Escursione alle Cascate di Iguazù

Un vero viaggio in Argentina non può prescindere dal visitare le Cascate di Iguazù (Cataratas de Iguazú) non a caso una delle 7 meraviglie naturali del mondo. Le cascate, ovvero il sistema di 250 cascate, è alimentato dal fiume Iguazù che, prima di immettersi nel celebre fiume Paranà, definisce il confine tra Brasile e Argentina. Seppur la maggior parte del Parco Nazionale di Iguazù sia ubicato nel territorio argentino, la versione più panoramica, dicono, sia quella dal fronte brasiliano. A dire il vero, io ho preferito in toto la versione argentina. Il nome Iguazù, in lingua della popolazione indigena dei Guaranì, significa “Acque Grandi – Y e Guasu”. La leggenda dei Guaranì, ancora, narra che un dio voleva sposare la bella Naipù che, però, preferì scappare lungo il fiume Iguazù con il suo amato Caroba. Per l’ira il Dio creò le cascate per modificare il corso d’acqua, trasformò Naipù nelle sue rocce e Caroba in albero. Nella realtà le Cascate hanno avuto origine circa 100 milioni di anni fa, quando, nell’Era Cretacea, si generò una formazione rocciosa dal raffreddamento delle colate laviche della zona. Queste formazioni rocciose, tuttavia, collassarono sotto il peso dei torrenti d’acqua, dando origine alle numerosissime cascate di Iguazù.

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Prima di addentrarci in cosa vedere ad Iguazù, il solito cenno sul clima e l’abbigliamento. Inutile dire che qui fa caldo, ma caldo vero. Abbandonate quindi sciarpa e cappello, per t-shirt ed occhiali da sole. Non dimenticate, però, un k-way che sarà molto utile sia durante la visita delle cascate, sia per le piogge che potreste incontrare. In ogni caso, consiglio di documentarsi qui per ulteriori consigli per affrontare il clima subtropicale di Iguazù.

Giorno 18 – El Calafate/Buenos Aires

Purtroppo non esiste un collegamento diretto tra la fredda regione patagonica e la regione subtropicale di Iguazù. Occorrerà, quindi, fare scalo a Buenos Aires. Potrete però approfittare per l’ultimo saluto alla capitale argentina, per un po’ di shopping ricordo di questa fantastica esperienza e per qualche nuovo mini tuor della Città. Ad esempio, io ho trascorso la serata in una milonga per godere dello spettacolo del tango, cosa che non avevo avuto modo di fare nei precedenti giorni frenetici di cui ho scritto in precedenza

Giorno 19 – Le Cascate di Iguazù, il lato brasiliano

Eccoci arrivati all’aeroporto di Iguazù. Già dal primo impatto noterete la differenza con la restante parte dell’Argentina, non solo per il paesaggio subtropicale, ma anche per il carattere carioca della popolazione. In ogni caso, la giornata proseguirà con la visita del Parco dove potrete ammirare le Cascate di Iguazù dal lato Brasiliano. Passata la frontiera, avrete il primo approccio con le cascate, un vero e proprio paradiso terrestre. Sarete ammaliati non solo dalla vegetazione lussureggiante e dai salti d’acqua, ma anche dalla fauna. Appena entrati al parco, si avvicineranno i coatì, un misto tra una scimmietta, un orsetto lavatore e un tapiro. A dispetto dello sguardo languito e l’aspetto simpatico, questi animali, per dirlo con un’espressione tipicamente campana, “tengono la cazzimma”. Consiglio di tenere alla larga i coatì perché si avvicinano per rubarvi oggetti e cibo e, qualora non gradiscano la vostra presenza, mordono. In ogni caso, nel parco incontrerete spesso anche scimmiette, rettili, enormi lucertole squamate, e numerosi uccelli, di cui il più famoso è certamente il tucano.

Difficilmente, invece, incontrerete gli animali selvatici che popolano la foresta, quali tapiri, puma e giaguari. Ma torniamo a noi, alle cascate. Il lato brasiliano ha uno sviluppo minore rispetto a quello argentino, ma vi consente, attraverso sentieri e passerelle di legno che solcano il Rio Iguazù, di ammirare i salti minori e di godere di un’indimenticabile vista della “Garganata del Diablo” da una prospettiva che vi consentirà di apprezzarne l’immagine d’insieme. La visita al parco dura poche ore, potrete approfittare della restante parte della giornata per visitare la cittadina di Iguazù che ha davvero poco, se non nulla, di interessante. Qualora vi affascini il tema, potrete anche organizzare un tour pomeridiano nelle vicine miniere di Wanda, note per l’estrazione del quarzo e dell’ametista. Personalmente non ho visitato le miniere, anche perché non ho avuto buoni feedback del posto, pare una “trappola acchiappaturisti”.

Giorno 20 – Parco Nazionale di Iguazù, il lato argentino, e la Garganta del Diablo

Per conoscere veramente le Cascate di Iguazù, a mio avviso, occorre esplorare il lato argentino. Diciamo innanzitutto che le cascate di Iguazù, sono cascate da record. Parliamo infatti di circa 275 cascate che si estendono per 2.7km e sono ben due volte più larghe e più alte, con i loro 82m, delle cascate del Niagara.

Non entriamo nel merito dei numeri, ma specifichiamo che il Parco Nazionale di Iguazù non consta soltanto delle cascate in sé, ma anche dei circa 670kmq di foresta pluviale subtropicale, con circa 2.000 differenti tipologie di specie di piante e numerose specie di animali differenti. Non per essere ripetitiva e ridondante, ma l’immagine delle Cascate di Iguazù corrisponde al giardino dell’Eden nell’immaginario collettivo. Non a caso proprio nelle Cascate di Iguazù sono stati girati numerosi film. Me veniamo a noi. L’ingresso al parco, ricorda piuttosto quello ad un parco divertimenti.  A prescindere da questo aspetto, il Parco è molto ben organizzato. I turisti hanno la possibilità di seguire diversi percorsi, che danno modo di ammirare le Cascate da differenti quote e punti di vista. La visita si apre, poi, con un breve tratto sul Tren Ecològico de la Selva, un trenino scoperto ai lati che vi consentirà di non perdere la percezione con la natura esterna, che vi accompagnerà fino alle due stazioni principali, la Estaciòn Garaganta del Diablo e la stazione Caracatas. Ma andiamo in ordine. Dalla Estaciòn Caracatas avrete la possibilità di scegliere due differenti percorsi. Consiglio ovviamente di percorrere entrambi. Il Circuito Superior, come facilmente deducibile dal nome, tocca la parte alta delle cascate. Vi troverete a percorrere passerelle e ponti in legno che vi consentiranno quasi di sfiorare il salto delle cascate. Il contrasto tra la quiete dell’acqua che anticipa la cascata e l’improvviso incresparsi di quest’ultima è molto suggestivo. Qui raggiungerete numerose cascate famose, tutte rigorosamente battezzate (i.e. Bassetti, Méndez, Mbiguà).

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Il Circuito Inferior, invece, è un continuo saliscendi, a tratti costeggia il fiume Iguazù, a tratti alcune cascate minori, di altezza 40/60m. Qualora vogliate, invece, conoscere le cascate ancora da un altro punto di vista, potrete imbarcarvi, al livello del fiume, su di un’imbarcazione che fa da spola con la Isla San Martìn, isoletta a pianta circolare che si trova ai piedi delle famosissime Cascate del Diavolo. Entriamo quindi, nel merito della nota Garganta del Diablo, raggiungibile dall’omonima stazione. La vista della Garganata del Diablo è impressionante. Parliamo di un grande impluvio a forma di U che culmina in un salto di 80m, generando sbuffi, effetti di luce e nubi d’acqua, contornati dal volo degli uccelli in picchiata. Il Parco offre la possibilità anche di lasciarsi inondare anche dall’acqua della Garganta del Diablo, da uno dei salti minori ovviamente. A bordo di gommoni, infatti, è possibile ammirare le cascate da vicino, fino ad arrivate a ridosso di uno dei salti. Vi assicuro che potrete apprezzare ancora di più la vastità delle cascate e la potenza indomabile della natura!

La visita al parco dura sostanzialmente l’intera giornata. Avrete modo di addentrarvi nel paesaggio e, nel giro di pochi metri, ammirare come esso cambia. In realtà il Parco Nazionale di Iguazù non è costituito dalle sole cascate in sé. Se avete tempo potrete esplorare la natura più viva della foresta, ma, per coerenza temporale, di questo aspetto potrete leggere nel paragrafo successivo.

Giorno 21 – Parco Nazionale di Iguazù, il lato argentino, e i sentieri nella foresta

Cari lettori, siamo arrivati alle ultime 24 ore nel territorio Argentino. In queste occasioni, si sa, cresce la smania avventuriera di conoscere il più possibile il territorio straniero. Per quanto mi riguarda l’aereo pomeridiano per Buenos Aires per il rientro in Italia, la tariffa ridotta del secondo ingresso al Parco e l’irrefrenabile voglia di ammirare gli animali tropicali nel proprio habitat naturale mi ha spinto al trekking nella foresta. A dire il vero, a causa della pioggia incessante e persistente, la mia si è rivelata essere una scelta dissennata, a parer mio la vendetta della natura per aver messo in dubbio l’origine pluviale del Rio Paranà e del Rio Iguazù. Dopo aver dovuto acquistare per cause di forza maggiore (dire che ero zuppa è un eufemismo) un’orrenda tuta fucsia e delle pessime ciabattine marchiate Caracatas de Iguazù, nonostante il k-way e l’attrezzatura impermeabile, posso confermare: “Sì! Il Rio Paranà e la foresta di Iguazù sono decisamente di origine pluviale!!!” La pioggia, quindi, non mi ha consentito di godere appieno di questa esperienza, ma ciò nonostante vi consiglio di visitare la foresta di Iguazù e di immergervi nella natura.

In particolare, il Parco offre 3 diversi sentieri. Il Sendero Verde un breve sentiero lastricato che dall’ingresso dal parco vi porterà alla Estaciòn Caracatas. Il sentiero è molto facile, ricco di alberi e di uccelli di vario tipo. Il Sendero Macuco si addentra nella foresta pluviale fino al Salto Arrechea, piccola cascata di circa 25m di quota. Il sentiero è molto semplice, leggermente più impegnativo nel tratto finale, e, in virtù della fitta flora, offre la possibilità di incontrare numerose specie di uccelli, tra cui il tucano, e di animali, tra cui la scimmia cappuccina. Il Sendero Yacaratìa, infine, è forse il più complesso di tutti, non a caso occorre essere accompagnati da una guida. Parte del sentiero si sviluppa in auto, su un 4×4, e permette di addentrarsi nella zona della foresta abitata dalle scimmie. Se siete fortunati, potrete incontrare anche alcuni esemplari di giaguaro. In realtà il Parco Nazionale di Iguazù offre numerose altre possibilità, tra rafting, discesa in corda e percorsi in mountain bike attraverso la selva, ma l’aereo per il rientro mi aspettava.

  • CONCLUSIONE

Si conclude così un’esperienza indimenticabile, il viaggio più sensazionale della mia vita. Come dicevo all’inizio di questo breve itinerario dell’Argentina, imparerete in pochi giorni a conoscere ed apprezzare questa terra e gli insegnamenti che vi lascerà. L’Argentina è, infatti, una nazione estremamente eterogenea e ricca, anzi ricchissima, di contrasti e contraddizioni. Probabilmente è questo il reale motivo per cui ritengo che questa sia una terra “che ti entra dentro”, che lascia nel bene e nel male un segno indelebile. L’Argentina per me ha rappresentato il primo approccio con una metropoli multietnica, con i canyon sconfinati, con i ghiacciai artici, con alcune specie animali, con la natura, con la foresta, con le cascate. Onestamente, ogni qual volta ripensi all’Argentina, si rinnova in me l’entusiasmo di quel viaggio così fenomenale e la lieve malinconia del desiderio di ritornarci. Se vi state, quindi, chiedendo se partire per il vostro viaggio in Argentina, la mia risposta è senza il minimo indugio “Si!!!”.

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