Prologo – Non sei tu che fai il cammino, è il cammino che fa te.

PROLOGO CAMMINO DEL NORD

“La conversione è cosa di un istante, la santificazione è lavoro di tutta una vita” – San Josemarià Escrivà de Balaguer

Quello che sto per raccontare doveva avere – come normalmente accade per tutte le storie – un inizio e, ovviamente, anche una fine. Invece, in questo caso, gli inizi sono molteplici, mentre la fine deve ancora essere scritta. Ad ogni modo mi scuso immediatamente per il no-sense letterario, essendo comunque disponibile ad ogni suggerimento relativo al ritrovamento di un finale. A mia discolpa c’è, tuttavia, da dire che il cammino non si esaurisce al momento dell’arrivo alla destinazione fisica prestabilita, ma quasi sempre decide di trattenerti e continuare a guidarti ancora a lungo. In fondo, se è vero che siamo noi a scegliere il nostro cammino,è altrettanto vero che è quest’ultimo a spingerci verso il suo orizzonte perché, in sintesi,  “no eres tu que haces el camino, sino es el camino que hace a ti” ( non sei tu che fai il cammino, ma è il cammino che fa te).
 
Quanto segue è dedicato a tutti i backpackers che lasciano ogni cosa alle spalle dello zaino che indossano e decidono di andare alla ricerca del proprio cammino, qualunque esso sia.
A te che mi guardi con occhi enormi
A te che quando cambi colore mi fai andare avanti
A te che mi trattieni per minutiA te che molti mancano di rispetto
A te che quando non ti rispetto mi costringi a pagare
A te che regni sull’ordine
A te che sei in pianta stabile nella terra
Ciao… carissimo semaforo!

5 giugno – PROLOGO – E’ bastato indossare per un attimo lo zaino per riprovare le sensazioni di un anno fa, fatiche e dolori compresi. Ho pensato anche alle vesciche e mi sono chiesto se fossi disposto a rivivere le stesse difficoltà. La risposta è stata priva di tentennamenti: “assolutamente sì!” E’ da un anno, ovvero da quando sono tornato a casa, che ripenso in continuazione a Santiago e a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo senza subire lo stress di una routine quotidiana che ti obbliga a correre incessantemente e a concludere la giornata con la spiacevole sensazione di aver perso il senso delle cose. Confesso che, in questi giorni, ho provato invidia per i vari backpackers che ho incrociato per la strada. Da domani, invece, tornerò ad essere uno di loro. Sono teso e a farmi compagnia è la solita sensazione di aver scordato qualcosa congiuntamente all’attesa per ciò che vivrò. L’incertezza, del resto, produce sempre paure: 1) Non ho prenotato alcun albergo/pensione/ostello né ho ancora deciso in che città fermarmi domani: Bordeaux, Biarritz, Hendaye, Irùn? In verità, allo stato, so solo di aver prenotato un volo di andata per Bordeaux, mentre il ritorno è solo un dettaglio che per ora non mi interessa; 2) Dalle letture fatte in internet, pare che il cammino del nord non sia per niente organizzato se lo si paragona al francese: è mal segnalato e gli albergues sono davvero pochi. Dormire a terra al termine di una lunga giornata di fatica non deve essere affatto piacevole; 3) Non so ancora se completerò il cammino del Norte o, all’altezza di Oviedo, devierò sul primitivo. Deciderò al momento; 4) Non mi sono per nulla preparato e fisicamente sto tutt’altro che bene; 5) timore principale: vivrò la stessa magia di un anno fa? Sono tutti dubbi ai quali solo  il viaggio medesimo potrà dare una risposta. Per ora non c’è fretta. L’unica cosa che so è che domani si inizia e che il 4 luglio devo essere a Barcellona. Speriamo almeno che mi ricordi di prenotare un volo che mi ci porti.

–> PRONTI SI PARTE

–> Lì dove eravamo rimasti. Prima tappa

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