Viterbo e Civita di Bagnoregio in un giorno – Alla scoperta della Tuscia.

Stitched Panorama

 

Devo svelarvi un segreto: io ho una grande passione per le cittadine medioevali. Le mura, i castelli, le strade lastricate e in salita mi hanno sempre fatto impazzire.

Per questo motivo non sorprendetevi se vi dico che adoro Viterbo,  una cittadina del Lazio settentrionale  con mezzo piede sia in Umbria che in Toscana.

( A proposito: un mio itinerario medioevale in Umbria lo leggete qui)  

UN VIDEO SULL’UMBRIA

Il suo nome deriva da  Vetus Urbs ( ovvero città vecchia) ed è storicamente nota come “città dei Papi”.

Invero nel 1200, forse il periodo più avvincente della storia di Viterbo, quest’ultima  è stata sede pontificia e per circa un ventennio diversi Papi vi vissero, preferendola alla già allora corrotta e decadente Roma.  Più in particolare un momento storico particolarmente denso di avvenimenti è stato quando entrarono in conflitto  Federico II di Svevia (re di quello che poi sarà il regno di Napoli e capo dei ghibellini)  e Innocenzo III, Papa ed ex precettore dello stesso Federico II. A Viterbo, infatti, si formarono due fazioni opposte: una filoghibellina detta dei Tignosi ed una filogueffa capeggiata dalla famiglia dei Gatti. In questo scontro – invero non solo verbale – si inserì anche Santa Rosa che, nel predicare contro gli eretici, spronò i viterbesi a resistere all’assalto di Federico II.

 

Viterbo è quindi, per forza di cose, molto orgogliosa della sua identità e, in particolare, ogni 3 settembre – in occasione delle celebrazioni per Santa Rosa da Viterbo -si rivive una tradizione che è nata proprio nel corso del medioevo per rievocare la traslazione della salma della Santa. Viene infatti allestito un baldacchino trionfale, alto più di trenta metri per superare in altezza le abitazioni viterbesi, sul quale viene posizionata la statua della Santa, statua che viene poi portato a spalla in processione dai c.d. “facchini di Santa Rosa”  lungo un percorso di un chilometro articolato tra  vie spesso molto strette. La manifestazione è molto suggestiva, anche perché la “macchina” risplende di luce mentre il resto del paese è al buio e il passaggio della processione viene scandito dal grido ” Viva Santa Rosa”.viterbo

 

Ciò premesso, una visita alla città non può che iniziare da piazza San Lorenzo, dove in primo luogo l’attenzione viene carpita dal palazzo dei Papi. Tale edificio, risalente alla metà del XIII sec.. si caratterizza sopratutto per la stupenda “Loggia delle Benedizioni”, dal quale poi si può accedere direttamente all’aula del Conclave, dove si celebravano le udienze e dove fu ospitato il primo e il più lungo conclave della storia ( che, per inciso, durò  1006 giorni e fece la fortuna del servizio di catering!!!).

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Sulla medesima piazza insiste poi il Duomo romanico di San Lorenzo. La sua facciata, tuttavia, è stata rifatta in stile rinascimentale nel 1570.

Il resto della città, per il resto, pullula di Chiese e fontane sulla falsariga di un’altra città papalina qual è BENEVENTO ( di cui ho scritto qui ).

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In particolare poco oltre il Duomo si trova il quartiere medioevale di San Pellegrino, che si caratterizza per la presenza di bellissime case dotate di profferlo e scale a vista che in primavera i viterbesi amano abbellire con piante e vasi colorati.  Qui, tra l’altro, vi è anche la piazza del Plebiscito, dove si trova sia il Municipio che la Prefettura.Proseguendo si  possono agevolmente raggiungere piazza della rocca, piazza Fontana grande, piazza della Morta, piazza delle Erbe e la torre della Bella Galliana con le mura con la porta romana e fiorentina.

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Nel corso della passeggiata ci imbatterà inoltre in numerosissime Chiese, tra le quali meritano una menzione: 1 –  Santa Rosa  ( nella quale è venerato il Corpo della Santa); 2  Santa Maria Nuova, in cui predicò San Tommaso D’Aquino ( che viveva nel convento di San Domenico a Napoli in un momento in cui il suo imperatore, Federico II, era in guerra con il Papato!); 3 – San Silvestro; 4 – l’abbazia di San Martino al Cimino; 5- La Basilica della Madonna della Quercia.
Ciò fermo restando, prima di lasciare Viterbo è doveroso fare altre due soste: la prima è a Villa Lante per visitare i cinquecenteschi giardini manieristici. Giardini che, senza ombra di dubbio, sono tra i più belli in italia sulla falsariga do quelli di Villa D’Este a Tivoli.
La seconda, invece, è  a Civita di Bagnoregio, un borgo abitato da una  decina di persone e raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale.  viterbo2
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10 commenti

  1. Sono passata dalle parti di Viterbo senza fermarmi ed è un peccato, lo so! Non dista moltissimo da casa mia e penso sempre che una volta o l’altra le dedicherò una gita domenicale, come peraltro a Civita. Ma i bellissimi giardini di Villa Lante? Non la conoscevo! Un motivo in più per andare 🙂

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