Credettero di uccidere il poeta.
Loro, i senza volto.
Loro, gli esseri dalla fantasia essicata.
Asettici dal corpo deforme avvolto da garze.
Puri, perché sterili.
Condannati da sempre ad una sterilità innaturale
Ma il poeta vive:
le radici del genio affondano in terra aspra
dove il cemento non trova dimora,
dove non può esservi spazio se non per il timo e l’olivo.
E, come l’olivo non perde mai la fronda,
così il poeta non perde mai la sua fantasia.
una fantasia che ha il sapore genuino-della-Vita:
che non è resa
che non è sterilità
che non è banalità.
Il sapore della Vita
è gioia,
è ribellione,
è rifiuto dei falsi miti
che gli uomini senza volto
hanno inventato
per uccidere il poeta
Come può, dunque, il poeta morire?