Prendete la guida del touring club.
Fatto ( la leggersi con la voce di Giovanni Muciaccia, ndr) ?
Bene, ora prendete la colla acrilica, un accendino e date fuoco a tutto l’ambaradan.
Infatti la guida del touring club vi dirà che Alicante è un ammasso di palazzoni orribili invitandovi surrettiziamente a passarci meno tempo possibile.
Nulla di più sbagliato: chi ha scritto quella guida conosce evidentemente poco Alicante e non ha avuto il tempo per assaporarne l’estro, la fantasia, la genialità.
Andiamo però con ordine:
una visita al capoluogo della costa blanca non può che iniziare dal mare e, più in particolare, dalla passeggiata delll’Explanada con i suoi mosaici rossi, azzuri e bianchi e le sue palme che portano, dal parco di Canalejas, fino alla spiaggia di Postiguet.
Da qui il tour può quindi proseguire dalla plaza del Mar fino al bellissimo Ayuntamiento/ Comune, edificio in cui sarà possibile ammirare una statua realizzata da Salvador Dalì. Nell’accedere al piano superiore, inoltre, non si può non rimanere colpiti dalla scenografica scalinata e dalla eleganza delle salette in cui si svolgono le sedute del consiglio comunale.
Dopodiché, percorrendo tutta la vivacissima calle Mayor, si arriverà alla bellissima Chiesa di Santa Maria, il più antico edificio di culto della città da cui, tra l’altro, parte il cammino di Santiago del Sureste.
Inoltre, al lato della suddetta Chiesa, vi è l’ingresso del MACA ( museo di arte contemporanea di Alicante) , museo per la maggior parte dedicato all’artista locale Eusebio Sempere.
L’ingresso è gratuito e la struttura, oltre ad alcune schifezze indicibili, ospita opere interessanti di Mirò, Dalì, Picasso, Dalì e Kandinsky
Ciò posto, è tempo di salire ad alta quota e passeggiare per una ventina di minuti per arrivare al Castello di Santa Barbara. Oltreché dal “barrio”, è possibile salirvi molto più agevolmente dall’avenida Alfonso El Sabio. Io, però, preferisco accedervi dalla cosiddetta “cara del Moro”.
Al Castello di Santa Barbara sono legati molte storie e aneddoti che meritano di essere raccontati. Tra questi il più curioso è quello legato a Re Jaime de Aragona. Si dice, infatti, che – quando Alicante venne ceduta dalla regina di Castilla al regno di Aragona – il sovrintendente di Alicante si rifiutò di consegnare la città al nuovo regnante dicendo: “me lo deve dire la regina di Castilla in persona che devo consegnare la città ad un altro”.
Venuto a sapere dell’affronto, Jaime assediò Alicante e sfidò, infine, il sovrintendente che in una mano cingeva una spada e nell’altra le chiavi della città. Il duello fu equilibrato, ma un soldato di Jaime – temendo per la vita del suo re – tagliò entrambe le braccia al sovrintendente che morì dissanguato continuando a stringere sia la spada che le chiavi.
Cosicché entrambi gli oggetti vennero recuperati e nascosti all’interno del Castello.
Da allora si dice che, quando queste chiavi verranno recuperate, Alicante sarà conquistata da ogni invasore.
Il Castello di Santa Barbara, tuttavia, è legato ad un’altra storia non meno tragica, ma comunque più recente: fu qui, infatti, che il 20 novembre del 1936 venne ammazzato il generale José Antonio Primo de Rivera, uno dei politici più brillanti che la Spagna abbia mai avuto.
Per questo ogni 20 novembre molte persone si radunano sul castello proprio per ricordarlo.
Ad ogni modo la visita del castello (sempre gratuita), oltre ad offrire il miglior panorama sulla città, permette di vedere la piazza d’armi, le mura e i cannoni.
Ritornati nel “barrio” ( ad Alicante “el barrio” è il quartiere antico della città, nonché il centro della movida), sarà quindi possibile vedere la Chiesa di San Nicolas con le sue maioliche blu tipicamente valenciane per poi salire nel quartiere di Santa Cruz, il più pittoresco ed intimo della città con decine di casette caratterizzate da mattonelle colorate e altrettante persone che giocano o cenano in strada
Accedendo alla Rambla, sarà quindi possibile godere di una piazzetta con alberi secolari, della piazza Ruberto Chapi con il teatro e poi, tramite la calle San Fernando, dell’eleganza della piazza Gabriel Mirò.
Inoltre ultimamente in calle San Francisco sono spuntati dei funghi giganti, funghi con facce scolpite e cappelli rossi in testa.
Ecco, in questa strada c’è tutto lo spirito folle di Alicante, una città che sa sorprendersi continuamente.
Infine la visita alla città può concludersi percorrendo tutta l’avenida Alfonso el Sabio da plaza de los Luceros – da cui si possono osservare le fontane e il palazzo della provincia – fino al mercado central e alla plaza de toros, il cui ingresso è anche in questo caso libero.
Sennonché la conoscenza effettiva della città può avere inizio solo immergendosi appieno nello spirito alicantino, uno spirito che raggiunge il suo climax nella festa di San Juan ( 19 – 24 giugno ) e con las hogueras.
Infatti la presenza in ogni quartiere di carri satirici rappresenta solo un pretesto per dare avvio ad una settimana di festa e ad un corteo di oltre 2000 figuranti in abiti tradizionali intervallato da bande musicali, balli e spettacoli messi in scena anche dalle comunità del sud america che si sono stabilite ad Alicante. Ciascun gruppo ci tiene a far bella figura e tra musica, canti e balli la festa va oltre l’alba per centinaia di migliaia di persone.
Insomma, sarà pure vero che Alicante è piena di palazzi orribili, ma che peccato rimanerci meno di 3 giorni!
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[…] in passato ho persino steso la mia personale guida alla città intitolando il post perché Alicante merita molto più di giorno. Per questo motivo non ritengo opportuno spendere ulteriori parole sotto il profilo turistico e […]
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