La mission quest’oggi è molto semplice: presentarsi all’appuntamento con il mio compagno di viaggio entro le 15.30. Solo che io sono a Salamanca, mentre l’altro avventore è a Madrid e non ho alcuna voglia di sorbirmi tre ore consecutive di autobus. Cosicché ho deciso di spezzare il tragitto ad Avila e di servirmi, in assenza di autobus, per la prima volta di blablacar.it. L’appuntamento è alle 9 con tal Jose in una piazza che non conosco e – siccome per attivare la luce della stanza dell’ostello è necessario inserire la scheda/chiave elettronica – decido di lasciare la mia per fare una gentilezza a Karola. Non l’avessi mai .fatto: l’ascensore non si attiva, non posso accedere alla stanza della colazione, non posso risalire e non mi resta che uscire mestamente promettendomi di non andare mai più al Revolutum Hostel. Jose, intanto, mi ha fatto preoccupare: non rispondeva al cellulare ed è arrivato in ritardo di mezzora, ma alla fine si è presentato e ha iniziato a parlare – senza mai prender fiato – di tutti i suoi hobby: il real madrid, il divano per dormire, la caccia, la pesca. E’ un tipo simpatico e sornione che lavora ad Avila e si serve di blablacar per pagarsi la benzina. Infatti, tra i passeggeri, c’è anche un altro ragazzo che torna nella sua città per il fine settimana. L’arrivo ad Avila è molto scenografico: le mura imponenti spezzano il fiume che cinge la città e regalano un panorama che permette di viaggiare nel tempo fino al medioevo.
Nel vederlo, la prima cosa cui penso è che mi sarebbe davvero piaciuto arrivarvi a piedi o, al limite, a cavallo di Ronzinante assieme a Don chisciotte e Sancio Panza. Qui, infatti, passa il cammino del levante, quello che parte da Valencia o, nella sua variante da Alicante, quello del sureste. Non lo fa praticamente nessuno, ma i segni del cammino ci sono tutti e io so che, prima o poi, in questa vita dovrò farlo, perché è ad Alicante che ho iniziato a maturare l’idea di fare il cammino.
Eppoi qui non siamo lontani dai territori di Cervantes, territori bellissimi e tuttora preservati e presidiati da castelli e feudatari. E Avila, in fondo, è rimasta un feudo con mura impenetrabili. Infatti, tra le cose interessanti, ci sono i luoghi di Santa Teresa e l’omonima piazza che sede di mercato e corride con al centro la Chiesa di San Pedro e il suo rosone, nonché la Chiesa di San Vicente e la Cattedrale. Quest’ultima, più in particolare, eretta in stile gotico quando il gotico non era ancora di moda, è praticamente incastrata tra le mura, visto che è una delle sue torri fa parte delle mura medesime. E, invero, è passeggiando lungo le mura, che posso scorgere le case dei cavalieri costruite ai lati delle porte d’ingresso ( i cavalieri, infatti, si facevano pagare la gabella da chi entrava in città, ndr ), nonché gli elegantii cortili che si affacciano sui vicoli principali.
Insomma due ore mi bastano per avere più di una idea di Avila e per raggiungere Madrid con piena soddisfazione e largo anticipo.
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