Viaggio di nozze in Usa


“I would like to go to USA” era il titolo della tesina in inglese che portai
all’esame di terza media. Nello stesso immaginavo di “saltare” da una località
all’altra degli stati uniti con la velocità del pensiero. Quanto segue è il gentile
contributo di A.P.. che, dopo aver visitato tutti i 50 stati americani, ha voluto
condividere con i lettori del narrabondo.com tutte le sue emozioni.
Il suo è un lavoro schietto e genuino che mi ha riportato alla mente proprio il mio
primo esame di inglese. In fondo scrivere è sempre il modo più rapido per viaggiare.
Buona lettura.

Viaggio in Usa

Quando, da bambina, mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo subito:
la scrittrice! Non sapevo bene che scuola dovessi frequentare, ma mi era ben chiaro
che avrei dovuto leggere tanto, così da imparare come scrivere bene tutti i pensieri
che mi frullavano per la testa.
Cominciai a leggere Piccole Donne e Pattini i d’argento, poi Le avventure di Tom
Sawyer e La Capanna delle zio Tom, fino a diventare grande con Hemingway,
Steinbeck, Melville, Fitzgerald e Hawthorne.
Fu con questi libri che mi innamorai dell’America.
Non sognavo posti esotici, vacanze ai tropici, io volevo andare in America, volevo
vedere quei posti che avevo solo immaginato, magnificamente descritti dai miei
scrittori americani. Volevo vedere quelle nuvole, la terra rossa, le vaste praterie e gli
aridi deserti, ma anche le grandi città e gli assolati paesi dei film che guardavo
incantata.
Dopo tanto fantasticare, il mio viaggio di nozze aprì le porte della realtà, finalmente il
mio sogno americano aveva inizio. Concentrai in trenta giorni le prime cose che
volevo vedere, come se temessi di non tornarci più. E invece ci sarei ritornata altre
cinque volte per visitarla tutta.
Cinquanta Stati, ognuno con la sua particolarità.
Del resto non ho mai saputo rispondere alla domanda che tutti mi fanno: “quale Stato
ti è piaciuto di più?”
No, non riesco in tutta onestà nemmeno adesso, così come ci vorrebbe un libro per
contenere tutte le cose che ho visto, tutti i profumi e i colori, tutte le nuvole e la
polvere che ho respirato.
Scriverò dei luoghi che ho più amato, alcuni turistici, altri meno famosi, ma che ho
cercato e visitato per ritrovare i miei scrittori, per rivivere libri e film che mi hanno
appassionata. Luoghi ed emozioni che non dimenticherò mai.Viaggio in USA: lo Utah

Viaggio in Usa : lo Utah

Comincio con lo Utah che, con le sue bellezze naturali, raggiungibili guidando piano
sulle Ut-12 e 24, strade panoramiche fra le più belle degli States, è da considerarsi un
enorme parco: Zyon Canyon, Bryce Canyon, Capitol Reef e se ti trovi a passare di
lì, poco dopo l’ingresso, fra frutteti e rocce rosse, incontri Fruita, un antico villaggio
di mormoni con costruzioni storiche fermate nel tempo. Fra queste c’è una casa in
legno dove fanno delle torte di frutta buonissime, da assaporare con un caffè seduti
all’aperto nella quiete del mattino, prima di riprendere la strada verso Moab, per
sorprendersi di nuovo nei parchi di Canyonlands e Arches.

In Terra Navajo

Si viaggia in un luminoso silenzio, fra infinite gradazioni di rosso e sprazzi di verde
intenso, fra alti pinnacoli scolpiti dal tempo e spaccature profonde dove occhieggia
l‘iconico Colorado. Si viaggia spesso senza nessuna macchina davanti e dietro, ma
ad un tratto l’orizzonte sfocato si fa vivido e si cominciano a vedere i contorni del
paesaggio più famoso del west:
La Highway 163, altra scenic drive immortalata su molte guide turistiche. si snoda fra
la terra rossa, diritta e lunga, con l’asfalto che sembra ondeggiare sotto il sole in quel
piatto deserto, e ti porta in territorio Navajo.
Ne avverti la sacralità quando ti accosti per fotografare in lontananza i primi torrioni
della Monument Valley, uno skyline inconfondibile ed emozionante, e non ti sembra
vero che la raggiungerai, che percorrerai le strade sterrate fra imponenti monoliti e
nuvole sospese, la stessa naturale scenografia che hai visto nei film, fra la polvere
rossa sollevata dai cavalli di indiani e cowboy.
Se chiudo gli occhi, persino dopo tanti anni, posso sentire ancora sulla pelle il sole di
quel posto.
Piccoli spilli che ti portano fino all’anima la polvere rossa che il vento ha depositato
sulle braccia, fra i capelli, ovunque, mentre pianissimo percorri quello sterrato. E sai
che quel calore non lo dimenticherai mai più.
E si viaggia ancora, si va sempre avanti in questa terra Navajo, fra laghi artificiali e
canyon di straordinaria bellezza, inseguendo il corso del Colorado che si mostra in
spettacolari insenature, ma che sai ti porterà dove ha compiuto nei millenni
un’erosione di straordinaria bellezza e maestosità, il suo capolavoro: Il Grand
Canyon.
Lo si vede scorrere, impetuoso e verde, per poi scomparire dalla vista dietro
le curve di quella profondissima crepa.

Uno spettacolo inimmaginabile, i documentari
non possono rendere l’idea di ciò che gli occhi vedranno. Strisce di colori diversi,
sedimenti a memoria di ere geologiche, mentre sopra la tua testa e fra la gola rocciosa
volteggiano condor della California, velocissimi falchi e gracchianti corvi che si
pavoneggiano come aquile.

Il Nevada


L’Ovest concentra i più spettacolari National Park degli Usa ed io ho voluto
vederli tutti, sottraendo così giorni alla visita delle città per prediligere quella natura
che da queste parti è stata magnanima. E così basta una notte e un giorno a Las
Vegas
, scalo obbligatorio per noleggiare un auto e visitare i parchi dell’Ovest. Una
città assurda in mezzo al niente (e ogni volta che ci siamo stati abbiamo dormito in un
Hotel diverso, che non c’era l’anno prima). Lì costruiscono in poco tempo, non c’è
altro da fare in quel deserto di casinò, ma il più bello resta il Bellagio, con la sua
fontana, il marmo, i giardini interni e le camere Italian style. È fra i più vecchi, ma io
l’ho preferito agli ultimi nati, ipertecnologici e tutti di vetro, e poi lo spettacolo “O”
del Cirque di Soleil, messo in scena solo al Bellagio, vale il pernottamento e il
biglietto, lo puoi vedere solo lì, non può essere trasportato in giro per il mondo
essendo tutto basato su un’enorme piscina di acqua che appare e scompare. È
sicuramente il più emozionante, e io c’ero.


Conviene lasciarsi alle spalle Las Vegas e le sue luci all’alba. il viaggio è sempre
lungo, sia che parti per i parchi dello Utah che per quelli in California, così da
infilarsi di buon ora nel forno della Death Valley, una distesa sconfinata sotto il
livello del mare, di estremo calore, che devi percorrere sen
za fermarti
inutilmente, con acqua e serbatoio pieno, che quando scendi dall’auto per visitare i
segnati punti di osservazione, sei circondato dal calore di mille phone accessi
contemporaneamente. Ma quando verso sera ho visto Zabriskie Point, mi sono sentita
nel film, fra nuvole rosse pronte ad incendiarsi nel tramonto, e in cuor mio l’illusione
di sentire da un momento all’altro, a squarciare quell’ipnotico silenzio, l’urlo
liberatorio dei Pink Floyd.
E quando il sole scende incolume dietro la montagna, puoi tornare a respirare e
riprendere la strada.
Il primo parco che incontri fuori dalla Valle della morte, ti fa ritemprare dalla calura,
viaggi circondato da altissime e rugose sequoie in cerca di lui, fra le più alte e
vecchie sequoia del mondo, sicuramente la più grossa, e quando dopo averlo cercato
scendendo in fondo a una vallata lo vedi, lui, il Generale Sherma
n, resti senza fiato e
parole. È lì da sempre, severo e altissimo a sfiorare il cielo, ne sono sicura. Eppure, ci
sarà stato un tempo, millenni fa, che si poteva abbracciarlo, toccare le dita dell’altra
mano mentre lo stringevi, ma ora credo non basterebbero le braccia di venti persone
per misurare la circonferenza del suo prezioso tronco.
Si esce da quelle fronde e si continua più su, fino a raggiungere lo Yosemite, un
angolo di quiete e bellezza fra montagne di granito, cascate e profonde vallate
.

Dalla west coast verso nord.


Ho amato anche il potente e rumoroso silenzio delle coste della California, fin su
nell’Oregon e ancora più in alto fino allo stato di Washington, immagini che non puoi
dimenticare.

Chilometri e chilometri di spiagge deserte, alberi che si affacciano
sull’oceano con la chioma piegata dal vento, vecchi e arrugginiti scheletri di navi
spiaggiate, che puoi raggiungere a piedi quando l’oceano si ritira per la bassa marea.
Il mio viaggio di nozze si è concluso alle Cascate del Niagara, non le più alte e
nemmeno le più impressionanti, ma sicuramente le più famose al mondo, che
nell’immaginario di neo sposi, credo, nel mio lo era, resta una tappa immancabile in
un viaggio americano, così come indossare la mantella con il cappellino cerato e
salire su quel battello che ti porterà vicinissimo alla caduta dell’acqua. Tutte come
Marilyn Monroe, e io le ho adorate, pur se l’anno scorso davanti alle impressionanti
cascate di Iguazu, fra Brasile e Argentina, ho avvertito più forte il dominio della
Natura.

Continua…

22 commenti

    • Non ho visitato il Canada, ci sono andata una giornata per visitare le cascate del Niagara e poi lo abbiamo sfiorato al Glacier National Park che è al confine fra lo stato del Montana e il Canada, ma penso che il paesaggio americano sia più variegato e quindi… direi che e giunto il momento per realizzare il sogno di tuo marito ☺️ Ne sarai entusiasta anche tu. Buon viaggio 😊

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  1. Un viaggio del genere saltando da un posto all’altro è il sogno di tutti. Segretamente anche il mio. Già m’immagino il lavorone preparatorio alla ricerca d’informazioni su cosa vedere assolutamente, quali ristanti provare, quali esperienze vivere… e poi ovviamente fare di testa mia e, se all’ultimo m’ispira un altro ristorante, pranzare lì!

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    • Proprio così, Nadia. La preparazione è già il viaggio. Leggere, frugare fra i libri letti e film visti, per cercare ciò che avevo letto e visto al cinema e che volevo respirare e guardare con i miei occhi. Lo dico sempre quando parlo del mio viaggio americano, la realtà quasi sempre ha superato la fantasia. La Natura, ma anche le grandi città, forse ad eccezione di Los Angeles, mi sono apparse più belle di come le immaginavo.
      Ci sono voluti almeno quattro mesi per preparare l’itinerario di ogni singolo viaggio, ho una vecchia cartina della Rand McNally, il top, presa durante il viaggio di nozze e che poi mi è servita per i successivi viaggi, che mi ha aiutata per gli stop e gli spostamenti giornalieri. Serve il cartaceo per visualizzare le distanze ed eventuali deviazioni senza mai tornare indietro e per mantenere una media accettabile di chilometri giornalieri, una buona guida, sempre cartacea, e internet per tutto il resto.
      Prenotato tutto dall’Italia, compreso il pass annuale per visitare i Parchi Nazionali o le partite NBA o di baseball, si può prenotare tutto tutto, l’unica cosa che non ho prenotato sono stati proprio i ristoranti, che a dire il vero non è nemmeno necessario. Noi facevamo pantagrueliche colazioni, poi viaggiando molto on the road avevamo la macchina piena di “schifezze” golosissime che ci servivano per smorzare la fame, il caffè lungo lo prendevamo ad ogni sosta per la benzina, e la sera appena arrivati al motel prenotato o mangiavamo al ristorante del posto, dipendeva da quanto eravamo stanchi, oppure ci fermavamo prima di arrivare, senza nemmeno cambiarci. Diverso quando sei a New York, ma questa è tutta un’altra storia.
      Per cui cosa aspetti? prendi una cartina degli States e comincia a sognare.

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      • Eh sì, il viaggio inizia mentre lo prepari. Anche se finora sono andata poco lontano, i mesi precedenti la partenza li dedico a reperire mappe cartacee su cui visualizzare le tappe e a cercare informazioni sui posti che m’interessano. Per ora sto sognando tanti posti e preparando la vacanza del prossimo anno… non lontano ma è un viaggio che ho nel cuore e sono sicura che ogni giorno sarà emozionante e al ritorno avrò un sacco di cose da raccontare!

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      • Prima che iniziasse il problema un mio amico è andato in Baja California e mi ha mandato un sacco di foto che solo a riguardarle ti fanno venire voglia di andarci (ovviamente tra fine gennaio e inizio febbraio che è il periodo migliore per avvistare le balene).

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    • lo Utah è meraviglioso, e potrebbe essere tutto un immenso National Park, senza distinzioni, ma a proposito di NBA a New York, in un freddissimo dicembre, ho assistito al Madison Garden all’incontro New York Knicks contro i Denver Nuggets ed è stato fantastico. Accanto noi c’erano dei tifosi americani che quando hanno sentito che eravamo italiani, incitavano Gallinari agitando la loro manona di gommapiuma, e ci sorridevano compiaciuti. È stato emozionante anche intravedere a bordo campo Spike Lee, grande tifoso dei Knicks.
      Alla fine, fra musichette e improbabili intermezzi, ci siamo ritrovati anche noi con una mano sul petto mentre intonavano l’immancabile inno americano. Lo sport non ha confini e unisce, è questa la sua vera bellezza.

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    • Ciao Sasà, io ho impiegato, compreso il viaggi9 di nozze, sei anni. Ogni anno circa 20gg, tranne l’ultimo anno, a completamento degli Stati, sono occorsi 26gg.

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    • Ma no, non occorre essere ricca, ma sicuramente devi avere un lavoro e fare delle scelte. Ad esempio, per poter realizzare questo sogno, non uscivo a cena ogni sabato sera e non facevo week end al mare ogni settimana e soprattutto non mi sono affidata a nessuna agenzia, ma ho pianificato e prenotato tutto io. Sicuramente un risparmio di almeno il 30%. Provaci e vedrai che non è impossibile, basta volerlo fortemente. E io desideravo vedere tutta l’America 😊

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      • Haha, io un po’ scherzavo.
        Guarda: per potermi permettere delle belle vacanze, io tiro un po’ la cinghia tutto l’anno.
        Basta poco: oculatezza nello spendere, comperare solo il necessario e quando serve. Non è essere tirchi, dietro c’è un obiettivo: voglio andare negli USA? Mi costa 10k? Allora facciamo in modo di averli.
        Qualche anno fa ho visto NY, e poi Toronto e Niagara Falls: i soldi meglio spesi della mia vita (eravamo in 3, tutta la family). Ma ho anche girato tutta l’Eire in auto, per dire.
        Si può fare, basta volerlo.
        Ciao.

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      • Non è banale, è un sogno bellissimo e fattibile. Durante i nostri viaggi americani, ci hanno fiancheggiato decine e decine di Harley Davidson, e vedere l’America così, soprattutto nell’Ovest, è il massimo. Viaggi piano e non perdi nulla. I sogni si realizzano se lo vuoi davvero. Credici, e… buon viaggio.

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