IL SANTO
Sono andato a Pietrelcina in occasione del passaggio delle spoglie di Padre Pio nel suo paese natale con tutto lo scetticismo che mi connota e ne sono tornato colpito. Erano 100 anni esatti che il Santo vi mancava e si è compiuta così la profezia che egli stesso fece il 17.02.1916: “ci vediamo fra 100 anni”.
Ciò è stato possibile grazie a Papa Francesco che, in occasione del Giubileo, ha voluto portare a Roma e a Pietrelcina un Santo che in vita fu un grande confessore. E, invero, la confessione è uno dei tre pilastri su cui il Papa ha voluto indirizzare il proprio Pontificato. Nel corso della sua prima messa da vicario di Cristo, infatti, si soffermò essenzialmente su tre verbi: camminare, confessare, edificare.
Per vedere Padre Pio ( vi risparmio le foto della salma) me la sono cavata con due ore di fila, ma ne è valsa la pena. Sopratutto perché ho preso atto che nessuna tra le decine di migliaia di persone di tutte le età – nonni, figli e nipoti – che si sono sottoposte ad un sacrificio non da poco si è lamentata per l’attesa, pur di passare per pochi secondi davanti al feretro. Ho capito così che, anche se il popolo cattolico è del tutto bistrattato dai media, esiste e testimonia ancora la sua fede.
IL PAESE
Ciò premesso, Pietrelcina ( Attenzione Pietrelcina e non Pietralcina, come erroneamente molti pensano) è un paese che ha una storia comune a molte realtà dell’entroterra meridionale, un paese che nel XX sec. è stato terra di forte emigrazione e di povertà in cui fino a non molti decenni fa mancava ancora la strada.
A questa storia infausta non fece eccezione nemmeno la famiglia del Santo, visto che possedeva una casa molto modesta all’estremità del Paese e il padre emigrò per ben due volte in America. La suddetta abitazione è tuttora visitabile ed è molto suggestivo considerare che la santità spesso provenga dalle persone meno facoltose.
Invero, dopo aver attraversato la piazzetta principale e aver notato i pochi palazzi nobiliari di questo piccolo centro, ci si imbatte subito un un rione caratterizzato da abitazioni molto popolari. Tra queste c’è anche quella in cui visse la famiglia di Padre Pio, una famiglia con 8 figli, ma una sola camera da letto, nonché con una cucina/sala da pranzo senza nessun tavolo o sedia per sedersi.
Pietrelcina, in ogni caso, oggi è un paese molto curato. Le sue casette in pietra sul lastricato le donano un fascino antico tale da permetterle di essere interessante anche dal punto di vista eminentemente turistico.
Tutto sommato non eccede nemmeno nella vendita di paccottiglia che connota purtroppo molti siti religiosi. Intendiamoci, negozietti e ristorantini caserecci abbondano, ma – salvo eccezioni – senza turbare il visitatore o distrarlo dalla ragione principale della sua visita.
Insomma, per dirla in soldoni, andarci vale la pena
Ciao, deve essere un paesino mistico!!!!
Nei dintorni cosa ci sarebbe da visitare?
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Certo che lo è! Nei dintorni trovi Benevento, Cusano, Fonte Greca…
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grazie per aver riportato foto ed emozioni dal paese natale di San Pio
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Grazie a te.
Come già scritto, ci sono andato con lo scetticismo tipico del cattolico “elitario”, salvo poi rimanerne del tutto preso.
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