Egregio direttore del tgr campania Antonello Perillo,
Spettabile Comitato di redazione,
Amici teleabbonati tutti: è arrivato il momento di fermare Rino Genovese e quei dannatissimi droni che sorvolano paesi di dubbia bellezza e catturano le immagini che vengono poi trasmesse il sabato pomeriggio nel corso del “tg itinerante”.
Sono passati purtroppo anni da quando Nicola Muccillo deliziava i palati degli spettatori realizzando i servizi per la rubrica antichi sapori e – con aristocratica maestria – mostrava un “pezzettino di Campania” inedita brindando e bevendo per i fatti suoi durante il servizio. I suoi erano servizi sì ilari, ma garbati nelle immagini e nel racconto.
Il subentrante Rino Genovese, invece, non ha voluto seguire questo canovaccio e il suo “tg itinerante” – rubrica del sabato della tgr Campania dedicato alle tradizioni e alle bellezze dei paesi della regione – è in realtà una promozione di 8/9 minuti a realtà dell’entroterra spesso sconosciute e prive di interesse dal punto di vista turistico.
E così ogni settimana Rino Genovese ricorre ad un aulicissimo registro linguistico per poi mostrare alle sue spalle i soliti (e stantii) paesani che danzano e si agitano in abiti tradizionali. Dopodiché parte l’intervista al sindaco, la carrellata di prodotti tipici ( e grassi) della cultura contadina e l’immancabile excursus storico che trova il suo climax nelle immagini catturate dal drone.
Ebbene, chiunque abbia seguito questi servizi almeno una volta sa che Rino Genovese induce il telespettatore a sghignazzare quando, nel mostrare paeselli oggettivamente brutti, si sforza di usare paroloni del tutto fuori luogo ed illustra primati storici tutti da verificare.
Tra l’altro, quando parte il drone, il maledetto drone, Genovese malcela l’espressione sardonica di chi non vedeva l’ora che arrivasse questo momento. Trattasi in realtà di momenti spesso imbarazzanti, visto che i paesi mostrati raramente offrono paesaggi o edifici degni di nota.
Chiedo: che senso ha realizzare tutte le settimane la stessa tipologia di servizio per promuovere paesi che in realtà nessuno andrà mai visitare con balli, inquadrature impegnative e ammuina di dubbio effetto? Non sarebbe forse il caso di emulare lo stile e la raffinata narrazione di Nicola Muccillo? Non sarebbe meglio visitare una cantina, un’azienda agricola, un agriturismo o un locale particolare descrivendo un prodotto di cui vale la pena parlare?
Ebbene, nel porvi questa domanda, sappiate che mi sono imbattuto in questo articolo del portale iustitia in cui si riporta la notizia che i Comuni interessati dalle sortite di Rino Genovese PAGANO una società privata per avere le immagini del drone.
Pagano ricorrendo a soldi pubblici.
Per cui, sulla scorta di tanto, viene naturale porsi altre domande:
a) è normale che dei Comuni si promuovano nel corso di un telegiornale della tv pubblica e sborsino soldi pubblici per essere trasmessi dalla rai? Tale spesa è cioè compatibile con i fini istituzionali di un ente pubblico?;
b) E’ normale che la rai non sia in grado di realizzare servizi senza dover porre i comuni in condizione di sborsare danaro pubblico?
c) Rino Genovese deve per forza ricorrere al drone? A me non sembra per nulla normale che per i suoi servizi sia necessario la cooperazione di un’altra azienda privata in possesso degli indispensabili mezzi tecnici per la realizzazione delle immagini dall’alto.