L’ultima mattina a Salonicco la dedico ad un giro alternativo per l’altro versante dell’acropoli. Benché sia un giorno infrasettimanale, di gente in strada ce n’è davvero poca.
E, invero, non capisco come le persone facciano a vivere sull’acropoli, che comunque comporta parecchi disagi, in assenza di attività commerciali.
Infatti le case abbandonate sono praticamente ovunque.
Di contro i locali del lungomare continuano ad essere affollatissimi di giovani di mattina come a notte inoltrata.
Non potevo, infine, perdermi una manifestazione di scioperanti che hanno perso il lavoro: sono pochi, arrabbiati e praticamente invisibili rispetto al resto della città.
Prima di andarmene mi concedo un “frozen yogurth” ( yogurth ghiacciato) e ben tre pite.
Mentre ne mangio una, una zingarella di 8/10 anni si siede accanto a me e quasi mi minaccia chiedendomi soldi.
Se tralasciamo certi aspetti, Salonicco in fondo mi mancherà.
In particolare mi mancherà il frozen yogurth, l’ultimo dei quali ho mangiato in una gelateria in cui ero l’unico ultredecenne che sedeva su una delle sedie a forma di cavallo.
Non mi mancheranno, invece, i controlli all’aeroporto.
Infatti, dopo aver passato quelli ordinari, vengo insistentemente interrogato da uno sbirro che pare dubitare della mia identità facendomi domande che, secondo lui, mi indurrebbero a tradirmi: “sei italiano? Come ti chiami? Etc”.
Insomma, roba forte!
Intanto sull’aereo conosco Aggelikh, una simpatica greca in viaggio assieme ad altre tre amiche: Crysa, Marialena, Valentini.
Con loro arrivo alla stazione Termini e, dopo esserci salutati, ci diamo appuntamento per il giorno dopo.
Io dovrei andare a dormire da Fabio nella sua casa a San Lorenzo, ma di lui non c’è nessuna traccia.
A venirmi a prendere, infatti, c’è la sorella Rosalia che, con estrema disponibilità, mi porta a casa in attesa che il buon Fabio arrivi da…Agerola.
L’attesa, a dirla tutta, dura fino a mezzanotte, ma alle stravagante di Fabio sono vaccinato da tempo.
Assieme ce ne andiamo a fare un giro a San Lorenzo, dove – tra bar e rosticcerie – diversi marocchini ci offrono droga in continuazione e in cui mi rendo subito conto che Roma è molto peggio di Salonicco.
La Grecia a Roma – mercoledì, capitolo 6
Piove a dirotto e la giornata non decolla.
Ciò nonostante Fabio ha la fortuna di abitare proprio vicino a 100 montadidos, la catena spagnola che io adoro e in cui lo costringo ad andare. La sorella di Fabio, tuttavia, ci ha preparato la pasta al forno e, per questo motivo, ci tocca mangiare due volte.
In serata, dopo una breve incursione alla università Sapienza che avevo la curiosità di vedere, ci ritroviamo con le greche conosciute il giorno prima e assieme andiamo a cenare nei dintorni di piazza Vittorio.
Al ristorante non ci trattano benissimo, ma che vuoi farci? Son …romani.
Ad ogni modo è bello ritrovarsi assieme in una serata….”erasmus” ed è bello che il viaggio continui anche se ufficialmente è già finito.