- cosa vedere a Polignano a mare e dintorni.
Voglio sorprendervi con una Puglia diversa ed alternativa. Voglio parlarvi non dei soliti posti, ma di qualcosa di più riservato. Voglio parlarvi della Puglia degli interni poco distante da Polignano, ma senza scadere nella banalità. Voglio suggerirvi cosa vedere a Conversano, uno dei paesi più belli e sottovalutati della Puglia che si trova a meno di 20 minuti di macchina da Polignano e da Monopoli. Voglio parlarvi del paese del carnevale (Putignano) e voglio parlarvi anche di Gioia del Colle, il paese natale del mitico Sergente Romano, uno dei briganti più eroici della resistenza anti-piemontese, un soldato dall’animo nobile che risparmiava che poteva uccidere e che fu ucciso ricorrendo all’inganno e al tranello. Qui trovate anche un itinerario di 7 giorni in Puglia
Ecco di cosa NON vi parlerò di questo articolo che potremmo intitolare “i dintorni di Polignano a mare senza mare”:
- non vi parlerò della Valle d’Itria: scordatevi qualcosa su cosa vedere a Ostuni, Martina Franca, Locorotondo e Cisternino: se ne parlerà in altra sede.
- scordatevi pure un passaggio su cosa vedere Monopoli: merita un discorso a parte.
- a leggere qualcosa sulle Grotte di Castellana non ci pensate proprio
- e tantomeno immaginate di trovare qualcosa su Alberobello.
Sono località che conoscono praticamente tutti e di cui scriverò in un altro momento.
Quello che segue è un breve itinerario tra storia, arte e leggenda nel cuore della Puglia, toccando borghi affascinanti e antichi palazzi, fino a sfiorare le vicende drammatiche del Brigantaggio post-unitario e, come già detto, la figura simbolo del Sergente Romano.
Cosa vedere a Polignano a Mare lo sappiamo già. La passeggiata domenicale per antonomasia dei baresi è famosa per le sue scogliere a picco e il fascino del borgo antico. È meritatamente una delle perle della Puglia. Ecco un elenco delle cose imperdibili da vedere:
1. Lama Monachile (o Cala Porto) e il Ponte Borbonico
- Lama Monachile è l’immagine simbolo di Polignano a Mare: una suggestiva insenatura naturale con una piccola spiaggia di ciottoli incastonata tra due alte pareti rocciose. Le sue acque cristalline sono uno spettacolo.
- Il Ponte Borbonico (detto anche Ponte Lama Monachile o Ponte a Cinque Luci), costruito nell’Ottocento, sovrasta la cala e l’antica Via Traiana. È il punto panoramico migliore per ammirare e fotografare Lama Monachile e le case a strapiombo sul mare.
2. Il Centro Storico e le Terrazze Panoramiche
Accedi al nucleo antico della città attraverso l’Arco Marchesale (o Porta Grande), un tempo l’unico ingresso. All’interno, perditi tra i vicoli imbiancati e scopri:
- Piazza Vittorio Emanuele II (o Piazza dell’Orologio), il cuore pulsante del borgo.
- La Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo, che custodisce opere di pregio e le reliquie di San Vito, patrono della città.
- La “Caccia al Tesoro” Poetica: le mura, le scalinate e le porte del centro storico sono decorate con versi di poesie e citazioni letterarie, opera dello street artist locale Guido ‘il Flâneur’.
- Terrazze Panoramiche: affacciati sul mare dai diversi belvedere per godere di una vista mozzafiato sulla scogliera. Le più note sono la Terrazza Santo Stefano e la Terrazza di Santa Candida (o Largo Ardito).
3. La Statua di Domenico Modugno
Sul Lungomare Domenico Modugno, l’illustre cittadino di Polignano (noto in tutto il mondo per la sua canzone “Volare”), è omaggiato da una statua in bronzo alta tre metri che lo raffigura a braccia aperte. È un altro punto ideale per una foto ricordo con lo sfondo del mare Adriatico.
4. Le Grotte Marine
Polignano è famosa per la sua costa frastagliata e le numerose grotte marine naturali. La maggior parte può essere visitata solo via mare con un tour in barca, un’esperienza altamente consigliata. Tra le più famose ci sono:
- Grotta Palazzese: un’enorme caverna nota a livello internazionale per ospitare un esclusivo ristorante scavato nella roccia.
- Grotta Azzurra: dove i raggi solari creano intensi giochi di luce e riflessi blu nell’acqua.
- Grotta delle Rondinelle e Grotta Piana.
5. Abbazia e Villaggio di San Vito
A pochi chilometri dal centro, in direzione nord, si trova l’Abbazia di San Vito, un complesso religioso di origine medievale, in origine annesso a un convento. Nelle immediate vicinanze, la piccola Spiaggia di San Vito con la sua torre saracena offre un’alternativa più tranquilla alle calette del centro.
6. Museo Fondazione Pino Pascali
L’unica fondazione dedicata all’Arte Contemporanea in Puglia, intitolata all’artista polignanese Pino Pascali. Ospita una collezione permanente delle sue opere e mostre temporanee.
Conversano: Tra Conti e Tele D’Autore
Conversano, l’antica Norba, è una città che racchiude il fascino di un passato nobiliare, dominato per secoli dalla potente famiglia degli Acquaviva d’Aragona.
- Il Castello di Conversano (Acquaviva d’Aragona): Imponente e maestoso, questo castello di origine normanna, poi trasformato in residenza signorile, domina Piazza Castello (chiamata anche Largo della Corte). Al suo interno, non perdete la Pinacoteca comunale, dove sono custodite le splendide tele di Paolo Finoglio dedicate agli episodi della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
- La Cattedrale di Santa Maria Assunta: Un magnifico esempio di Romanico Pugliese, con la sua facciata a capanna e un rosone quattrocentesco. All’interno, tra le altre opere, si conserva l’icona duecentesca della Madonna della Fonte, patrona della città.
- Il Monastero di San Benedetto: Risalente a origini antichissime, con un affascinante chiostro romanico e una cripta pre-romanica che testimonia la storia religiosa della città.
- Castello Marchione: Poco fuori dal centro, immerso nel verde, era l’antica riserva di caccia e dimora estiva dei Conti Acquaviva.
- I Laghi di Conversano: La città è nota anche per i suoi laghi carsici, specchi d’acqua dolce naturali, riserva naturale e rifugio per specie animali, tra cui talvolta i fenicotteri.
La storia di Conversano è un affascinante viaggio attraverso millenni, che si snoda dalle antiche popolazioni della Peucezia fino al periodo dei grandi feudatari, i Conti Acquaviva d’Aragona, che la trasformarono in un centro di potere e cultura di notevole importanza nel Regno di Napoli.
Dalle Origini Peucete all’Età Romana: L’Antica Norba
Le radici di Conversano affondano nell’Età del Ferro (VIII-VI secolo a.C.), quando il sito fu sede di un insediamento della popolazione degli Iapigi e, in particolare, dei Peuceti. L’antico nome della città era, con ogni probabilità, Norba (Norba apula), un toponimo che compare anche nella Tabula Peutingeriana. A testimonianza di questa remota origine rimangono imponenti mura megalitiche, i cui resti sono tuttora visibili, specialmente alla base della torre maestra del Castello e nei pressi dell’Abbazia di San Benedetto.
Nonostante la presenza romana, attestata dalla menzione come Norba nel V secolo d.C. e da insediamenti rurali, l’urbanizzazione romana non fu intensa come in altri centri della Puglia. L’insediamento antico fu presumibilmente distrutto intorno al 411 d.C., probabilmente a causa delle incursioni dei Visigoti di Alarico.
Il Medioevo: Cupersanum tra Bizantini, Longobardi e Normanni
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la città rinacque con il nome di Cupersanum. Il periodo altomedievale fu caratterizzato da continue contese tra l’Impero Bizantino e i Longobardi del Ducato di Benevento.
- Longobardi e Bizantini: Nel VII secolo, i Longobardi fortificarono il castellum e lo elevarono a sede di un gastaldo. Conversano tornò sotto il controllo bizantino alla fine del IX secolo, divenendo un importante centro strategico e religioso.
- La Nascita della Contea Normanna (XI Secolo): Il vero punto di svolta arrivò con la conquista normanna. Nel 1054, Conversano divenne la sede di una potentissima e vasta Contea, con possedimenti che si estendevano su una parte significativa della Puglia centro-meridionale. Il primo conte fu Goffredo d’Altavilla, nipote di Roberto il Guiscardo. I Normanni diedero il via alla costruzione del Castello, che sorge imponente sul punto più alto della collina, e della Cattedrale.
- Il Monstrum Apuliae: Un fenomeno unico e straordinario nella storia di Conversano fu l’istituzione del Monastero di San Benedetto. La sua Badessa Mitrata acquisì, a partire dal 1266 per concessione di Papa Clemente IV, un’autorità ecclesiastica e persino temporale, esercitando una vera e propria giurisdizione feudale su parte del clero e della popolazione, un potere talmente vasto e anomalo da essere definito dalle fonti ecclesiastiche come “Monstrum Apuliae” (il mostro delle Puglie).
L’Epoca Tardo Medievale e Rinascimentale: I Grandi Feudatari
La Contea di Conversano passò di mano in mano tra importanti casati, tra cui i Brienne, gli Enghien, i Lussemburgo, i Sanseverino e gli Orsini. Il Castello continuò ad essere ampliato e fortificato sotto queste famiglie.
- Gli Acquaviva d’Aragona (1456-1806): Il periodo di massimo splendore e trasformazione per Conversano è indissolubilmente legato alla famiglia Acquaviva d’Aragona. La Contea passò a loro nel 1456 con il matrimonio tra Caterina Orsini Del Balzo e Giulio Antonio I Acquaviva. La famiglia mantenne il dominio fino all’abolizione della feudalità. Sotto la loro signoria, il medievale Castello fu trasformato in un’elegante residenza signorile rinascimentale.
Il Seicento: Giangirolamo II, “Il Guercio delle Puglie”
Tra i Conti Acquaviva, merita una menzione particolare Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600-1665), passato alla storia con il soprannome di “Il Guercio delle Puglie”. Fu un personaggio controverso, noto per il suo temperamento violento e autoritario, che esercitò un potere assoluto sul suo feudo. A lui si devono importanti interventi artistici e architettonici:
- Mecenatismo e Arte: Giangirolamo II commissionò al pittore napoletano Paolo Finoglio il grandioso ciclo pittorico sulla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, destinato alla Galleria del Castello, oggi uno dei tesori artistici della città.
- La Questione di Alberobello: Giangirolamo II è legato anche alla storia di Alberobello. Per eludere un editto vicereale che imponeva l’assenso regio per la fondazione di nuovi centri abitati, permise ai contadini di costruire solo abitazioni precarie, fatte di pietre a secco (i trulli), facilmente smontabili in caso di ispezione, un espediente che diede origine all’unico centro urbano interamente composto da trulli.
L’Età Moderna e Contemporanea
Il dominio degli Acquaviva d’Aragona si concluse nel 1806 con l’eversione della feudalità nel Regno di Napoli. Il titolo di “Monstrum Apuliae” della Badessa fu formalmente abolito poco dopo, nel 1810, ponendo fine a secoli di giurisdizione ecclesiastico-temporale.
Nel corso del XIX e XX secolo, Conversano è passata da un’economia prevalentemente agricola a una realtà moderna e dinamica. Oggi, la città conserva un ricco patrimonio artistico e architettonico, con il Castello, la Cattedrale e l’Abbazia di San Benedetto che raccontano la sua lunga e gloriosa storia.
Putignano: Il Fascino del Sottosuolo e del Carnevale
Putignano è un borgo noto in tutta Italia per il suo storico Carnevale, uno dei più antichi d’Europa, ma offre anche tesori sotterranei.
- Il Centro Storico e la Chiesa Matrice di San Pietro Apostolo: Il cuore del borgo medievale, con i suoi vicoli stretti e il caratteristico “bottellino” (un percorso anulare interno alle mura), conduce alla Chiesa Madre, con un’armoniosa facciata barocca.
- La Grotta del Trullo: Nelle campagne circostanti, questa cavità carsica è l’unica grotta pugliese che si sviluppa sotto un trullo, un vero spettacolo geologico con impressionanti formazioni di stalattiti e stalagmiti di alabastro.
- Il Museo del Carnevale: Per scoprire la storia e l’arte delle cartapesta, vero simbolo della città.
Il Carnevale di Putignano, in provincia di Bari, è una delle manifestazioni carnascialesche più antiche d’Europa, con oltre seicento anni di storia, e vanta il primato di essere il Carnevale più lungo in Italia, iniziando ufficialmente il 26 dicembre e terminando il Martedì Grasso.
Le Origini e le “Propaggini”
La tradizione del Carnevale di Putignano affonda le radici nel 1394 e lega la sua nascita a un evento religioso: la traslazione delle reliquie di Santo Stefano Protomartire da Monopoli, città costiera più esposta agli attacchi dei Saraceni, all’entroterra di Putignano, dove sarebbero state più al sicuro nella chiesa di Santa Maria la Greca.
Si narra che, per accogliere le reliquie, gli abitanti di Putignano si unirono in una solenne processione. Giunti in città, essi si lasciarono andare a danze e canti spontanei, mescolando sacro e profano. Fu proprio questo spontaneo sfogo di gioia, o forse il desiderio di alleggerire il lavoro della traslazione, a dare il via alla tradizione.
L’Inizio del 26 Dicembre
Il Carnevale ha inizio ufficialmente il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, con la Festa delle Propaggini.
- Il Rito: Le Propaggini sono un antico rito in cui i contadini, vestiti con abiti tradizionali e muniti di attrezzi da lavoro, si esibiscono in Piazza Plebiscito.
- La Satira: I partecipanti recitano, in rima e in stretto dialetto locale, dei “propaggini” (detti anche propaggini o propagginazioni), ovvero dei versi satirici in cui prendono bonariamente in giro i potenti locali, i personaggi in vista e gli eventi salienti dell’anno appena trascorso. Questo atto di satira collettiva è il vero e proprio “seme” del Carnevale che fiorirà nei mesi successivi.
La Maschera Simbolo: Farinella
La maschera ufficiale del Carnevale di Putignano è Farinella.
- Aspetto: Farinella è un personaggio allegro e dispettoso, un giullare con un abito a toppe variopinte e un cappello a due punte con sonagli, simile a un tradizionale abito da Pulcinella ma più colorato.
- Nome e Tradizione Culinaria: Il suo nome deriva dalla farinella, un prodotto gastronomico tipico di Putignano e dell’entroterra barese. Si tratta di una farina ricavata da ceci e orzo tostati e macinati, un alimento base e povero della tradizione contadina, che Farinella porta spesso con sé in un sacchetto.
- Ruolo: Farinella incarna lo spirito libero del Carnevale, l’allegria popolare e l’ironia. La sua presenza è un costante richiamo alle origini contadine e alla voglia di sfidare le difficoltà con il sorriso.
I Riti e gli Eventi Principali
Il calendario del Carnevale di Putignano è costellato di riti unici che si susseguono per quasi due mesi.
I “Giovedì del Carnevale”
Di giovedì in giovedì, a partire da metà gennaio, si susseguono feste e celebrazioni a tema, ognuna dedicata alla satira e al dileggio di una specifica categoria sociale:
- Giovedì dei Monsignori
- Giovedì dei Preti
- Giovedì delle Monache
- Giovedì dei Vedovi
- Giovedì dei Pazzi (gli scapoli)
- Giovedì delle Donne Sposate
- Giovedì dei Cornuti (gli uomini sposati), celebrato con il rito burlesco dell’Accademia della Corna e l’elezione del “Gran Cornuto” dell’anno.
La Festa dell’Orso e Le Sfilate
- La Festa dell’Orso (Candelora, 2 Febbraio): Questo rito, che coincide con la Candelora, è una rappresentazione teatrale che unisce antiche credenze popolari sull’oracolo meteorologico (il letargo dell’orso e l’arrivo della primavera) con la tradizione. L’orso è simbolo di ambivalenza e di un ciclo di morte e rinascita, preannunciando scherzosamente la fine dell’inverno e l’inizio della festa.
- Le Grandi Sfilate dei Carri Allegorici: Il culmine della festa è rappresentato dalle parate che si svolgono nelle domeniche di Carnevale e nel Martedì Grasso. I carri allegorici di Putignano sono opere maestose di cartapesta, realizzate dai maestri cartapestai locali, vere e proprie sculture gigantesche che interpretano in chiave satirica e grottesca temi di attualità politica e sociale, spesso con l’uso sapiente di meccanismi che li rendono dinamici.
Il Gran Finale: Il Funerale del Carnevale
Il Carnevale si conclude il Martedì Grasso con un rito che mescola tristezza e ironia:
- Il Funerale del Carnevale: Simbolicamente, si celebra il funerale di “Carnevale”, rappresentato da un fantoccio o, anticamente, da un maiale di cartapesta. Si svolge una sfilata in lutto, con la partecipazione delle “prefiche” (donne in lutto che inscenano un pianto esagerato e comico) per la fine dei bagordi.
- La Campana dei Maccheroni: Il tutto si conclude con i “365 rintocchi” della Campana dei Maccheroni, che segnano la mezzanotte e annunciano, con malinconia goliardica, l’inizio della Quaresima e della penitenza.
Il Carnevale di Putignano non è solo una sfilata di carri, ma un complesso intreccio di riti e tradizioni secolari che ne fanno uno degli eventi culturali più importanti e sentiti della Puglia.
Gioia del Colle: Tra Federico II e Briganti
Gioia del Colle è un centro ricco di storia, strettamente legato alla figura dell’Imperatore Federico II di Svevia e, in epoche successive, a una delle pagine più controverse della storia italiana: il Brigantaggio.
- Il Castello Normanno-Svevo: Simbolo della città, fu ricostruito e ampliato da Federico II e si dice sia stato uno dei suoi luoghi prediletti per le battute di caccia. All’interno, la Sala del Trono e la Torre dell’Imperatrice raccontano storie e leggende, come quella, toccante, di Bianca Lancia, che secondo la tradizione partorì Manfredi proprio nelle prigioni del castello. Oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale.
- Il Parco Archeologico di Monte Sannace: A pochi chilometri dal centro, un insediamento peuceta dell’Età del Ferro che offre una testimonianza fondamentale sulla civiltà preromana della regione.
Il Sergente Romano e i Briganti
A Gioia del Colle e dintorni si consumò la storia di Pasquale Domenico Romano, noto come il Sergente Romano (Gioia del Colle, 1833 – 1863).
- La Figura Simbolo: Romano era un ex ufficiale dell’esercito borbonico che, dopo l’Unità d’Italia, divenne uno dei capi briganti più temuti e rispettati della zona. Egli e i suoi uomini combattevano per la restaurazione del Regno delle Due Sicilie, trasformando il brigantaggio in una vera e propria guerra civile e politica, non solo in un fenomeno di criminalità.
- La Morte e la Leggenda: Pasquale Romano morì in un conflitto a fuoco nel bosco di Vallata, vicino a Gioia del Colle, il 5 gennaio 1863. La tradizione narra che, ferito a morte e circondato, chiese di essere finito “da soldato” (fucilato), ma gli fu risposto: “Muori da brigante!” prima di essere ucciso a sciabolate. Il suo corpo fu poi esposto a Gioia del Colle.
- Luoghi della Memoria: La sua figura è ancora viva nella memoria locale, celebrata da studi e rievocazioni, e un cippo commemorativo nel bosco di Vallata ne ricorda il sacrificio e la lotta.
Altamura è una città della Puglia, nota per la sua storia ricca, i suoi tesori archeologici e il suo rinomato prodotto gastronomico, il Pane di Altamura DOP.
Ecco un riepilogo delle informazioni più importanti:
1. La Storia e l’Architettura
Altamura è profondamente legata alla figura di Federico II di Svevia, che nel 1232 ne ordinò la costruzione e la ripopolazione, facendone una città multiculturale (divisa in zone greca, saracena, latina ed ebraica).
- Cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo di Altamura): Fondato da Federico II nel 1232, è un magnifico esempio di romanico pugliese con forti elementi gotici. La facciata è sontuosa, caratterizzata da due campanili del XVI secolo uniti da una loggetta e un bellissimo Portale Maggiore, un capolavoro di scultura tardo-romanica che raffigura scene della vita di Gesù.
- I Claustri: Tipici del centro storico di Altamura, sono particolari cortili o piccole piazze che un tempo fungevano da punti di ritrovo sociale e luoghi di lavoro. I più noti sono il Claustro della Giudecca (l’antico quartiere ebraico) e il Claustro dei Mori.
- Mura Megalitiche: Resti delle antiche mura che circondavano la città, risalenti al periodo dei Peucezi (I millennio a.C.), molto prima della fondazione sveva.
- Rivoluzione Altamurana (1799): Un evento storico di rilievo in cui Altamura fu un centro di resistenza contro le truppe sanfediste del Cardinale Ruffo in nome degli ideali della Repubblica Napoletana, guadagnandosi l’appellativo di “Leonessa di Puglia.”
2. Tesori Archeologici: L’Uomo e i Dinosauri
Il territorio di Altamura è un sito di importanza paleontologica e archeologica mondiale.
- L’Uomo di Altamura: Scoperto nel 1993 nella Grotta di Lamalunga, è un fossile eccezionalmente ben conservato di un uomo di Neanderthal, risalente a un periodo tra 130.000 e 170.000 anni fa. È considerato uno degli scheletri di Neanderthal più antichi mai ritrovati e la sua conservazione (incrostato di calcite, a forma di “popcorn da grotta”) lo rende unico.
- Dove vederlo: Per motivi di conservazione, l’originale è rimasto in situ nella grotta (inaccessibile al pubblico). I visitatori possono conoscere la storia e vedere una riproduzione fedele presso il Museo dell’Uomo di Altamura a Palazzo Baldassarre e il Centro Visite di Lamalunga, che fanno parte della Rete Museale “Uomo di Altamura”.
- Cava dei Dinosauri (località Pontrelli): Un sito eccezionale dove sono state scoperte oltre 20.000 orme di dinosauri risalenti a circa 70 milioni di anni fa (Cretaceo), organizzate in vere e proprie piste.
3. Il Pane di Altamura DOP
Altamura è famosa in tutto il mondo per il suo pane, il primo prodotto da forno in Europa ad aver ottenuto il riconoscimento Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 2003.
- Caratteristiche: È un prodotto panario ottenuto da semola rimacinata di grano duro delle varietà locali (come Appulo, Arcangelo, Duilio e Simeto), lievito madre, sale marino e acqua. La pagnotta deve pesare non meno di 0,5 kg e si presenta nelle forme tradizionali “Accavallata” (sckuanéte) o “Bassa” (a cappìdde de prévete).
- Qualità: La sua fama è antica; il poeta latino Orazio, nel 37 a.C., ne lodava già la qualità, definendolo “il migliore del mondo.” La sua lunga lievitazione naturale (12 ore) con lievito madre e la cottura in forni a legna gli conferiscono un sapore ricco e aromatico, una crosta croccante (spessore minimo 3 mm) e una mollica soffice, di colore giallo paglierino.
- Curiosità: Storicamente, le pagnotte venivano impastate in casa e poi cotte nei forni pubblici, dove venivano marcate con le iniziali del capofamiglia per il riconoscimento. Alcuni forni storici, come l’Antico Forno Santa Caterina, sono attivi fin dal 1391.
4. Attrazioni Naturalistiche
- Pulo di Altamura: Una delle più grandi conche carsiche chiuse (doline) presenti nell’area della Murgia, con un diametro di 500 metri e una profondità di circa 80 metri, ideale per escursioni e trekking.
In questo articolo sui dintorni di Polignano a mare abbiamo visto cosa vedere a Conversano, uno dei paesi più belli della provincia barese e che può essere saltata da chi visiti la zona. Chi va in vacanza Monopoli o a Polignano non può che dedicare una bella visita anche a Conversano. Del pari chi sia in zona deve conoscere Gioia del Colle e Putignano. Suggerisco anche Altamura.