Cosa vedere a Bologna

Scrivere una guida turistica su Bologna impone di accennare a tutti gli aspetti che connotano il capoluogo dell’Emilia-Romagna. Bologna, infatti, è detta la “Dotta” per la sua antica Università, la “Rossa” per i suoi tetti e palazzi in cotto e la “Grassa” per sue tradizioni gastronomiche.  E’ una città ricca di storia e di grande fascino in cui non basta fare l’elenco su cosa vedere a Bologna, ma è necessario soffermarsi su ciò la rende unica  Chi voglia visitare Bologna, del resto, verrà sicuramente colpito dalla sua atmosfera e dalle sue sfaccettature.

Di seguito cercherò di sintetizzare brevemente tutto ciò che c’è da sapere per organizzare una bella gita a Bologna: cosa vedere, cosa fare, come muoversi.

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Cosa Vedere: Le Attrazioni Imperdibili

1. Piazza Maggiore e il Cuore della Città

  • Piazza Maggiore: Il cuore pulsante di Bologna, un magnifico salotto circondato da palazzi medievali e rinascimentali.
  • Basilica di San Petronio: Una delle chiese più grandi del mondo. Ammirane la facciata incompiuta e la splendida meridiana al suo interno.
  • Fontana del Nettuno: Iconico monumento situato in Piazza del Nettuno, adiacente a Piazza Maggiore.
  • Palazzo d’Accursio: Sede del Comune, con la Torre dell’Orologio visitabile e le Collezioni Comunali d’Arte.

2. Le Due Torri

  • Torre degli Asinelli e Torre Garisenda: Simbolo indiscusso della città. La Torre degli Asinelli è la più alta (97 metri) ed è possibile salire i suoi 498 scalini per godere di una vista panoramica mozzafiato sulla città.

3. I Portici UNESCO

  • Bologna è famosa per i suoi oltre 62 km di portici, dichiarati Patrimonio Mondiale UNESCO.
    • Portico di San Luca: Il portico più lungo del mondo (circa 3,8 km), composto da 666 archi, che conduce al Santuario della Madonna di San Luca sulla cima del Colle della Guardia, offrendo una vista spettacolare.

4. Cultura e Storia

  • Archiginnasio di Bologna: L’antica sede dell’Università di Bologna (la più antica del mondo occidentale). Da non perdere il suggestivo Teatro Anatomico.
  • Complesso di Santo Stefano (Le Sette Chiese): Un affascinante complesso di edifici sacri che richiamano il Santo Sepolcro di Gerusalemme.
  • Finestrella di Via Piella: Un piccolo scorcio che rivela uno dei pochi canali a cielo aperto rimasti in città, soprannominata la “piccola Venezia”.
  • Quadrilatero: L’antico mercato cittadino, un labirinto di vicoli animati con botteghe storiche, gastronomie e ristoranti.

Cosa Mangiare: La “Grassa” Tradizione Bolognese

Bologna è la capitale gastronomica d’Italia. Ecco i piatti che devi assolutamente provare:

PiattoDescrizione
Tortellini in BrodoPiccoli anelli di pasta fresca ripiena, tradizionalmente serviti in un saporito brodo di cappone.
Tagliatelle al RagùLe vere “tagliatelle alla bolognese” (guai a chiamarli “spaghetti alla bolognese”!). Sono condite con il ricco e lento ragù di carne.
Lasagne alla BologneseStrati di sfoglia verde all’uovo, ragù, besciamella e Parmigiano Reggiano.
Mortadella Bologna IGPIl salume simbolo della città, da gustare in purezza o con un pezzo di pane.
Crescentine (o Gnocco Fritto)Sottili quadrati di pasta fritta, perfetti da accompagnare con salumi e formaggi (come lo Squacquerone).
Cotoletta alla PetronianaCotoletta di vitello fritta, coperta di prosciutto crudo e Parmigiano, poi cotta in brodo e rifinita con tartufo o funghi.
Certosino o PanspezialeDolce natalizio tradizionale a base di miele, frutta secca, cioccolato fondente e canditi.

 Consigli Utili per la Tua Visita

  • Spostamenti: Il centro storico è compatto e facilmente visitabile a piedi. I portici offrono un ottimo riparo in caso di pioggia o sole battente.
  • Università: Tieni presente che l’Università di Bologna è viva e diffusa in tutto il centro, regalando un’atmosfera vibrante e giovanile.

 Bologna non è solo storia e buon cibo, ma anche una città ricca di curiosità e leggende divertenti che la rendono unica. Non voglio per questo soffermarmi esclusivamente su cosa vedere a Bologna per rivelare anche alcuni aneddoti curiosi

1. Il “Telefono Senza Fili” del Voltone

Sotto il Voltone del Podestà (l’arco che si trova sotto Palazzo del Podestà, tra Piazza Maggiore e Piazza Re Enzo) esiste un incredibile effetto acustico.

  • L’aneddoto: Se due persone si posizionano agli angoli opposti del voltone e sussurrano verso il muro, riescono a sentirsi distintamente.
  • La Curiosità Storica: Si dice che questo “telefono senza fili” fosse usato nel Medioevo dai confessori per ascoltare i peccati dei malati di peste senza doversi avvicinare troppo, evitando così il contagio. Oggi è una delle attrazioni più amate dai turisti!

 2. L’Illusionista Nettuno

La splendida Fontana del Nettuno in Piazza del Nettuno nasconde un malizioso scherzo ottico progettato dal suo creatore, il Giambologna.

  • L’Aneddoto: La statua, chiamata affettuosamente “il Gigante”, fu oggetto di lunghe dispute con le autorità ecclesiastiche dell’epoca perché il Nettuno aveva genitali troppo evidenti.
  • Il Trucco: Giambologna riuscì ad aggirare il divieto. Posizionò la mano del dio in modo che, da una prospettiva specifica (salendo i gradini della vicina Sala Borsa), il pollice sembri sporgere in modo da simulare un membro eretto. È una strizzata d’occhio irriverente e divertente ai benpensanti di allora!
  • Bonus: Il tridente del Nettuno è stato ripreso come logo della celebre casa automobilistica bolognese Maserati.

3. Le Tre Frecce nel Soffitto

Passeggiando sotto il Portico di Corte Isolani (Strada Maggiore), prova ad alzare lo sguardo per cercare un punto in cui il soffitto è annerito.

  • La Leggenda: Troverai tre frecce conficcate nel legno. La storia più divertente narra che tre briganti furono assoldati per uccidere un signore che passava di lì. Mentre erano pronti a scoccare i dardi, vennero distratti da una bellissima donna affacciata nuda (o poco vestita) alla finestra. Confusi e abbagliati dalla visione, sbagliarono la mira e le frecce finirono per conficcarsi nel soffitto, dove si trovano ancora oggi.
  • 4. La Superstizione degli Studenti

L’Università di Bologna è la più antica del mondo, quindi le sue tradizioni sono molto sentite, soprattutto dagli studenti.

  • La Superstizione: Si dice che gli studenti che non si sono ancora laureati non debbano salire sulla Torre degli Asinelli. Chi rompe questa regola non riuscirà mai a completare gli studi.
  • L’Aneddoto: Questa credenza è presa così sul serio che anche molti bolognesi che non studiano più evitano di salire in cima “per sicurezza”!

Spero che questi aneddoti abbiano reso la tua idea di Bologna ancora più colorata e intrigante!

ORA MI SOFFERMERò PIU’ NELLO SPECIFICO SU COSA VEDERE A BOLOGNA:

cco una descrizione approfondita di Piazza Maggiore e del cuore pulsante di Bologna, ricca di dettagli storici e architettonici.


🏰 Piazza Maggiore e il Cuore di Bologna: Un Salotto a Cielo Aperto

Piazza Maggiore, per i bolognesi semplicemente “la Piazza,” non è solo lo spazio centrale di Bologna, ma l’anima storica, politica, religiosa e sociale della città. Questa vastissima piazza pedonale, un capolavoro urbanistico medievale, è incorniciata da una sfilata imponente di palazzi storici che raccontano secoli di potere e cultura.

La piazza fu definita nella sua forma attuale tra il XIII e il XV secolo, nata per dare un centro rappresentativo alla fiorente realtà comunale. È un luogo di incontro, di mercati, di proteste e di celebrazioni che mantiene intatta l’atmosfera vibrante del suo passato glorioso.

La Basilica di San Petronio: L’Imponenza Incompiuta

L’elemento che domina incontrastato la piazza è la Basilica di San Petronio, dedicata al santo patrono della città. Sebbene sia solo il progetto iniziale di ciò che doveva essere (un tempio più grande della Basilica di San Pietro a Roma), la sua imponenza è innegabile. L’edificio è noto per la sua facciata incompiuta: la parte inferiore è rivestita di marmi preziosi, mentre la parte superiore è lasciata nel crudo laterizio, un monito visivo di una grandezza mai pienamente realizzata a causa di impedimenti papali.

All’interno, la Basilica custodisce tesori artistici di grande valore, ma l’elemento più sorprendente è la meridiana disegnata da Giovanni Domenico Cassini nel 1655. Con i suoi 67,7 metri di lunghezza, è la meridiana più lunga del mondo e non è un semplice orologio solare, ma uno strumento astronomico di precisione che per secoli ha aiutato a misurare il tempo e a calcolare il calendario.

Palazzo d’Accursio e la Torre dell’Orologio

Sul lato occidentale si erge l’articolato complesso di Palazzo d’Accursio (o Palazzo Comunale), da secoli sede del governo cittadino. Questo edificio è un aggregato di strutture costruite in epoche diverse, riconoscibile per la sua facciata in cotto e il portale rinascimentale sormontato da una statua in bronzo di Papa Gregorio XIII (nato a Bologna, l’autore della riforma del calendario).

Ospita le Collezioni Comunali d’Arte, ma la vera attrazione è la sua Torre dell’Orologio. Recentemente restaurata e accessibile, la salita regala una prospettiva inedita e privilegiata sulla piazza e sull’intera città, permettendo di ammirare da vicino il meccanismo dell’orologio e il panorama sui tetti rossi di Bologna.

Il Nettuno e il Voltone del Podestà

La piazza è completata da altri palazzi storici:

  • Palazzo del Podestà: Posto di fronte a San Petronio, con il suo affascinante Voltone del Podestà. Sotto questa volta a crociera si trova l’incrocio acustico noto come il “telefono senza fili” di cui abbiamo parlato, che unisce Piazza Maggiore a Piazza Re Enzo.
  • Palazzo dei Notai e Palazzo dei Banchi: Quest’ultimo è celebre per la sua facciata che simula un portico continuo, celando una serie di vicoli e passaggi interni che conducono al Quadrilatero, l’antico mercato medievale.

Adiacente a Piazza Maggiore, in Piazza del Nettuno, si erge la magnifica Fontana del Nettuno, soprannominata “il Gigante”. Creata dal Giambologna, la figura bronzea del dio del mare che domina i quattro angoli della terra è un simbolo di potere e prosperità, e le sue sfumature iconografiche continuano ad affascinare (come l’aneddoto dello scherzo ottico).

In sintesi, Piazza Maggiore non è solo un punto di interesse, ma un vero e proprio museo a cielo aperto che racchiude l’essenza della storia e dell’identità bolognese, offrendo un’esperienza immersiva nel cuore medievale e rinascimentale dell’Emilia-Romagna.

Palazzo d’Accursio e la Torre dell’Orologio

Il Palazzo d’Accursio, che si estende lungo il lato occidentale di Piazza Maggiore, non è solo un palazzo, ma un vero e proprio complesso monumentale, un aggregato di edifici che nel tempo si sono uniti per formare la sede del Comune di Bologna.

Storia e Denominazione

Il suo nome deriva da Accursio, un celebre giurista medievale che aveva la sua casa proprio in questo luogo nel XIII secolo. Dopo essere stato acquistato dal Comune, l’edificio fu ampliato per ospitare gli uffici pubblici, divenendo il centro del potere civico cittadino per oltre sette secoli. La sua facciata in cotto, imponente e austera, riflette il potere della città in epoca comunale.

I Tesori di Palazzo d’Accursio

  1. La Statua di Papa Gregorio XIII: Sulla facciata, sopra il portale d’ingresso, spicca la statua in bronzo di Papa Gregorio XIII, nato a Bologna (Ugo Boncompagni), noto per aver riformato il calendario a cui dobbiamo l’attuale calendario gregoriano.
  2. La Sala d’Ercole: All’interno, uno dei luoghi più celebri è l’imponente Sala d’Ercole, che prende il nome dalla statua in terracotta di Ercole (un tempo erroneamente ritenuta una scultura di Michelangelo).
  3. Collezioni Comunali d’Arte: Il complesso ospita le preziose Collezioni Comunali d’Arte, che espongono opere dal Duecento all’Ottocento, offrendo uno spaccato ricchissimo della storia artistica bolognese.

La Torre dell’Orologio

La torre, inglobata nel corpo del palazzo, ha una storia antichissima. Già nel XIII secolo fungeva da torre campanaria. L’attuale Torre dell’Orologio prende il nome dal grande meccanismo installato nel Quattrocento. La sua recente riapertura al pubblico ha permesso di risalire la torre (con ascensore e un breve tratto a piedi) per ammirare da vicino la sua complessa meccanica e, soprattutto, godere di una vista mozzafiato a 360° su Piazza Maggiore, sulla Basilica di San Petronio e sulle Due Torri.


🌞 La Meridiana di San Petronio: Un Calcolatore Astronomico

All’interno della navata sinistra della Basilica di San Petronio si trova un elemento di genio scientifico che spesso sorprende i visitatori: la Meridiana di Giovanni Domenico Cassini.

La Più Lunga del Mondo

Questa non è una semplice linea incisa sul pavimento, ma la meridiana più lunga del mondo, con una lunghezza impressionante di 67,72 metri. È talmente precisa da coprire quasi l’intera lunghezza della navata, trasformando letteralmente la Basilica in uno strumento scientifico.

Funzione e Genialità

Fu progettata e realizzata nel 1655 dall’astronomo e matematico Giovanni Domenico Cassini, che all’epoca insegnava all’Università di Bologna.

  • Come Funziona: La meridiana lavora grazie a un minuscolo foro (“foro gnomonico”) posto a circa 27 metri di altezza in una delle volte della Basilica. A mezzogiorno, un raggio di sole attraversa il foro e proietta una macchia luminosa sulla linea in bronzo incastonata nel pavimento.
  • Obiettivi: Cassini utilizzò questo strumento di precisione per uno scopo cruciale per l’epoca: verificare il calendario gregoriano (quello attuale) e studiare il moto apparente del sole. Misurando l’esatto momento del mezzogiorno solare durante l’anno, riusciva a correggere e perfezionare le misurazioni del tempo.

Uno Spettacolo Quotidiano

Il punto in cui la luce colpisce la linea varia ogni giorno: nei mesi invernali la macchia luminosa si posiziona vicino all’altare (il punto più vicino all’equatore e al solstizio d’inverno), mentre in estate la macchia si proietta all’estremità opposta, vicino alla porta (il solstizio d’estate).

La Meridiana di San Petronio è una straordinaria fusione di arte, architettura e scienza, un vero e proprio “telescopio” terrestre che dimostra l’eccellenza scientifica dell’antica Università bolognese.

Le Due Torri di Bologna, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, sono il simbolo indiscusso e l’emblema più famoso della città. In piedi all’ingresso dell’antica Via Emilia (nell’odierna Piazza di Porta Ravegnana), rappresentano l’ingegno, la rivalità e l’ambizione della Bologna medievale.

La loro storia è inestricabilmente legata al periodo tra il XII e il XIII secolo, quando Bologna era una “città turrita” (si contavano oltre cento torri) dove le ricche famiglie nobili, come gli Asinelli e i Garisenda, competevano per dimostrare il proprio prestigio e potere costruendo strutture sempre più alte.

Ecco i dettagli sulle due iconiche sorelle pendenti:

1. La Torre degli Asinelli: La Gigante Accessibile

La Torre degli Asinelli è la più alta e la più maestosa delle due.

  • Altezza e Struttura: Svettando per 97,20 metri, è la torre pendente più alta d’Italia. Fu eretta tra il 1109 e il 1119 dalla nobile famiglia Asinelli. La sua impressionante altezza è ancor più spettacolare per la sua pendenza, che oggi misura circa 2,23 metri verso ovest, causata da un cedimento del terreno.
  • Funzioni Storiche: La torre fu utilizzata per secoli non solo come segno di potere nobiliare, ma anche per scopi militari e scientifici. Alla sua base fu aggiunta nel 1488 una “rocchetta” per ospitare le guardie.
  • La Prova della Rotazione Terrestre: Nel 1790, lo scienziato Giovanni Battista Guglielmini la scelse come palcoscenico per un esperimento cruciale: lasciò cadere delle sfere dalla sua cima e, misurando la deviazione della loro traiettoria, riuscì a fornire una delle prime prove della rotazione della Terra.
  • L’Esperienza Turistica: La Torre degli Asinelli è l’unica visitabile. Salendo i suoi 498 gradini della scala interna, i visitatori raggiungono la cima per godere di un panorama indimenticabile sui tetti rossi, i portici e le colline circostanti di Bologna. (Per gli studenti universitari bolognesi esiste una superstizione: non si sale sulla torre prima della laurea, per non rischiare di non conseguirla mai!)

2. La Torre Garisenda: La Sorella Inclinata e Poetica

La Torre Garisenda è la “sorella minore”, nota per la sua drammatica pendenza e per essere legata a un grande poeta.

  • L’Inclinazione Pericolosa: Costruita dalla famiglia Garisenda nello stesso periodo, era originariamente più alta (si stima superasse i 60 metri), ma subì un cedimento delle fondazioni talmente grave che, a metà del XIV secolo, fu necessario abbassarla drasticamente per timore di un crollo imminente. Oggi misura circa 47-48 metri ed è tristemente famosa per la sua marcata e pericolosa inclinazione (circa 4 gradi, che supera quella della Torre di Pisa in proporzione all’altezza).
  • La Citazione Dantesca: La sua pendenza era già leggendaria nel Medioevo, tanto da essere immortalata nella letteratura. Dante Alighieri, che visse a Bologna e ne conosceva bene i monumenti, cita la Garisenda nel XXXI Canto dell’Inferno, paragonandola al gigante Anteo nell’atto di chinarsi:

Qual pare a riguardar la Carisenda sotto ’l chinato, quando un nuvol vada sovra essa sì, ch’ella in contrario penda…

  • Situazione Attuale: A causa della sua instabilità strutturale, la Garisenda è attualmente (e periodicamente) oggetto di importanti lavori di consolidamento e restauro per garantirne la stabilità, e l’accesso al pubblico è sospeso.

Insieme, le Due Torri rappresentano un eccezionale esempio di architettura difensiva e celebrativa medievale, e sono il vero cuore pulsante e visivo di Bologna, un punto di riferimento ineludibile per chiunque voglia comprendere la storia e l’identità della città.

I Portici di Bologna: Patrimonio UNESCO e Cuore Cittadino

I portici sono vere e proprie gallerie coperte che si estendono per le vie di Bologna, creando un’atmosfera unica e offrendo al contempo un riparo prezioso dal sole estivo e dalla pioggia.

📜 Storia e Funzione

L’origine dei portici è pragmatica:

  1. Espansione Abitativa: Nel Medioevo, con la crescita dell’Università e l’aumento della popolazione, si cercava di ampliare lo spazio abitativo. Inizialmente, venivano costruiti dei “sporti” (sporgenze) in legno, sostenuti da mensole.
  2. Regolamentazione: Col tempo, questi sporti divennero così diffusi da rendere necessaria una regolamentazione. Già nel 1288, un editto comunale impose che tutti i nuovi edifici dovessero essere costruiti con un portico in muratura alto almeno 2,66 metri, per garantire il passaggio di una persona a cavallo.
  3. Vantaggi: Questa soluzione non solo creò spazio aggiuntivo per le abitazioni ai piani superiori, ma offrì anche un percorso coperto per pedoni e mercanti, facilitando il commercio e la vita sociale.

🔢 Numeri e Varietà

  • Lunghezza Totale: Bologna vanta oltre 62 chilometri di portici, un record mondiale.
  • Architettura: I portici sono incredibilmente vari: alcuni sono in legno (come quello in Via Gombruti), altri in mattoni (la maggioranza), e altri ancora in pietra, con volte gotiche, archi romanici o pilastri rinascimentali.
  • I “Misteri”: Molti portici celano anche curiosità e simboli (come il Portico del Pavaglione che conduce all’Archiginnasio).

🥇 Il Capolavoro: Il Portico di San Luca

Tra tutti, uno spicca per la sua lunghezza e il suo significato religioso:

  • Il Più Lungo del Mondo: Il Portico di San Luca è il portico continuo più lungo del mondo, misurando circa 3,8 chilometri.
  • Il Percorso: Esso si snoda dal centro storico (dall’Arco Bonaccorsi, vicino a Porta Saragozza) e sale fino al Santuario della Madonna di San Luca, situato sulla cima del Colle della Guardia.
  • Gli Archi: È composto da ben 666 archi (un numero non casuale, che per alcuni simboleggerebbe il “serpente” che viene schiacciato dalla Madonna), e 15 cappelle votive.
  • Significato: Questo portico fu costruito tra il XVII e il XVIII secolo per proteggere il percorso della tradizionale processione che porta l’icona della Madonna di San Luca in città. Oggi è un percorso amato per jogging, passeggiate e un’occasione unica per godere di una vista eccezionale dalla cima.

I portici non sono semplici passaggi, ma l’identità architettonica di Bologna, un “corridoio” che connette la storia, la vita quotidiana e il paesaggio circostante.

a Via degli Dei è uno dei cammini escursionistici più celebri e amati d’Italia, un’esperienza che connette i centri di due delle città d’arte più importanti del Paese: Bologna e Firenze, attraversando l’Appennino Tosco-Emiliano.

Ecco una panoramica completa del percorso:

🌟 Dettagli Essenziali del Cammino

CaratteristicaDescrizione
Punto di PartenzaPiazza Maggiore, Bologna
Punto di ArrivoPiazza della Signoria, Firenze
Lunghezza TotaleCirca 130 km
Durata (a piedi)Generalmente 5 o 6 giorni (a seconda dell’allenamento e della scelta delle tappe)
DifficoltàMedia (adatta a escursionisti con buona preparazione fisica, data la presenza di salite e discese significative)
PercorribilitàA piedi (trekking) o in mountain bike / gravel (in 2-3 giorni)

🧭 Un Itinerario Millenario

Il fascino della Via degli Dei non è solo paesaggistico, ma anche storico. Il percorso ripercorre in gran parte l’antica strada romana, la Flaminia Militare, costruita nel II secolo a.C. per collegare Bononia (Bologna) a Faesulae (Fiesole, l’antica città alle porte di Firenze).

Il nome moderno, Via degli Dei, è stato coniato da escursionisti negli anni ’80 e deriva dai suggestivi nomi di alcune delle montagne che si incontrano lungo il tragitto, dedicate alle divinità classiche:

  • Monte Adone (Adonis)
  • Monzuno (Mons Iovis, Monte di Giove)
  • Monte Venere (Venere)

⛰️ Le Tappe Principali (6 Giorni)

L’itinerario classico viene spesso suddiviso in 5 o 6 tappe a piedi per bilanciare distanza e dislivello.

  1. Tappa 1: Bologna – Badolo / Brento (circa 21-25 km)
    • Partenza Simbolica: Da Piazza Maggiore, la prima sezione del cammino lascia la città.
    • Punti di Interesse: Si percorre parte del lunghissimo Portico di San Luca (Patrimonio UNESCO) fino al Santuario, per poi dirigersi verso i Colli Bolognesi, passando per Casalecchio di Reno e l’area del Contrafforte Pliocenico.
  2. Tappa 2: Badolo / Brento – Madonna dei Fornelli (circa 25-28 km)
    • Salita Panoramica: Questa è una delle tappe più impegnative e spettacolari, che include l’ascesa al Monte Adone, famoso per le sue suggestive formazioni rocciose (le “torri” di arenaria) e per offrire una vista magnifica sulla pianura. Si prosegue verso il villaggio di Monzuno.
  3. Tappa 3: Madonna dei Fornelli – Passo della Futa / Monte di Fò (circa 15-21 km)
    • Crinale Appenninico: Il cammino si svolge sui crinali, raggiungendo il punto più alto del percorso (circa 1200 metri). Si cammina spesso su resti ben conservati dell’antica Flaminia Militare.
    • Memoria Storica: Si arriva al Passo della Futa, dove si trova il vasto Cimitero Germanico di Guerra, un luogo di profonda memoria storica.
  4. Tappa 4: Passo della Futa – San Piero a Sieve (circa 21 km)
    • Dall’Emilia alla Toscana: Si scende gradualmente verso la regione Toscana, attraversando il cuore del Mugello. Lungo il percorso è possibile ammirare la Pieve di Sant’Agata e deviare per il Convento di Bosco ai Frati (che ospita un prezioso crocifisso ligneo attribuito a Donatello).
  5. Tappa 5: San Piero a Sieve – Vetta Le Croci / Fiesole (circa 18-20 km)
    • Mugello e Monte Senario: Si attraversano dolci colline toscane, passando vicino al Castello del Trebbio e salendo verso il Convento di Monte Senario, un altro importante luogo di spiritualità.
  6. Tappa 6: Vetta Le Croci / Fiesole – Firenze (circa 18 km)
    • L’Arrivo: La tappa finale scende verso Firenze, regalando una vista indimenticabile dalla collina di Fiesole sul capoluogo toscano. Si entra in città attraversando vie e parchi fino a raggiungere l’arrivo trionfale in Piazza della Signoria, terminando il viaggio nel cuore del Rinascimento italiano.

La Via degli Dei è un’esperienza che unisce l’avventura sportiva alla storia, offrendo un magnifico viaggio nel cuore verde dell’Italia..

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