Napoli nell’Arte del Cinquecento: Tra Rinascimento e Manierismo, Una Città in Trasformazione
Il Cinquecento è un secolo cruciale per Napoli, che la vede protagonista di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Con l’avvento della dominazione spagnola (dal 1503), la città diventa la capitale di uno dei vicereami più importanti dell’Impero Spagnolo, crocevia di traffici e culture, ma anche luogo di contraddizioni e tensioni. Questa complessità si riflette potentemente nel mondo dell’arte, che si muove tra le ultime propaggini del Rinascimento, l’affermazione del Manierismo e le prime avvisaglie del Barocco.
Napoli, pur non essendo un centro propulsore di nuove correnti come Firenze o Roma, è un polo di attrazione e ricezione di stili e artisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Le grandi committenze vicereali, nobiliari e religiose stimolano una produzione artistica ricca e variegata, che saprà interpretare e rielaborare le tendenze del secolo con un’anima tutta partenopea.
Architettura e Urbanistica: La Fortificazione e la Nascita di Nuovi Quartieri
Il Cinquecento vede Napoli consolidarsi come una città-fortezza, con importanti interventi difensivi, ma anche espandersi con la creazione di nuovi quartieri che rispecchiano la sua crescente popolazione e importanza.
- Le Fortificazioni: Sotto il vicereame di Don Pedro de Toledo (1532-1553), Napoli diventa un modello di città fortificata. Si realizzano nuove mura e bastioni, e si rinforzano le strutture preesistenti, come il Castel Sant’Elmo sulla collina del Vomero, trasformato in una fortezza stellata, esempio di architettura militare d’avanguardia. Questi interventi, pur avendo scopo difensivo, contribuiscono a ridefinire il profilo urbano della città.
- Il Quartiere Spagnolo: Per ospitare le truppe spagnole e far fronte all’aumento della popolazione, si sviluppano rapidamente nuovi quartieri. Il più celebre è il Quartiere Spagnolo (o Quartieri di Toledo, dal nome del viceré), caratterizzato da una griglia ortogonale di strade strette e alte che si arrampicano sulla collina. Sebbene oggi sia un simbolo della Napoli popolare, all’epoca rappresentava un’espansione urbanistica funzionale, seppur con problematiche legate alla densità abitativa.
- Palazzi e Chiese Rinascimentali/Manieriste: Molti palazzi nobiliari e chiese vengono costruiti o ristrutturati, mostrando l’influenza del Rinascimento romano e toscano, ma con un tocco di esuberanza decorativa che prelude al Barocco. Si pensi a strutture come il Palazzo Gravina (sede della Facoltà di Architettura), che con la sua facciata in bugnato e il cortile porticato è un esempio di architettura civile rinascimentale.
Pittura: Tra Tardo Rinascimento, Manierismo e Naturalismo
La pittura napoletana del Cinquecento è un crogiolo di influenze. Artisti locali e stranieri si confrontano, assorbendo lezioni da Roma, Firenze e Venezia, ma spesso interpretandole con una propria identità.
- Pietro Negroni (1503-1565 circa): Allievo di Marco Cardisco, Negroni è un esempio di pittore napoletano che si muove nel solco del tardo Rinascimento, con opere a carattere religioso che mostrano una buona padronanza della forma e del colore, influenzate dal manierismo romano.
- Marco Cardisco (attivo dal 1508-1542): Rappresenta la fase di transizione dal Rinascimento pieno al Manierismo. Le sue opere, spesso di carattere religioso, mostrano una ricerca di monumentalità e un’attenzione al disegno.
- Giovanni Filippo Criscuolo (attivo metà XVI sec.): Fratello del più noto Giovan Battista, le sue opere sono un esempio del Manierismo napoletano, con figure allungate e composizioni complesse.
- Andrea Sabatini (detto Andrea da Salerno) (1487-1530): Considerato il padre del Rinascimento a Napoli, Andrea da Salerno fu influenzato da Raffaello e da altri maestri umbri. Le sue opere, con colori luminosi e figure armoniose, segnano l’introduzione dello stile rinascimentale a Napoli. Le sue pale d’altare sono presenti in diverse chiese napoletane.
- Giorgio Vasari (1511-1574): Sebbene non napoletano, il celebre pittore, architetto e storico dell’arte toscano fu attivo a Napoli. I suoi affreschi nel Refettorio del Monastero di Monteoliveto (oggi Sant’Anna dei Lombardi) e nella Sacrestia di San Giovanni a Carbonara sono testimonianza del Manierismo fiorentino, con figure atletiche e composizioni complesse. La sua presenza a Napoli contribuì a diffondere i canoni artistici toscani.
- Polidoro da Caravaggio (1492-1543): Nonostante il nome, non ha legami di parentela con Michelangelo Merisi. Questo pittore romano, allievo di Raffaello, si rifugiò a Napoli dopo il Sacco di Roma (1527). La sua pittura, caratterizzata da un uso drammatico del chiaroscuro e da un forte realismo, è stata fondamentale per lo sviluppo del naturalismo napoletano, anticipando in un certo senso le tendenze del secolo successivo. Le sue opere a Napoli, purtroppo poco conservate, influenzarono molti artisti locali.
- Il Manierismo Napoletano: Si sviluppa una propria interpretazione del Manierismo, con figure allungate, torsioni complesse, colori iridescenti e una certa enfasi sul dramma. Artisti come Giovan Bernardino Azzolino (1572-1645), sebbene attivo anche nel Seicento, affondano le radici in questo periodo, con opere che mostrano una transizione verso il Barocco.
- I Fiamminghi a Napoli: La presenza spagnola favorì anche l’arrivo di artisti fiamminghi che portarono a Napoli nuove tecniche e temi, come la pittura di paesaggio e di genere, influenzando la sensibilità locale verso un maggiore realismo.
Scultura: Tra Influenze Toscane e Ricchezza Decorativa
La scultura del Cinquecento napoletano è caratterizzata da una forte influenza toscana e dalla ricerca di un’espressività drammatica.
- Giovanni da Nola (1478-1559): Considerato il massimo scultore napoletano del Rinascimento. La sua opera, in marmo e legno, è caratterizzata da una grande armonia formale e da una profonda sensibilità religiosa. Realizzò numerosi complessi scultorei per chiese napoletane, come le cappelle del Duomo e di Sant’Anna dei Lombardi. Le sue opere mostrano un’eleganza che si rifà ai maestri toscani, ma con una propria specificità locale.
- Bartolomeo Ammannati (1511-1592): Architetto e scultore fiorentino, anche se non attivo stabilmente a Napoli, la sua influenza si fece sentire attraverso le sue opere e i suoi allievi.
- Girolamo Santacroce (1502-1537): Allievo di Giovanni da Nola, sebbene di vita breve, Santacroce è un’altra figura importante del Rinascimento napoletano in scultura. Le sue opere, come il Sepolcro Sannazaro nella Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, mostrano una grazia e una raffinatezza che lo distinguono.
- Giovanni Merliano da Nola (1478-1559): Da non confondere con Giovanni da Nola. Questo scultore è noto per i suoi bassorilievi e sculture in legno, con un realismo che preannuncia il Barocco.
Le Committenze: Viceré, Ordini Religiosi e Famiglie Nobiliari
Il fervore artistico del Cinquecento a Napoli fu sostenuto da un sistema di committenze solido e variegato:
- La Corte Vicereale: I viceré spagnoli furono grandi mecenati, commissionando opere per celebrare il loro potere e per abbellire la città. La loro influenza si estese anche all’importazione di artisti e stili dalla Spagna e da altri territori dell’Impero.
- Gli Ordini Religiosi: In un’epoca segnata dalla Controriforma, gli ordini religiosi (Gesuiti, Teatini, Francescani, ecc.) furono committenti prolifici, erigendo nuove chiese e arricchendo quelle esistenti con altari, pale d’altare e complessi scultorei che dovevano ispirare la fede e la devozione.
- Le Grandi Famiglie Nobiliari: Le ricche famiglie aristocratiche napoletane gareggiavano nel commissionare opere d’arte per le proprie dimore e le cappelle gentilizie, spesso chiamando artisti di fama e contribuendo a creare un ricco patrimonio di opere.
L’Eredità del Cinquecento Napoletano
Il Cinquecento a Napoli è un secolo di transizione e consolidamento artistico. La città assorbe le grandi lezioni del Rinascimento e del Manierismo italiano, rielaborandole con una propria sensibilità.
- Crescita Urbana e Difensiva: L’architettura riflette la necessità di fortificare la città e di gestirne l’espansione, lasciando segni visibili ancora oggi.
- Crocevia di Stili: La pittura e la scultura mostrano una coesistenza di stili, dal tardo Rinascimento al Manierismo, con influenze da Roma, Firenze e il Nord Europa.
- L’Importanza del Naturalismo: L’arrivo di Polidoro da Caravaggio e le successive influenze fiamminghe gettano le basi per quel naturalismo che esploderà con prepotenza nel secolo successivo con l’arrivo di Caravaggio stesso.
- Maestranze Locali di Eccellenza: Artisti come Giovanni da Nola dimostrano la capacità delle maestranze napoletane di produrre opere di alta qualità e di reinterpretare i canoni internazionali con una propria identità.
Il Cinquecento ha preparato il terreno per la grande fioritura barocca del Seicento, ponendo le fondamenta di una capitale artistica in grado di attrarre e generare talenti, e di interpretare le correnti europee con una voce unica. Le opere di quest’epoca sono ancora oggi disseminate tra le chiese, i musei e le piazze di Napoli, testimoni silenziosi di un secolo di trasformazioni e di una costante ricerca di bellezza.