Taverna La riggiola a Chiaia

Devo una onesta recensione alla taverna la Riggiola di Napoli.

  • Il giudizio

Senza essere troppo laconico, consentitemi di non rispettare l’ordine con cui in genere scrivo le mie recensioni per dare subito il mio giudizio sul locale in questione. Si tratta, infatti, di un buon ristorante in cui lavora una chef cui, sotto il profilo dell’esecuzione dei piatti, non si può rimproverare nulla: la tecnica di preparazione dei piatti è, infatti, semplicemente perfetta anche dal punto di vista estetico. Né si può eccepire nulla sulla scelta dei prodotti, atteso che il proprietario del ristorante ha altresì un’azienda agricola e sembra tenerci alla qualità di ciò che serve. Cos’è, dunque, che mi mantiene tiepido nel giudizio e non mi fa essere entusiastico nei toni? Semplicemente il non aver mai potuto esclamare “wow, mi farei un altro piatto come questo”. Il che, se si considera che si tratta di un ristorante – e quindi, per la verità, non di una taverna – di fascia medio-alta, appare una grave pecca.

La location – La Riggiola a Chiaia

Facciamo però un paio di passi indietro e vediamo nello specifico come motivo questo mio giudizio soggettivo e, pertanto, insindacabile.

A sostegno di queste valutazioni c’è un lungo e impegnativo ( ma solo per il numero di portate!) pranzo iniziato in una splendida giornata d’inverno allorché il lungomare di Napoli ha rivelato tutta la sua magnificenza dando l’impressione di permettere di toccare con un dito Capri e tutta la penisola sorrentina.

  • Dove si trova la Riggiola?

Il ristorante la Riggiola, infatti, si trova nel cuore di Chiaia, ossia in vico Satriano, una traversa di via Carlo Poerio che poi si affaccia sulla riviera e, appunto, sul lungomare di Napoli. Qui, nello specifico, sono molti i localini che si avvicendano in sequenza. Tra questi però la Riggiola appare senza dubbio come il più elegante e, pur ponendosi su standard medio-alti, risulta essere in grado di offrire un’atmosfera familiare E ciò anche grazie alle riggiole, cioè alle mattonelle maiolicate, che connotano con estrema sobrietà questo locale.

  • Il menù della Riggiola.

Passiamo però, come sono ormai solito affermare, alle cose formali e vediamo nello specifico cosa si mangia in questo ristorante.

Omega 3. Pesce azzurro su letto di friarielli

Innanzitutto è bella l’idea dell’entrée  ( nel mio caso con chips, timballino e minitacos ) e di proporre ben 3 menù degustazione ( due di terra e uno di mare), ma è altresì bello il modo in cui il menù à la carte viene declinato. Da provare vi sono sicuramente i crudi ( 35 euro), crudi sulla cui freschezza bisogna solo fare degli apprezzamenti. Dopodiché, se non volete farvi stuzzicare dai crudi di mare, merita di essere assaggiato anche “omega 3”, piatto che prevede pesce azzurro affumicato ( nello specifico uno sgombro) su letto di friarielli e acciughine. Interessante è anche il polpo grigliato con zuppetta di fagioli e chips. Se poi non siete amanti del mare, il cavolfiore con provola è buon antipasto.

Tra i primi ho provato un piatto chiamato gambericcio ( 18 euro): linguine all’agio e olio con emulsione di riccio e gambero rosso. Indubbiamente saporito e piacione.

Altri primi sono la genovese rivisitata, gli spaghettoni al tartufo e i cappellaci di verza con stracotto di maiale e polvere di guanciale.

Ho poi provato “la cassetta del pescatore” ( 16 euro), una frittura di paranza presentata simpaticamente per l’appunto in una cassetta e che è stata di indubbia qualità.

E allora qual è la doglianza se tutto è perfetto? La location è carina, il servizio è impeccabile, l’impiattamento è scenografico e i prodotti sono di qualità, dunque cos’è che non mi scende nella mia qualità di “critico gastronomico noantri?”

La cassetta del pescatore
  • Giudizio finale sulla Riggiola

Semplicemente la circostanza che la Riggiola sia bella, ma purtroppo non balli. E‘ mancato cioè quel guizzo in più per rendere il pranzo un qualcosa da non dimenticare facilmente e che ti induca a ritornarvi il prima possibile. Tanto più che il conto, se si ordina alla carta dall’antipasto al dolce, supera di sicuro i 70 euro ( i menù degustazione sono più clementi, ma con una bottiglia di vino si arriva in ogni caso a quella cifra). Insomma, per una somma del genere non si può prescindere da quel quid anche se si sta a Chiaia.

Voto complessivo 7/10

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