Quella che segue è una faziosissima recensione clandestina che viene contraddittoriamente pubblicata sul narrabondo, ma che si spera che sia letta da pochissime persone, quasi nessuna, nella denegata eventualità che a sapere dell’esistenza della Dispensa dei Mellini sia una moltitudine esagerata di aspiranti clienti.

Il locale in questione, del resto, è un posticino veramente garbato, un piccolo scrigno con pochi tavoli in cui ogni boccone diventa una coccola e del quale bisogna essere egoisticamente gelosi.
No, non siamo in un locale fighettino e gnegnegne che fa strani intrugli, ma siamo in un ristorantino che, se si vuole, fa anche la trippa fritta, ma la fa in un modo talmente fine da farla diventare un piatto prelibato. Per cui, cari lettori, se siete arrivati a leggere fin qui e volete saperne di più, acqua in bocca: carpite pure il segreto, ma tenetelo per voi e non divulgatelo assolutamente.
La dispensa dei Mellini, peraltro, si trova pur sempre sul lungotevere dei Mellini ad uno schiocco di dita dal palazzaccio che ospita la Suprema Corte di Cassazione e i togati, si sa, ci tengono a mangiare bene. Per la verità, volendo evitare di essere sarcastici fino in fondo, va detto che si tratta di una attività che ha cambiato la propria identità solo nel 2019 ed è esplosa recentemente da quando il mondo, dopo il covid, è tornato ad essere vissuto.
Ma, bando alle ciance, cerchiamo di essere seri. Cosa si mangia di buono alla Dispensa dei Mellini? Essenzialmente cucina romana, ma come non l’avete mai provata prima. Insomma, per farla breve, la carbonara, la gricia e la cacio e pepe le trovate sempre, ma trovate anche dei piatti maggiormente intriganti.
Qualche esempio concreto?
Tenendo in considerazione che il menù cambia stagionalmente e offre sempre qualche chicca inedita, tra gli antipasti possiamo citare lo spumoso di parmigiano con cialda di bacon croccante, i fiori di zucca in pastella con mazzancolle, mozzarella e gocce di alloro, il petto d’oca affumicato su crostino di pane nero, gli asparagi glassati con uova di quaglia e maionese di soia, nonché il carciofo fritto su spuma al pecorino romano.

Quanto ai primi abbiamo:
-fettuccelle alla chitarra fatte in casa al ragù di polpo, crema di pane e Marzolina ( v. foto);
-i pici con baccalá alle erbe crema di piselli e menta, grappolo di pomodorini confit e caffé;
-le orecchiette con verdure, pesto di coriandolo, pecorino di Fossa e basilico fritto;
-la pasta al burro con alici e pecorino;
-la pasta di Gragnano con sugo di coda alla vaccinara e una spolverata di parmigiano;
-i tortelli d’anatra con nocciole, parmigiano e rapa rosse;
-i cappelletti in brodo con noce moscata limone parmigiano, riso alle erbe con burro bianco e midollo.
Relativamente ai secondi, invece, abbiamo sia pezzi di carne che, ad esempio, il filetto di sgombro con budino di zucca e mandorle tostate, composta di pomodoro e peperoncino spinacino
Infine si riportano i dolci : crema di cioccolato al bicchiere di ribes, mousse di grappa e caffè con cuore di cioccolato di Modica, crumble scomposto di pere e pistacchi con gelato e salsa inglese.
Non basta? Aggiungete allora al panegirico un servizio attento, sempre con il sorriso e mai invadente – oltre una bella collezione di etichette – e il dado si trae facilmente.
Insomma, se proprio siete de coccio, è meglio ribadirlo in modo chiaro e tondo: la Dispensa dei Mellini è uno dei migliori ristoranti di Roma.
Prezzi congrui
- La dispensa dei Mellini, scheda di sintesi:
- Lungotevere dei Mellini n. 31
- Cucina con una forte identità romana, ma con rivisitazioni inedite e particolarissime;
- Servizio attento e garbato
- Prezzo medio: 45/50 euro a persona
Beh, ogni recensione è “faziosa”, perché ovviamente è scritta seguendo il “gusto” di chi scrive.
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