Itinerario 7 giorni in Puglia

Puglia in una settimana: Sette giorni all’inferno (o al paradiso) tra taralli, pasticciotti e zanzare assassine

Se pensavate che organizzare un weekend a Parigi fosse una sfida, preparatevi alla missione “Puglia in una settimana”. Non è un viaggio, è un’epopea. È un’esperienza che vi metterà alla prova, sfiderà i vostri limiti di resistenza all’alcool (Primitivo, stiamo parlando di te) e al colesterolo (ciao, pasticciotto). Non sarà una passeggiata, sarà un’avventura dove l’unico vero nemico non è il traffico, ma la vostra forza di volontà davanti a un piatto di orecchiette con le cime di rapa. E ve lo dico subito: se siete a dieta, tornate a casa. La dieta e la Puglia non si parlano, non si conoscono e non si sopportano. La dieta è l’eresia in terra pugliese. E ora, allacciate le cinture e preparatevi a questo tour de force che vi farà innamorare, ingrassare e, probabilmente, perdere il portafoglio.


Giorno 1-2: Il Salento Barocco e le sue tentazioni

Siamo sbarcati a Brindisi, l’aeroporto “in bilico”, o a Bari, il “cuore pulsante”. Poco importa. La prima tappa è nel cuore pulsante, ma stavolta quello barocco, del tacco d’Italia: Lecce. Dimenticatevi la sobrietà e il minimalismo nordico. Lecce è la Las Vegas del barocco, dove ogni palazzo sembra aver fatto a gara per avere più decorazioni di un albero di Natale dopo un’orgia di ninnoli. Balconi che sembrano cascate di pietra, chiese che sono un tripudio di angeli paffuti e colonne tortili. Vi sembrerà di essere entrati in un’opera d’arte kitsch, e non potrete far altro che amarla.

Cosa fare (e cosa evitare): Perdetevi nel centro storico. È un consiglio banale, lo so, ma è l’unico modo per assorbire l’atmosfera di questa città. Camminate senza meta, lasciatevi guidare dall’istinto, ma non troppo, altrimenti vi ritroverete a pagare 5 euro per una bottiglia d’acqua. Seguite i leccesi, non i turisti. I leccesi si dirigono verso i bar nascosti, i fornai di quartiere e le trattorie che non hanno un menu in inglese. Voi farete lo stesso. E per l’amore del cielo, non provate a guidare nel centro storico. È una missione impossibile. Parcheggiare a Lecce è più facile che trovare un ago in un pagliaio. La soluzione? Lasciate l’auto in un parcheggio a pagamento fuori dalle mura e camminate. I vostri piedi vi ringrazieranno, il vostro portafoglio pure.

Cosa mangiare (e cosa venerare): Qui si fa sul serio. Il pasticciotto non è un dolce, è una religione. E il pasticciotto leccese è il suo Papa. Non venite a dirmi che il pasticciotto è un semplice dolce di frolla con crema pasticcera. No, è un’esperienza mistica, un morso di paradiso che vi farà dimenticare tutti i vostri problemi. Ne proverete uno, poi due, poi tre, e prima di accorgervene sarete in un bar a cercare il prossimo, come un tossico in astinenza. Altri cult della cucina leccese sono la puccia, un pane farcito che è un pasto completo, e il rustico, un disco di pasta sfoglia ripieno di mozzarella, pomodoro e besciamella. La Puglia è così, un’eterna contraddizione: vi fa sentire in colpa per aver mangiato troppo, ma allo stesso tempo vi fa sentire in pace con il mondo.

Un tuffo nel blu dipinto di blu: Dopo aver rischiato il coma etilico da crema pasticcera, è il momento di rinfrescarsi. A soli 40 chilometri da Lecce, vi aspetta Otranto. La città è un gioiello, con il suo centro storico affacciato sul mare e la sua Cattedrale che custodisce un mosaico pavimentale del XII secolo, un’opera d’arte gigantesca che vi lascerà a bocca aperta. Da qui, vi consigliamo di dirigervi verso la Baia dei Turchi, una spiaggia caraibica con sabbia fine e un mare cristallino. È uno dei posti più fotografati d’Italia, quindi preparatevi a fare a spintoni per trovare un posto in spiaggia. Ma ne vale la pena. Sulla via del ritorno, fermatevi a Torre dell’Orso e andate a vedere le “Due Sorelle”, due faraglioni che si ergono dal mare. Se siete abbastanza fortunati, non ci saranno orde di turisti a rovinare la foto.


Giorno 3-4: La Valle d’Itria e il trionfo del cono

Lasciamo il Salento per dirigerci verso il cuore agricolo della Puglia, la Valle d’Itria. Qui, il paesaggio cambia drasticamente. Niente più palazzi barocchi, ma un’infinita distesa di ulivi secolari e, soprattutto, i trulli. E la prima tappa non può che essere ad Alberobello, l’unica città al mondo dove le case sembrano uscite da un cartone animato. Patrimonio UNESCO, Alberobello è un’attrazione turistica che vi farà dire “wow” e “oddio, che casino”. Le sue strade sono un formicaio di turisti, ma non potete non vederla. È una di quelle cose che si devono fare, come mangiare la pizza a Napoli o il sushi in Giappone. È la quintessenza dell’esperienza pugliese.

Cosa fare (e cosa fotografare): La cosa più divertente ad Alberobello è perdersi tra i trulli. Ma è anche la cosa più difficile, dato che le strade sono ben delimitate e piene di negozi di souvenir. Vi consiglio di andare nel quartiere Rione Monti, quello più turistico, ma anche il più grande e affascinante. C’è anche il Trullo Sovrano, l’unico trullo a due piani. Da qui, potete fare una sosta in una delle tante vinerie locali per assaggiare un Primitivo o un Negroamaro. Vi servirebbe per superare l’affollamento. E a proposito di affollamento, evitate i weekend di alta stagione. I turisti sono ovunque, a volte anche sulle vostre teste.

I borghi bianchi, l’alternativa al caos: Se Alberobello vi ha stressato, non temete. La Valle d’Itria ha la soluzione: i borghi bianchi. Locorotondo, Cisternino e Martina Franca sono tre gioielli incastonati tra le colline, dove la calce bianca è la vera protagonista. Locorotondo, con il suo centro storico circolare, vi farà sentire come in una fiaba. Cisternino, invece, è un labirinto di vicoli e piazzette dove potrete assaggiare la sua specialità: la bombetta, un involtino di carne ripieno di formaggio e salumi. E poi c’è Martina Franca, elegante e raffinata, con le sue piazze barocche e i suoi palazzi nobiliari. Qui la gente non urla, parla. Qui non c’è caos, c’è eleganza. E qui non c’è la folla, ma l’atmosfera. È un toccasana per l’anima dopo la follia di Alberobello.


Giorno 5-6: Il cuore agricolo e le spiagge da urlo

Ora, è il momento di un cambio di programma. Lasciamo la Valle d’Itria per dirigerci verso la costa adriatica. La prima tappa è Bari, la capitale pugliese. Ma non pensate al solito centro storico e al solito lungomare. Bari è un mondo a parte, un’esperienza multisensoriale che vi metterà alla prova. È una città autentica, rumorosa e caotica, ma incredibilmente affascinante.

Cosa fare (e cosa assaggiare): La vostra prima missione a Bari è andare a Bari Vecchia. Qui, tra i vicoli stretti, le donne preparano a mano le orecchiette sedute davanti alle loro case. È uno spettacolo unico, un’esperienza che non dimenticherete. Ma non solo: a Bari Vecchia si mangia la focaccia barese, una delle cose più buone che assaggerete in Puglia. Non è un cibo, è un’esperienza mistica. Un morso e vi dimenticherete di tutti i vostri problemi. È una focaccia alta, soffice, con pomodorini, olive e origano. Ma la focaccia barese è così buona perché la si mangia in strada, seduti su una panchina, con il sole in faccia e il vento tra i capelli.

Le spiagge da cartolina: Dopo aver fatto il pieno di focaccia, è il momento di rinfrescarsi. A pochi chilometri da Bari, vi aspettano due gioielli: Polignano a Mare e Monopoli. Polignano a Mare è una cartolina vivente, con le sue case bianche a picco sul mare e la spiaggia di Lama Monachile, una piccola baia incastonata tra due scogliere. È uno dei posti più fotografati d’Italia, e non è difficile capire perché. L’acqua è di un blu profondo e le rocce sono così bianche che sembrano dipinte. Un vero e proprio paradiso, che però si trasforma in un inferno di turisti in alta stagione. Preparatevi a fare a spintoni per trovare un posto in spiaggia.

Poi c’è Monopoli, un’alternativa più tranquilla a Polignano. La sua bellezza è discreta, ma non per questo meno affascinante. Il suo centro storico è un labirinto di vicoli e piazzette che si aprono su un porto dove i pescatori vendono il pesce fresco. Qui il ritmo è più lento, l’atmosfera più rilassata. Potete fare il bagno nel porto, con i pescatori che tirano le reti e i bambini che si tuffano dal molo. Un’esperienza autentica, lontana dai cliché turistici.


Giorno 7: Un’ultima abbuffata prima della fine (o l’inizio) del mondo

Siamo giunti all’ultimo giorno, e l’ultima tappa non può che essere a Ostuni, la “Città Bianca”. Ostuni è un labirinto di vicoli, un’infinita distesa di case bianche che si arrampicano su una collina. È una città incantevole, che vi farà sentire come in un quadro. Qui potete perdervi tra i vicoli, ammirare il panorama mozzafiato sulla piana degli ulivi e sul mare, e fare l’ultima abbuffata prima di tornare a casa.

Cosa fare (e cosa comprare): Ostuni è la città perfetta per lo shopping. Tra i suoi vicoli troverete negozi di artigianato locale, dove potrete comprare ceramiche, tessuti e prodotti tipici. Ma la cosa più bella da fare a Ostuni è semplicemente camminare. Camminare senza meta, senza fretta. Ammirare il panorama, le porte colorate, le piante grasse che spuntano dai muri. È un’esperienza di pace e tranquillità, che vi preparerà al ritorno alla vita di tutti i giorni.

La fine del viaggio: E così, dopo sette giorni di eccessi, vi ritroverete a casa, con il frigo pieno di taralli, la pancia felice e il portafogli leggero. Ma con un ricordo: la Puglia non è un luogo, è uno stato d’animo. È un’esperienza che vi cambia, che vi fa innamorare dei suoi sapori, dei suoi colori, dei suoi profumi. È un’esperienza che vi fa apprezzare la bellezza della semplicità, la genuinità dei suoi abitanti e la forza della sua tradizione.

E non ve ne libererete più. Vi ritroverete a cercare online le orecchiette, a sognare i pasticciotti e a desiderare un bicchiere di Primitivo. Vi ritroverete a pensare a quel vicolo di Lecce, a quella spiaggia di Otranto, a quel trullo di Alberobello. La Puglia vi avrà rapito, vi avrà conquistato, vi avrà fatto suo. E voi non potrete far altro che tornare. Perché la Puglia non è una vacanza, è una dipendenza. Quindi, se volete un consiglio, non andate in Puglia. O, se proprio dovete, preparatevi a non tornare più gli stessi. E a dover comprare una taglia in più.

Un commento

  1. […] Voglio sorprendervi con una Puglia diversa ed alternativa. Voglio parlarvi non dei soliti posti, ma di qualcosa di più riservato. Voglio parlarvi della Puglia degli interni poco distante da Polignano, ma senza scadere nella banalità. Voglio suggerirvi cosa vedere a Conversano, uno dei paesi più belli e sottovalutati della Puglia che si trova a meno di 20 minuti di macchina da Polignano e da Monopoli. Voglio parlarvi del paese del carnevale (Putignano) e voglio parlarvi anche di Gioia del Colle, il paese natale del mitico Sergente Romano, uno dei briganti più eroici della resistenza anti-piemontese, un soldato dall’animo nobile che risparmiava che poteva uccidere e che fu ucciso ricorrendo all’inganno e al tranello. Qui trovate anche un itinerario di 7 giorni in Puglia […]

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