Un bell’itinerario sul Piemonte per un viaggetto di una settimana è quello che ci vuole per tirarsi su di morale e dare qualche spunto per il prossimo futuro. Dopo la guida a Torino di 3 giorni è, infatti, doveroso espandere l’orizzonte a tutta la regione.
Il Piemonte, del resto, offre una varietà di paesaggi e attrazioni che si prestano a un itinerario di una settimana, combinando arte, storia, enogastronomia e natura. Qui di seguito trovi una proposta di itinerario che tocca alcune delle zone più emblematiche della regione, suddividendole per aree tematiche per facilitare gli spostamenti.
Giorno 1-2: Torino e dintorni
Inizia il tuo viaggio dal capoluogo, Torino, una città elegante e regale, con i suoi palazzi barocchi, i portici e le piazze maestose. A differenza di quanto scritto nella guida specifica su Torino, se si vuole estendere la propria curiosità a tutta la regione, 2 giorni per la città della mole possono essere essere sufficienti.
- Giorno 1: Dedica la giornata al centro storico. Visita la Mole Antonelliana con il Museo Nazionale del Cinema e sali con l’ascensore panoramico per godere di una vista mozzafiato sulla città e sulle Alpi. Esplora Piazza Castello con il Palazzo Reale e Palazzo Madama, e passeggia lungo i portici di Via Po e Piazza San Carlo, il “salotto” di Torino. Concludi la giornata con un aperitivo in uno dei caffè storici della città.
- Giorno 2: Dedica la mattinata alla cultura. Visita il Museo Egizio, il secondo più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel pomeriggio, spostati poco fuori città per visitare la Reggia di Venaria Reale, un capolavoro dell’architettura barocca e una delle residenze sabaude, patrimonio UNESCO. Se hai tempo, puoi fare un salto anche al Castello di Rivoli con il suo Museo d’Arte Contemporanea.
Giorno 3-4: Langhe, Roero e Monferrato (Patrimonio UNESCO)
Queste colline a sud di Torino sono famose in tutto il mondo per i loro vini, i paesaggi incantevoli e l’eccellenza gastronomica.
- Giorno 3: Immergiti nelle Langhe. Parti da Alba, la capitale del tartufo, e visita il suo centro storico. Da qui, percorri le strade panoramiche che si snodano tra i vigneti, facendo tappa in borghi suggestivi come Barolo, famoso per il suo vino omonimo, e La Morra, con il suo splendido belvedere sulle colline. Non perdere una visita a una cantina locale per una degustazione di vini pregiati.
- Giorno 4: Esplora il Roero e il Monferrato. Attraversa il Roero, con i suoi “rocche” (dirupi di arenaria), e prosegui verso il Monferrato, un’altra zona vinicola di grande pregio. Visita borghi affascinanti come Asti, famosa per il suo spumante, e Canelli, con le sue “Cattedrali Sotterranee”, cantine storiche scavate nel tufo.
Giorno 5-6: Laghi Piemontesi
Il Piemonte settentrionale offre paesaggi lacustri di grande fascino.
- Giorno 5: Dirigiti verso il Lago Maggiore. Fai base a Stresa, un’elegante cittadina che si affaccia sul lago. Da qui, prendi il battello per visitare le magnifiche Isole Borromee: l’Isola Bella con il suo palazzo e i giardini all’italiana, l’Isola dei Pescatori con il suo borgo pittoresco, e l’Isola Madre con il suo giardino botanico.
- Giorno 6: Esplora il vicino Lago d’Orta. Questo lago più piccolo e intimo è un vero gioiello. Visita il borgo medievale di Orta San Giulio e prendi una barca per raggiungere l’Isola di San Giulio, con la sua suggestiva basilica e il percorso del “silenzio e della meditazione”.
Giorno 7: Rientro o una tappa a scelta
Per l’ultimo giorno, a seconda dei tuoi interessi e del punto di partenza, puoi scegliere tra diverse opzioni:
- Montagna e spiritualità: Se ami la montagna, puoi dedicare una giornata alla Val di Susa per visitare la suggestiva Sacra di San Michele, un’antica abbazia che domina la valle.
- Natura e relax: Un’alternativa è visitare un parco naturale, come il Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand o l’Oasi Zegna, un’area naturalistica nel Biellese.
- Città d’arte e storia: Un’altra opzione è dedicare un po’ di tempo a una città d’arte come Cuneo, capoluogo della provincia “Granda”, o Biella con il suo borgo medievale.
Questo, naturalmente, è solo un esempio di itinerario e può essere personalizzato in base ai tuoi gusti e al tempo a disposizione. La flessibilità è la chiave per scoprire al meglio le meraviglie del Piemonte.
A margine di questo itinerario in Piemonte di una settimana è utile soffermarsi anche sulla gastronomia e sulle tradizioni più importanti della regione. Il Piemonte, del resto, è storicamente rinomato per la sua cucina e per le sue tradizioni. Vediamole.
La Cucina Piemontese: Eleganza, Sostanza e Materie Prime
La cucina piemontese è un’espressione della sua storia e del suo territorio, un connubio tra la ricchezza della tradizione contadina e l’eleganza della corte sabauda. È una cucina robusta, ricca di sapori decisi, ma allo stesso tempo raffinata e basata su materie prime di altissima qualità.
- Vini: È impossibile parlare della cucina piemontese senza iniziare dai vini. Il Piemonte è una delle regioni vinicole più importanti al mondo. I vini rossi, a base di uve Nebbiolo, sono celebri a livello internazionale: il Barolo e il Barbaresco, noti come “il re e la regina dei vini”, sono i più famosi. Ma non dimentichiamo il Barbera, il Dolcetto, il Freisa e la Bonarda. Tra i bianchi spiccano il Roero Arneis, il Gavi e l’Erbaluce di Caluso.
- Antipasti: Gli antipasti hanno un ruolo di primo piano. Il vitello tonnato è un classico intramontabile, a volte proposto anche come piatto principale. La carne cruda all’Albese (battuta al coltello) è un’altra specialità. Non possono mancare i formaggi, come il Robiona di Roccaverano e il Castelmagno, spesso accompagnati da salse e confetture. E, naturalmente, la bagna càuda, una salsa calda a base di aglio, acciughe e olio d’oliva in cui si intingono verdure crude e cotte.
- Primi Piatti: I primi sono ricchi e sostanziosi. Gli agnolotti del plin (piccoli ravioli ripieni di carne) sono forse il piatto più rappresentativo, spesso conditi con sugo d’arrosto o semplicemente burro e salvia. I tajarin, sottili tagliatelle all’uovo, sono un altro caposaldo, spesso conditi con sugo di carne o con il prelibato tartufo bianco d’Alba.
- Secondi Piatti: La carne è la protagonista. Il brasato al Barolo è un piatto iconico: manzo cotto lentamente nel celebre vino. Un’altra specialità è il bollito misto, un piatto di lunga preparazione e tradizione, servito con salse diverse (come il bagnet verd e il bagnet ross).
- Dolci e Pasticceria: Il Piemonte vanta una grande tradizione dolciaria. Il bonet, un budino a base di cacao, amaretti e rum, è un classico. La nocciola (la Nocciola del Piemonte I.G.P.) è un ingrediente fondamentale, presente in tantissimi dolci, tra cui il famoso gianduiotto, un cioccolatino a forma di barchetta, e la torta di nocciole. Da non dimenticare i biscotti come i Krumiri e i baci di dama.
- Il Tartufo Bianco d’Alba: Merita una menzione a parte. Questo fungo ipogeo, considerato un tesoro della gastronomia, è una vera e propria ossessione in Piemonte, soprattutto nelle Langhe. Il suo profumo inconfondibile arricchisce primi, secondi e persino uova.
Le Tradizioni del Piemonte: Tra Storia, Spiritualità e Folclore
Le tradizioni piemontesi riflettono un profondo legame con la storia, la terra e la religione. Molte di esse sono legate ai cicli agricoli, alle festività religiose e alle celebrazioni storiche.
- Il Carnevale di Ivrea: È una delle tradizioni più famose e spettacolari. L’evento principale è la Battaglia delle Arance, che rievoca una rivolta popolare contro il tiranno medievale. Le squadre a piedi (gli aranceri) combattono contro gli aranceri sui carri, lanciandosi tonnellate di arance. È una festa caotica, colorata e ricca di simbolismi.
- La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: Non è solo un evento gastronomico, ma una vera e propria celebrazione della cultura e delle tradizioni delle Langhe. La fiera, che si tiene ogni autunno, attira visitatori da tutto il mondo per la possibilità di acquistare tartufi, degustare prodotti locali e assistere a eventi come la rievocazione storica e il Palio degli asini.
- La Festa del Vino: Ogni borgo, ogni paese del Piemonte celebra le sue tradizioni vinicole. Eventi come “Cantine Aperte” o le sagre dedicate ai vari vitigni sono un’occasione per le comunità di aprirsi ai visitatori, mostrando i propri prodotti e tramandando le tecniche di produzione.
- Le Processioni Religiose e le Sacre Monti: Il forte legame con il cattolicesimo è visibile nelle numerose processioni e nelle celebrazioni religiose, in particolare quelle legate alla Settimana Santa. Inoltre, il Piemonte ospita molti Sacri Monti (patrimonio UNESCO), complessi devozionali composti da chiese e cappelle con statue e affreschi che riproducono scene della vita di Cristo, come il Sacro Monte di Varallo.
- Il “Bal do sabre” a Salbertrand: Nel cuore della Val di Susa, si svolge un’antica danza di spade. Il “Bal do sabre” (Ballo delle spade) è una celebrazione tradizionale che si tiene il 24 giugno e ha origini misteriose, probabilmente legate a riti propiziatori per il raccolto o a celebrazioni guerriere.
- L’artigianato locale: Le tradizioni artigianali, come la lavorazione del legno in montagna, la produzione di ceramiche e la tessitura, sono ancora molto vive. Molti borghi organizzano mercati e fiere per esporre e vendere prodotti realizzati a mano, mantenendo vivo il legame con il passato e la cultura popolare.
Un po’ di storia del Piemonte
Chi voglia organizzare un viaggio in Piemonte e pianificare un itinerario di una settimana non può prescindere da qualche nozione basica di storia: con la sua posizione geografica strategica ai piedi delle Alpi, il Piemonte ha una storia ricca e complessa, influenzata da popoli e culture diverse, che ne hanno plasmato l’identità unica.
Antichità e Medioevo
- Periodo Pre-romano e Romano: Il territorio piemontese fu abitato sin dall’antichità da popolazioni celtiche e liguri. Con la conquista romana, la regione, all’epoca parte della Gallia Cisalpina, si sviluppò notevolmente. Furono fondate importanti città come Augusta Taurinorum (l’attuale Torino) e Julia Augusta Taurinorum (l’attuale Aosta, che però oggi si trova in Valle d’Aosta), e furono costruite strade che favorirono i commerci e la romanizzazione.
- Alto Medioevo: Dopo la caduta dell’Impero Romano, il Piemonte subì le invasioni barbariche, con la dominazione di Ostrogoti e Longobardi. Successivamente, entrò a far parte del Sacro Romano Impero di Carlo Magno, che lo suddivise in contee e marche. Tra queste, la Marca di Torino e la Marca di Ivrea acquisirono un ruolo di primo piano.
- Basso Medioevo: Il potere imperiale si indebolì, e la regione si frammentò in una miriade di feudi, vescovadi e liberi comuni. In questo periodo iniziarono ad emergere due casate destinate a segnare il futuro del Piemonte: i Savoia e i Monferrato. I Savoia, originari della Savoia francese, riuscirono a espandere i loro domini acquisendo territori piemontesi e diventando una delle dinastie più potenti d’Europa.
L’ascesa dei Savoia e il Ducato di Savoia
- XIV-XV secolo: I Savoia continuarono la loro espansione territoriale, acquisendo anche il titolo ducale. Il Ducato di Savoia si trovava in una posizione delicata, a cavallo tra Francia e Italia, il che lo rese un’importante zona di conflitto e influenza. La capitale del Ducato fu inizialmente a Chambéry (nell’attuale Francia) e poi fu spostata a Torino nel 1563, sotto il duca Emanuele Filiberto. Questo spostamento segnò un’unione più forte tra il Piemonte e i domini sabaudi.
- XVII-XVIII secolo: Il Ducato di Savoia attraversò periodi di guerra e alleanze complesse, spesso in contrasto con la Francia. Un momento cruciale fu l’assedio di Torino del 1706, durante la Guerra di Successione Spagnola, quando le truppe sabaude, guidate dal duca Vittorio Amedeo II e dal principe Eugenio di Savoia, sconfissero l’esercito francese. La vittoria consolidò il potere sabaudo e portò all’acquisizione del Regno di Sicilia (poi scambiato con il Regno di Sardegna), elevando i Savoia al rango di re.
Il Regno di Sardegna e l’Unità d’Italia
- XIX secolo: Il Risorgimento: Il Regno di Sardegna (che aveva come nucleo il Piemonte) divenne il motore del processo di unificazione italiana. Figure chiave come il conte di Cavour, Camillo Benso, e il re Vittorio Emanuele II promossero una politica di modernizzazione e alleanze internazionali. Il Piemonte divenne il centro politico e militare del Risorgimento, e l’esercito sabaudo, con l’aiuto di Garibaldi e della Francia, riuscì a sconfiggere l’Austria e a unire gran parte della penisola.
- 17 marzo 1861: Il Piemonte, con il re Vittorio Emanuele II di Savoia, proclamò la nascita del Regno d’Italia, con capitale a Torino. La capitale fu poi spostata a Firenze (1865) e infine a Roma (1870). Nonostante il trasferimento della capitale, il Piemonte mantenne un ruolo centrale nella politica, nell’industria e nella cultura del nuovo Stato.
L’età contemporanea
- XX secolo: Il Piemonte si affermò come una delle principali regioni industriali d’Italia, soprattutto grazie alla crescita dell’industria automobilistica, con la nascita della FIAT a Torino nel 1899. La regione divenne un polo d’attrazione per l’immigrazione dal Sud Italia, contribuendo alla sua diversità culturale e sociale. Il Piemonte fu anche un centro di forte resistenza al fascismo e un’importante roccaforte dei partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
- Dopoguerra ad oggi: Dopo la guerra e la proclamazione della Repubblica, il Piemonte ha continuato a essere una delle regioni più industrializzate e ricche d’Italia, pur affrontando le sfide della globalizzazione e della deindustrializzazione. Oggi, la regione si sta riconvertendo, puntando su turismo, ricerca e innovazione, ma conservando un forte legame con il suo ricco passato storico e le sue tradizioni.
Torino, la storia del calcio è segnata dalla rivalità tra due squadre: il Torino F.C. (il “Toro”) e la Juventus F.C. (“la Juve”). Questa rivalità, nota come il Derby della Mole, non è solo sportiva ma riflette anche profonde differenze sociali e storiche.
Il Torino F.C.: Il Simbolo della Torinesità e del “Grande Torino”
Il Torino F.C., fondato nel 1906 da una scissione di alcuni soci della Juventus, è da sempre considerato il club che incarna l’anima più autentica e popolare della città. La sua storia è legata indissolubilmente al mito del Grande Torino .
Negli anni ’40, il Grande Torino dominò il calcio italiano, vincendo cinque scudetti consecutivi e diventando una leggenda per il suo gioco spettacolare e la sua forza. La squadra, che forniva la maggior parte dei giocatori alla Nazionale italiana, era l’orgoglio del paese. Il mito fu tragicamente spezzato il 4 maggio 1949, quando l’aereo che trasportava la squadra si schiantò contro la Basilica di Superga. La tragedia segnò la fine di un’era e divenne un trauma collettivo, trasformando il Toro in un simbolo di passione, resilienza e sfortuna. I tifosi granata sono noti per la loro profonda lealtà e per un forte senso di appartenenza, che li distingue dai successi più “globali” della Juventus.
La Juventus: Il Club di Famiglia, dei Successi e delle Controversie
La Juventus, fondata nel 1897, è la squadra più titolata d’Italia e una delle più vincenti al mondo. La sua storia è strettamente legata alla famiglia Agnelli, che ne detiene la proprietà dal 1923, trasformandola in una potenza sportiva e in un simbolo dell’industria italiana.
Tuttavia, il percorso della Juventus è stato spesso macchiato da scandali e polemiche che hanno messo in discussione la regolarità di alcuni dei suoi successi.
- Il “caso Rosetta” (1920s): Uno dei primi scandali del calcio italiano, che vide la Juventus al centro di una disputa per l’acquisto del giocatore Virginio Rosetta, sollevando polemiche sul passaggio dei giocatori tra club.
- Calciopoli (2006): Questo è stato lo scandalo più grave. La Juventus fu accusata di aver creato una rete di relazioni illecite per influenzare le designazioni arbitrali. Le intercettazioni telefoniche rivelarono i tentativi dell’allora dirigente Luciano Moggi di condizionare arbitri e designatori. La squadra fu retrocessa in Serie B, le furono revocati due scudetti e diversi dirigenti furono squalificati. Questo evento ha alimentato la convinzione, tra le tifoserie rivali, che i successi della Juventus non fossero sempre “limpidi”.
- Controversie recenti: Negli ultimi anni, la Juventus è stata nuovamente sotto i riflettori per questioni economiche e finanziarie, come l’inchiesta sulle plusvalenze fittizie e le “manovre stipendi”, che hanno portato a penalizzazioni in classifica e all’allontanamento dei vertici societari.
La percezione della Juventus, specialmente tra i suoi detrattori, è quella di un club che, grazie alla sua potenza economica e al suo peso politico, ha spesso goduto di un trattamento di favore. Questa percezione, rafforzata dagli scandali, contrappone il “successo a tutti i costi” della Juventus alla narrazione più romantica e “sfortunata” del Torino. La rivalità tra i due club, quindi, rappresenta una sorta di lotta di classe e di filosofia calcistica: la Juventus come espressione del potere e dell’efficienza industriale, e il Torino come simbolo della passione popolare e del legame con il territorio.
Spero che questo articolo ti sia risultato utile per pianificare il tuo itinerario in Piemonte.