a Matera da Bari:

  • L’aeroporto più vicino è a Bari a  soli 65 km dal centro della città. Vi sono collegamenti  diretti in autobus dall’aeroporto di Bari a Matera. Li trovate qui: https://www.busradar.it/ con la compagnia contrap.
  • In treno. Sapete che Matera è l’unico capoluogo di provincia d’Italia senza stazione ferroviaria? Nel ringraziare chi ha impedito lo sviluppo del Sud, segnalo che le Ferrovie Appulo Lucane collegano Bari Centrale a Matera in 1 ora e 40 minuti circa. Si deve però considerare il tempo di transito aggiuntivo dall’aeroporto alla stazione di Bari Centrale.
  • Giorno 3

  • Ferrandina

Da vedere nei dintorni di Matera, a circa mezzora di automobile, ci sono sicuramente i Montescaglioso e  Ferrandina. Quest’ultima deve il suo nome al famoso re Ferrante d’Aragona ed è un paesino della valle del Basento arroccato a 400 metri sul livello del mare.  La sua particolarità è che tutta la collina è caratterizzata da casette strettissime orientate verso valle, mentre alla sua sommità  vi è la Chiesa madre di Santa Maria della Croce. La Chiesa spicca anche per i colori più scuri, oltreché per la grandezza. Il centro di Ferrandina sintetizza appieno i canoni tipici dei paesini lucani con strade strette, salite e case che sottraggono spazio alla natura.

  • Bernalda

Altra a sosta da valutare nel  fazzoletto di terra in cui ci troviamo è Bernalda, il paese di Francis Ford Coppola, che qui si è comprato il palazzo più bello – palazzo Margherita – per passarci alcuni periodi dell’anno e trasformarlo in un piccolo hotel. Anche qui le case bianche sembrano tutte convergere verso la Chiesa del Carmine, centro del paese. Il centro storico, ordinato e caratteristica, conserva un fascino antico.

A questo punto saremmo a pochi km dal litorale ionio e, in particolare da Metaponto sull’asse viario che poi si connette a Tarano oppure a Matera. E’ un tratto molto trafficato  per chi si reca in Salento, ma l’itinerario in Basilicata che propongo prevede altri piani  per cui bisogna fare   un’inversione a U verso  altre altimetrie.

  • Pisticci

Eppoi l’itinerario in Basilicata può proseguire nella vicinissima c’è Pisticci che, consentitemi, ricorda i “pueblos blancos” dell’Andalusia per via delle sue case tutte bianche su cui si distinguono la cosiddetta Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo e,  in cima a tutto il centro storico, il castello di San Basilio.   Pisticci è stata interessata da numerosi eventi franosi ( del resto qui il terreno è argilloso e coesiste con il marmo, per cui smottamenti sono inevitabili ), ma oggi è una cittadina di quasi 20mila abitanti.craco-panorama

  • Craco e i calanchi.

In questa zona della  Basilicata da Montalbano Jonico fino ad Aliano – “il paese di Cristo si è fermato a Eboli”  inizia a farsi più spettrale a causa dei calanchi,  fenditure  nei fianchi delle montagne che rappresentano appieno le cicatrici esibite dagli abitanti di questo territorio. I calanchi , dunque, caratterizzano la strada fino ad Aliano, ma è prima che bisogna fermarsi…e stavolta non è a Eboli.

La sosta è precisamente nel paese fantasma di Craco.

Negli anni  ’60, infatti,  per via di una frana  che vide di fatto sprofondare il paese, lo stesso fu evacuato e i suoi abitanti si trasferirono  a valle. Per decenni, dunque, Craco è stata del tutto abbandonata, allorquando – piano piano – anche grazie all’interesse cinematografico che ha suscitato, si è cercato di recuperarla da un punto di vista turistico valorizzandone il fascino della città maledetta in cui la natura ha prevalso sull’uomo. Oggi, dunque, è possibile visitare Craco con delle guide locali.  E’ questa sicuramente una delle località più suggestive tra le cose da vedere in Basilicata. Il primo percorso inaugurato era molto cauto, limitandosi a percorrere il corso del paese fino al corso principale. Dopodiché si è riusciti ad attivare un percorso che permette di visitare il paese più approfonditamente.  In particolare  la Chiesa Madre di San Nicola e il torrione ( definito il Castello).

A questo punto, cartina alla mano, ci sono varie alternative. Per questioni logistiche suggerisco di il parco del Pollino.

  • 4 giorno

  • Il parco del Pollino e  il lago di Montecotugno.

Lungo il percorso potrebbe essere fatta una sosta a Senise, dove è stata costruita  ldiga di Monte Cotugno  sfruttando il corso del fiume Sinni e si è dato vita ad un lago artificiale: il lago di Monte Cotugno. La diga misura in lunghezza 1850 ed è la più grande in terra battuta d’Europa.pollino.jpg

Quanto al parco nazionale del Pollino qui i paesaggi cambiano del tutto e, a seconda delle stagioni, oscillano da un verde lussureggiante al bianco della neve. Di fatto è il parco nazionale più esteso d’Italia con diverse vette che superano e che comunque sfiorano i 2.000 metri ( in particolare Serra Dolcedorme con 2267  e il Monte Pollino  con 2248 m).  Dunque è quasi pleonastico evidenziare che il massiccio del Pollino – diviso tra Calabria e Basilicata – sia un paradiso per escursionisti e per camminatori di tutti i tipi. Nel suo territorio ricomprende 56 paesi di cui 24 in Lucania e 32 in Calabria http://www.parcopollino.it indica  18 sentieri che possono essere intrapresi e sono tutti di difficoltà E oppure al massimo di difficoltà, dunque sono adatti a qualsiasi tipo di escursionista. Infatti le passeggiate permettono sì di salire di quota, ma quasi sempre in maniera molto dolce.

Nello specifico un buon punto di partenza è costituito da San Severino Lucano, anche se il lato calabrese offre diversi spunti  con il  il  Santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchiara alle pendici del monte Sellaro ( punto di arrivo del  Monte Santo),  il Santuario delle Cappelle,  il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli di Papasidero e soprattutto il borgo abbandonato di Laino castello . Vi sono poi il castello di Castrovillari, il castello di Valsinni e le grotte del Romito.IMG_5203

Oltre al trekking e alle passeggiate naturalmente vi sono anche altre attività all’aperto da fare: torrentismo, river tubing, sci di fondo, ciaspolate, mountain bike, speleologia, bird watching, etc. La più suggestiva di tutte è però probabilmente costituita dal rafting, attività di per sé molto divertente, ma che qui lo diventa ancora di più perché permette di   attraversare il fiume Lao e di conoscere le Gole del Raganello, ovverosia un vero e proprio canyon di 17 km che si estende dalla  Sorgente della Lamia  al ponte del Diavolo nei pressi della località Civita. Nella zona vi sono diverse società che offrono la possibilità di cimentarsi col rafting. e vale la pena farlo. Qui sul Pollino si vive quella parte dell’itinerario in Basilicata più wild e probabilmente più divertente per gli amanti dello sport.IMG_1526

In questo articolo ho descritto un po’ la mia esperienza col rafting sul Lao, nonché la visita al borgo abbandonato di Laino castello. Mi autocito  riportandovi l’incipit: “Le gole si restringono, un arbusto oscura  il passaggio, il timoniere intima i comandi da eseguire, eppure nemmeno negli attimi più concitati i membri dell’equipaggio sembrano avere il volto  della tensione. Anzi tutti sono divertiti davanti all’imminenza dell’urto come se fossimo su quello che dalle mie parti si è sempre chiamato ” tozza tozza […]”

  • Giorno 5

  • Maratea, cosa vedere

Quando ci si chiede cosa vedere in Basilicata Maratea non può mai mancare. Maratea è l’unico sbocco a mare della Basilicata sul terreno, ma più in generale è la più bella località di tutta una vasta area del tirreno, nonché delle località lucane sullo ionio.

E’  infatti impressionante notare come cambi il litorale non appena si sconfini in Calabria. Maratea è, dunque, una località baciata dalla fortuna che la caratteristica di dover essere  visitata come se fosse un edificio a più piani con all’ingresso le sue rinomate spiagge, al primo piano il centro del paese e sulla terrazza il Cristo con il più bel panorama della costa.20160813_121716

Vi racconto tutto con più serietà, considerando che   – per costruire questo itinerario in Basilicata di 7 giorni – non ho fatto altro se non assemblare i pezzettini che erano già sparsi su questo blog. Nel post sulle spiagge più belle di Maratea ho infatti cercato di valorizzarne un aspetto, ma senza dimenticare che

“Maratea è una poesia sospesa nell’aria con un territorio in grado di far volare l’anima da 0 a 623 metri di altitudine in un battito di ciglia. Da una parte, infatti, vi sono spiagge meravigliose morfologicamente diversissime, dall’altra il monte San Biagio con il Santuario verso cui volge lo sguardo la statua del Cristo Redentore”.

  • Le spiagge di Maratea

Partiamo dunque dal piano terra, cioè dal mare. Le spiagge di Maratea sono ben 29 e si estendono per  32 km con la particolarità di essere ognuna diversa dall’altra.  Come è nel caso della spiaggia di Maccaro con la sua costa frastagliata, la spiaggia nera per via del colore della sua sabbia, la spiaggia Luppa ad Acquafredda dove l’acqua è davvero  fredda per un gioco di correnti,  l’intima spiaggia D’Ivranne e la secca di Castrocucco con la pineta, gli scogli e l’solotto di  U tuppu  che tappa le correnti creando una piscina naturale.20160812_165447

  • Il centro di Maratea

Al primo piano troviamo poi l’abitato di Maratea, famosa per essere considerata la città delle 44 Chiese.  E’ un centro, del resto, ricchissimo di storia come si nota dai palazzi signorili, dall’edificio comunale, dalla piazza della Sirena, nonché da una serie di scorci suggestivi che rendono affascinante ogni suo angolo per poi avere  che consapevolezza che Maratea è sì un paese di mare, ma senza mare.

  • Il cristo Redentore

La terrazza, invece, si trova alla sommità di Monte San Biagio con la statua del Cristo che abbraccia tutta la costa. La stata rivolta verso il santuario di San biagio con il bacino curvato in avanti in modo da rendere l’effetto ottico di un grande abbraccio rivolto verso il mare. Il panorama rude con la costa a picco sul pare si estende fino all’isolotto di Dino a Praia a Mare.20160812_191128

La durate della permanenza a Maratea ovviamente dipende dalla stagione e dalla possibilità di andare a mare o meno. Potrebbe essere di mezza giornata oppure di più giorni.  Se le ho dedicato un giorno è stato perché ho ipotizzato un periodo estivo con bagno, ma nello spirito on the road.

  • Giorno 6

  • Le dolomiti lucane

La tappa successiva di questo itinerario in Basilicata sono le dolomiti lucane. Ebbene sì, anche la Lucania ha le sue dolomiti e sono all’interno del parco regionale di Gallipoli cognato. 

Si tratta di montagne che ricordano per alcuni aspetti quelle del Trentino e Veneto, ma hanno una fisionomia, una vegetazione e dei colori del tutto peculiari. I punti più alti  sono infatti costituiti  dal Caperino  con 1455 metri e dal Impiso  con 1319 metri, per cui non appaiono di certo imponenti allo stesso modo. Hanno però delle guglie acuminate  con una altitudine media di 1000 metri  valorizzate dalla roccia nuda raramente accompagnata da vegetazioni e una gola – scafata dal fiume capperino –  che impongono rispetto e  donano un meraviglioso impatto scenografico a chi se le scorge percorrendo la strada piena di curve che le attraversano.

Le dolomite lucane, peraltro, si caratterizzano per due località di grande fascino quali sono Castelmezzano e Pietrapertosa. Ebbene, se Matera è stata il set della Passione di Cristo con Mel Gibson, le due località da ultimo citate sono state l’ambientazione del film “Un paese quasi perfetto” con Silvio Orlando nei panni del sindaco del fantomatico paese di Pietramezzana. Si tratta di un film molto carino che racconta molto della storia di questa realtà che negli ultimi anni sono cambiate grazie al volo dell’angelo ( cos’è ve lo spiego tra poco).

  • Pietrapertosa, cosa vedere

Pietrapertosa, più in particolare, è paesino delizioso di 992 abitanti ed è altresì il comune più alto della Basilicata.  E’ un paesino di grande impatto scenografico, perché – non appena ci si arriva – si nota che una simbiosi totale tra la natura e l’opera dell’uomo. Tanto è vero che le la strada asfaltata passa accanto ai costoni della roccia regalando un’ebbrezza del tutto particolare soprattutto quando lo spazio si riduce per via di un costone quasi in diagonale e dall’altro lato, verso valle, si notano le case in fila. E’ uno spettacolo e non è un caso se la CNN  abbia inserito Pietrapertosa tra i borghi più belli d’Italia!10 motivi per compiere il volo dell'Angelo – Narrabondo

  • Castelmezzano, cosa vedere

Di fronte, dall’altro lato della montagna,  vi è  poi Castelmezzano, se possibile ancora più piccola con 787 abitanti ( la fonte è wikipedia!).  I due paesi si guardano da lontano a circa 1 km di distanza, ma sono del tutto speculari.  Anche a Castelmezzano l’uomo a sottratto quel poco di spazio che gli ha lasciato la natura costruendo case proprio  al lato del costone roccioso. La suggestione per questa località viene meno solo nel momento in cui si realizza che d’inverno qui deve fare davvero molto freddo.

  • Il volo dell’angelo, cos’è?

Sennonché non è stata l’indubbia bellezza dei due borghi a fare la fortuna di questi due paesi, semmai – al contrario –  la  bellezza di questi due paesi si è svelata solo in seguito alla realizzazione del volo dell’angelo. Cos’è il volo dell’angelo? Il volo dell’angelo è una sorta di zip line in cui però il corpo è posizionato in orizzontale a volo d’uccello con la testa in avanti e i piedi indietro  e ci si lancia a razzo.

Qui sono sono stati installati i primi impianti in Italia sfruttando appunto il grande impatto scenografico che realizzato. E’ un’esperienza che io ho vissuto in occasione di un qualche compleanno fa e rivivrei volentieri. Di fatto sono previsti due lanci sfruttando il dislivello : il primo lancio – detto di San Martino – va Pietrapertosa a Castelmezzano ed è il più traumatizzante perché richiede di superare l’ostacolo psicologico che si palesa quando si indossa l’imbragatura e si realizza che ci si sta per lanciare di testa nel vuoto.

Il volo dura circa un minuto nel corso del quale si raggiungono i 110 km/h.  E’, insomma, una bella botta di adrenalina che non si esaurisce con l’arrivo e che non permette di godere appieno del panorama: ammetto di aver messo le mani avanti nell’istintivo tentativo di parare eventuali colpi e/o cadute. In realtà però  poi razionalizzando ci si rende conto che la sicurezza è massima e non può succedere nulla.

Per quest il secondo lancio – ovvero il ritorno a Pietrapertosa detto delle Peschiere – ce lo si gode di più anche se si supera la velocità precedente con 120 km/h. Inoltre, per arrivare al punto di lancio, bisogna fare una breve passeggiata di circa 10 minuti davvero molto piacevole per via dei panorami mozzafiato.

La passeggiata permette, tra l’altro, di intravedere il percorso delle sette pietre, un percorso di 2 km che collega appunto Pietrapertosa e Castelemezzana scendendo di quota  da un lato fino al torrente Capperino e risalendo dall’altro. E’ un percorso molto sfizioso. La particolarità, tra l’altro, è che durante il percorso si assiste alla narrazione Vito Ballava con le streghe di Mimmo Sammartino che trae spunto da racconti locali tramandati oralmente.  Il percorso dunque permette di leggere la storia incisa sulle pietre e guardare delle opere artistiche, per un totale di 7 tappe, che evocano un titolo del racconto.  Si tratta, dunque, di un percorso letterario facile e contestualmente piacevole.

Sulle dolomiti lucane è, inoltre, possibile cimentarsi con due vie ferrate: a) la  La Via Ferrata Salemm sul versante di Castelmezzano con una lunghezza  1.731 metri e un dislivello di 249 metri, la  La Via Ferrata Marcirosa sul versante di Pietrapertosa con  una lunghezza di 1.778 metri e un dislivello di m. 331.

Queste ultime informazioni le ho estrapolate da https://www.volodellangelo.com/  dove trovate tutte le informazioni necessarie per il vostro volo dell’angelo ( biglietti, orari, organizzazione, prenotazioni, etc) e sulla accoglienza a Castelmezzano e Pietrapertosa.

  • Lucania outdoor park: il parco avventura

Se poi vogliamo – e vogliamo!  – dare un senso fino in fondo alla giornata, non c’è niente di meglio che andare  al parco avventura di Accettura. Lanciarsi con una carrucola da un albero all’altro misurando la propria forza, la propria agilità e la propria energia divertendosi è una gran bella cosa. Il parco è aperto dalla tarda primavera in poi. Sul sito trovate i dettagli: http://lucaniaoutdoorpark.it/

Nella zona peraltro si possono fare escursioni in bicicletta e a cavallo.

  • Brindisi di Montagna

Da Castelmezzano abbiamo poi la possibilità, in circa 20 minuti di automobile, di visitare Brindisi di Montagna, un altro paese minuscolo dalle tonalità in piena continuità rispetto ai paesi propri delle dolomiti lucane.  E’ un paesino dai paesggi suggestivi in cui viene ambientato lo spettacolo   La storia bandita con al centro le storie di Carmine Crocco.

  • Potenza

A questo punto siamo a due passi da Potenza e vale la pena quantomeno pernottare nel capoluogo per una passeggiata serale. Potenza è una città strana, nota come città delle cento scale per via del suo sistema i scale mobili che connette la parte nuova al suo centro storico. Di fatto è il capoluogo più elevato d’Italia. Pur non essendo una città ricca di attrattive, la passeggiata dal Duomo al palazzo della prefettura è piacevole.

  • Giorno 7

  • Il Vulture: Melfi, Venosa, il lago di Monticchio e le cascate di Santa Fele.

Il pernottamento a Potenza è consigliato soprattutto da motivi strategici. Dal capoluogo è infatti facile spostarsi verso il Vulture, territorio che ho esaltato all’inizio di questo lungo itinerario in Basilicata di 7 giorni  accennando a Carmine Crocco e Ninco Nanco. Il Vulture, infatti, è un territorio  prezioso sia per la produzione del suo famoso vino ( l’aglianico del vulture) sia per la sua natura rigogliosa  ricca di aque  ( gaudianello, sveva, lilia, monticchio, itala su tutte). A questo territorio dedico un solo giorno dell’itinerario, ma è ovvio che ci si può sbizzarrire con passeggiate e escursioni a piedi, a cavallo, in bici e in motocicletta in un territorio che si trova al confine con le province di Avellino e di Foggia.

Dunque nel Vulture ci si può divertire con un itinerario nell’itinerario che per motivi pratici può iniziare da Melfi e che io, per motivi storici, vi illustro da Venosa.

  • Venosa

Venosa è infatti la città natale di Orazio, poeta della medietas,  dell’autarkeia e del carpe diem: “Mentre parliamo, il tempo invidioso sarà già fuggito”.

Ora questi concetti li ricordo, ma ciò non avvenne al momento dell’interrogazione al liceo e mi costò un bel 4. In ogni caso non voglio riscattare ora quel voto. Venosa interessa soprattutto perché fa parte dei borghi più belli d’Italia.venosa

Grazie al parco archeologico in cui si conservano i resti delle terme dell’epoca del principato con i classici ambienti ( caldi, freddi, tiepidi),  una domus con un mosaico e una basilica paleocristiana con fonte battesimale. Non lontano poi Roberto il Guiscardo volle farci costruire il  complesso della Santissima Trinità per ospitarvi il sacrario degli altaville,  ma  i lavori non sono mai stati portati fino alla fine ed oggi nota come l’Incompiuta. Fu realizzata, peraltro,  utilizzando i materiali lapidei provenienti dal vicino anfiteatro romano e i resti degli Altavilla si trovano in un sarcofago della navata destra della Chiesa con i pavimenti  a mosaico e la cripta di un preesistente edificio di culto.  La centralità di Venosa nell’itinerario in Basilicata di 7 giorni e, nello specifico, nel Vulture è poi confermata anche da altre testimonianze.

Come ad esempio il castello  che nelle intenzioni tenta di emulare il Maschio Angioino di Napoli e fu voluto dal duca Pirro del Balzo nel XV secolo. Il fossato difensivo, il  ponte levatoio e le possenti torri cilindriche lo confermano. Lo stesso poi fu dimora signorile di un principe melomane che lo infine lo trasformò in   scuola di diritto e di medicina,  nonché in luogo di scambio per letterati e poeti. La vicina fontana angoina è poi impreziosita da un leone in pietra  con la fontana monumentale di Messer Oto che si caratterizza per una vasca  quadrata che serviva da lavatoio pubblico.

  • Melfi –  cosa vedere.

Vi è poi Melfi, cittadina industriale per la Fiat e per l’imbottigliamento dell’acqua cara alla storia per il suo castello normanno. Qui  infatti Federico II promulgò le le celebri costituzioni di Melfi.   Più tardi  è  stato il principale fortino di Carmine Crocco e del suo esercito. Carmine Crocco era infatti nativo di Rionero in Vulture.  Di Melfi era altresì Francesco Saverio  Nitti.

  • Lago Monticchio

E’ però proprio in una frazione di Rionero in Vulture che si trova il lago  Monticchio.  Si tratta della penultima tappa del nostro viaggio – itinerario di 7 giorni in Lucania.santa_fele_basilicaata

  • Cascate di San Fele

L’ultima è in un’area naturalistica di grande bellezza a circa mezzora da Melfi: le cascate di San Fele.   E’ probabilmente qui la cartolina migliore per concludere il tour.

Sintesi percorso  7 giorni –  Itinerario in Lucania 

  • Matera
  • Ferrandina e Montescagnoso
  • Bernarda
  • Pisticci
  • Craco
  • Senise e lago i Montecotugno
  • Pollino
  • Maratea
  • Pietrapertosa
  • Castelmezzano
  • Accettura
  • Brindisi di Montagna
  • Potenza
  • Melfi
  • Venosa
  • Lago di Monticchio
  • Cascate di Santa Fele.
  • Cosa si mangia in Basilicata?

Per completezza, all’esito di questo itinerario in  Basilicata, qualche breve cenno sui prodotti tipici della regione. Regina degli insaccati, dopo i salumi, la Basilicata eccelle in tutto ciò che fa felici i carnivori: siamo  nella patria del podolico, del pezzente ( salsiccia di maiale) e del capretto. Ottimi i formaggi come il  caciocavallo podolico e ottima la tradizione con le minestre di legumi e il baccalà. Il simbolo per eccellenza della cucina lucana sono però i peperoni cruschi: peperoni rossi dolci essiccati, fritti e croccanti.  Stanno molto bene anche con la pasta tipica lucana, gli  strascinati. Ovviamente ci sarebbe bisogno di maggior approfondimento, ma questo è l’essenziale da sapere.


7 commenti

  1. Quanta roba. Volevo partire dalle città bianche in Puglia per poi fare una gita a Matera, mi sa mi sa che devo fare qualche variazione dedicando più giorni alla Basilicata. Un bel basilicata coast to coast fino a Maratea!

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  2. Un post che spero mi diventi utilissimo.
    Propri ieri sera, con la moglie, si pensava ad un giro nel sud, con tappa obbligatoria a Matera.
    Diciamo che non è facile raggiungerla, almeno da noi di Padova. A me non piace l’idea di 14 ore di automobile, per cui vedremo di fare diversamente.
    Il vero problema sono le ferie, quest’anno non sappiamo se le avremo…

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