Alla reggia di Caserta senza fare il biglietto

Ultimamente ho avuto l’occasione di tornare a visitare la Reggia di Caserta, uno dei monumenti che più amo e che più mi rendono orgoglioso del mio passato.

Del suddetto sito borbonico – soprattutto grazie all’interessamento dell’ex ministro Bray – si è molto discusso negli ultimi mesi e si sottolineato come sia mal gestito dal ministero dei beni culturali e dai suoi funzionari.

Prima di arrivare a Caserta mi aspettavo, pertanto, che qualcosa fosse cambiato in meglio e che lo stato italiano fosse intervenuto in modo incisivo per salvaguardare e valorizzare, come merita, la reggia più bella del mondo, ma purtroppo ho dovuto constatare che  – dopo tante inutili chiacchiere – nulla è cambiato.

Appena ho attraversato piazza Carlo III, le erbacce e la spazzatura presente sull’enorme prato mi hanno dato la sensazione di essere in un posto abbandonato a se stesso, mentre le impalcature – sulle quali nessuno stava lavorando – presenti sulla facciata principale del complesso vanvitelliano mi hanno subito fatto capire che il sovrintendente non ha mai viaggiato in vita sua.

Alla biglietteria non c’è alcuna fila e i visitatori sono davvero pochissimi, ma io – prima di entrare – preferisco fare una passeggiata  attorno alla Reggia.

Sennonché, dopo qualche minuto, non avendo alcuna intenzione di tornare indietro,chiedo  ad un vucumprà se conosce un altro ingresso per accedere direttamente al parco.

Al riguardo la risposta è più che esaustiva: il vucumprà, infatti, suggerisce di entrare dal lato destro nelle adiacenze del parcheggio dei dipendenti dove  sarei potuto entrare liberamente senza pagare alcun biglietto.

Trovo inutile, a questo punto, lodare la magnificenza della reggia e sottolineare che la visita è stata comunque affascinante, preferendo sottolineare che:

a) i dipendenti – e i loro parenti –  confondono il parco della reggia con il parco auto della reggia. Ce ne saranno circa 1.000/mille  (!!!!) parcheggiate un po’ ovunque. Inoltre non è  raro imbattersi in automobili che sfrecciano lungo il parco come se stessero su una tangenziale;

b) i dipendenti ritengono superfluo svolgere le mansioni per cui sono stati assunti e preferiscono, in genere, trascorrere l’orario di lavoro parlando tra di loro  del più e del meno in modo sguaiato;

c) Solo una una minima parte degli appartamenti reali sono visitabili, restando la maggior parte degli ambienti inibiti al pubblico. In particolare è assurdo che ci siano persone che vi abitino, nonché degli uffici dell’aeronautica e della scuola superiore della pubblica amministrazione. La reggia dovrebbe essere solo un enorme museo pieno di  attività culturali e ricreative.

Di questi scandali si è ampiamente parlato in passato, ciò nonostante la sovrintendente e gli ispettori del ministero dei beni culturali continuano a non vedere e a non fare nulla per ovviare a tale situazione.

Costoro dovrebbero farsi  un giro ad Hampton Court (Londra), al  Royal Pavilion (Brighton) e all’Osborne House (isola di Wight) per scoprire cos’è l’organizzazione, l’attenzione ai particolari e la sorveglianza.

Si tratta di complessi che, per quanto splendidi, sono infinitamente inferiori a quello di Caserta, ma che, essendo preservati al meglio, riescono a sfruttare perfettamente le loro potenzialità e  superano di gran lunga i visitatori che arrivano a Caserta.

Al riguardo basti considerare  che  Caserta  – in pochi anni – ha perso metà dei suoi visitatori e nel 2013 ha registrato l’arrivo di  appena quattrocentomila turisti, mentre Versailles di visitatori ne ospita – ogni anno – circa 10 milioni (id est: 25 volte in più).


Basterebbe solo questo dato per arrabbiarsi e bucare le gomme delle auto di quei dipendenti nullafacenti che rubano lo stipendio.

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