Quando sulla nostra strada incrociamo i mercatini dell’usato, la nostra attenzione viene sempre attratta da un passato antico che probabilmente non abbiamo mai vissuto. Vaghiamo attenti tra grammofoni e vecchi dischi funzionanti, telefoni rudimentali, utensili vari, monete, riviste e fumetti cercando qualcosa che possa interessarci. A volte ci imbattiamo anche in libri con le pagine ormai ingiallite e in memorie scritte da uno sconosciuto trapassato per raccontare la propria storia senza la pretesa che qualcuno la potesse leggere in futuro.
Tutto quello che vediamo in questi mercatini ha però una caratteristica comune: è concreto, è materiale.
Internet, invece, ha reso anche i nostri ricordi puramente virtuali. Li vediamo, come vediamo le immagini della nostra memoria, ma non li possiamo più toccare, né li vedremo mai ingiallire. A volte, per questo, penso alla fine che faranno i blog tra 50, 60 anni, spesso nient’altro che memorie immateriali scritte senza alcuna pretesa letteraria.
Chi li archivierà?
Chi li conserverà?
Quale antiquario spererà di venderli per un soldo in un mercatino?
Non lo affermo con malinconia, anzi penso invece che per un blog morire sulla rete sia molto più dignitoso rispetto al destino di un libro ingiallito che finisce su un bancone al vento con la speranza di finire nel cassetto di mani estranee di passaggio.
Ciò che invece mi intristisce è che in fondo noi siamo solo polvere, null’altro che polvere e ciò su cui investiamo il nostro tempo è destinato nel 99,99% dei casi a finire nell’oblio.
Qual è dunque la soluzione?
La soluzione è capire e cosa si vuol fare.
Esistono infatti due alternative:
La prima è scrivere per il gusto di ingannare il tempo che ci separa dallo status di polvere. E’ cioè scrivere per mero divertissement come per divertissement pratichiamo tanti hobbies: giocare a briscola, fare puzzles, fare una gara a chi mangia più pizze. Il blog, dunque, in questo caso deve avere una funzione consolatoria. Deve cioè servirci per rilassarsi e resettare i nostri pensieri senza crearci patemi. Ove mai ciò avvenisse, bisognerebbe per questo smettere immediatamente di curarlo.
La seconda possibilità, invece, consiste nel provare a scrivere qualcosa che sfugga all’oblio. Significa cioè provare a scrivere qualcosa che non si esaurisca nelle proprie “memorie” , ma sia il più geniale possibile.
Significa cioè inventare una storia straordinaria piuttosto che.
Punto.
Amo i mercatini dell’usato/antiquariato, anche solo “vederli” senza per forza comperare o toccare.
Non parlo solo di dischi, la mia passione, ma di tutto quello che ha sapore e profumo di vintage, da giocattoli, a monete, a fumetti, francobolli, etc.
Vedo centinaia di persone che ci mettono passione, mi piace questo proporre “al presente” ciò che era di attualità ieri.
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