Facebook conferma di avere grossi problemi con la libertà di espressione cancellando, nel giorno in cui ricorre l’anniversario della battaglia di El Alamain, la foto che riportava la lapide che ne ricorda i caduti. Ad avviso di facebook infatti detta immagine viola i suoi standard, motivo per il quale è stata comminata la sanzione della sospensione di tutte le funzioni della pagina del Narrabondo ( che su facebook conta quasi 7000 adesioni ) e del profilo personale per la durata di 30 giorni. In sostanza non sarà possibile scrivere, pubblicare, replicare ad un commento e nemmeno mettere un mi piace. È la terza volta che si verifica a stretto giro con facebook che, in modo del tutto immotivato, esercita una attività censoria arbitraria e francamente lesiva sia per chi scrive che per i caduti così dileggiati.
E, invero, per queste ragioni, faccio sempre più fatica a rimanere su facebook, ormai divenuta una piattaforma ideologica che impone ai suoi utenti cosa pensare e come agire in sfregio alle norme dello stato in cui opera. Facebook, infatti, è piattaforma che si arricchisce ( senza pagare le tasse in Italia) adoperando i nostri dati sensibili per venderli ad operatori commerciali. Inoltre chiede costantemente soldi ai gestori di pagine per permettere loro di fare leggere ai suoi followers cosa viene pubblicato sulle stesse. Ora vuole pure imporre cosa pubblicare ed è un atteggiamento nordcoreano che grida vendetta.
Se così è, vale ancora la pena rimanervi? Chiedo a chi vuole leggermi di iscriversi direttamente sul blog.
Facebook sta dimostrando seri problemi di gestione.
Tra fake news, haters, fuggi-fuggi degli sponsor e sospensioni immotivate, ormai si sta dimostrando una piattaforma davvero inattendibile.
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Sempre peggio….
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Se non interviene il legislatore saremo in Urss
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