Cosa vedere a Paestum: guida completa al sito archeologico e non solo
Paestum non è soltanto una delle mete archeologiche più affascinanti d’Italia, ma un luogo che incarna l’incontro tra memoria storica, paesaggio e tradizioni. Fondata dai coloni greci intorno al 600 a.C. con il nome di Poseidonia, la città conobbe secoli di splendore sotto i Greci, i Lucani e i Romani, fino al progressivo abbandono in età medievale. Oggi il Parco Archeologico di Paestum e Velia è riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità e offre una visita che va ben oltre la celebre triade dei templi dorici.
Ecco una panoramica dettagliata — e aggiornata — su cosa vedere a Paestum, con particolare attenzione al sito archeologico, tra i meglio conservati del Mediterraneo. Mi raccomando, tenete d’occhio la mia guida con i migliori itinerari in Cilento. Qui troverete tutto ciò che c’è da sapere su gite, attività. cose da fare e naturalmente si parla anche di Paestum.
L’area archeologica: un viaggio nella Magna Grecia
I tre templi dorici
Cuore pulsante dell’area archeologica sono i tre grandi templi in stile dorico, tra i meglio conservati al mondo:
- Tempio di Nettuno (o di Poseidone) – Costruito intorno al 460 a.C., rappresenta il capolavoro dell’architettura dorica classica. Le sue 36 colonne monolitiche svettano ancora oggi con maestosità. Non era dedicato a Nettuno, ma probabilmente a Hera o a Zeus: l’errata attribuzione ottocentesca è rimasta per ragioni di tradizione.
- Tempio di Hera (la Basilica) – È il più antico, risalente al 560 a.C. Le sue 9 colonne sulla fronte — insolite rispetto allo schema canonico — testimoniano un periodo sperimentale dell’architettura dorica. Il soprannome “Basilica” fu coniato nel Settecento, quando gli studiosi non avevano ancora compreso la natura sacra dell’edificio.
- Tempio di Atena (detto anche di Cerere) – Costruito attorno al 500 a.C., si distingue per la commistione tra elementi dorici e ionici. In età medievale fu trasformato in chiesa cristiana, e ancora oggi conserva tracce degli adattamenti liturgici.
L’agorà e il foro romano
Oltre ai templi, il sito rivela un tessuto urbano sorprendente. Nell’area centrale si distinguono i resti dell’agorà greca, poi trasformata nel foro romano, cuore politico e sociale della città. Qui si trovano le tracce della curia, della basilica civile e del comitium.
Il santuario meridionale e quello settentrionale
Accanto ai grandi templi principali, Paestum custodisce due aree sacre più raccolte ma altrettanto significative:
- Santuario meridionale: legato al culto di Hera, comprende il celebre “Tempio della Basilica” e altri edifici minori.
- Santuario settentrionale: connesso al culto di Atena, era frequentato da giovani guerrieri e devoti alla dea della sapienza.
Le abitazioni e la vita quotidiana
Passeggiando nell’area, si incontrano i resti delle abitazioni private, delle tabernae (botteghe) e delle terme. È un’immersione concreta nella vita quotidiana degli abitanti di Poseidonia, dalla fase greca a quella romana.
Le necropoli
Intorno alla città si estendono le necropoli, da cui provengono straordinari cicli pittorici conservati oggi nel museo. Celebre è la Tomba del Tuffatore, datata al 470 a.C., con la scena unica al mondo di un giovane che si tuffa in un’acqua simbolica, interpretata come passaggio dalla vita alla morte.
Le mura e le porte di Paestum
La città è racchiusa da un’imponente cinta muraria lunga circa 4,7 km, costruita in età lucana e successivamente adattata dai Romani. Ancora oggi si conservano tratti alti diversi metri, scanditi da torri e interrotti da quattro porte principali:
- Porta Marina, affacciata verso il Tirreno, collegava la città al porto.
- Porta Sirena, con il suo arco ben conservato, è tra le più fotografate.
- Porta Giustizia e Porta Aurea, che segnavano gli altri accessi principali.
Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum
Tappa imprescindibile, il museo raccoglie reperti che vanno dall’età greca a quella romana:
- Tomba del Tuffatore: un unicum nell’arte greca, con affreschi che rappresentano banchetti e riti funebri.
- Pitture lucane: straordinari cicli figurativi provenienti dalle necropoli, con scene di battaglia e vita quotidiana.
- Sculture e metope: come quelle provenienti dal santuario di Hera alla foce del Sele, che narrano miti e gesta eroiche.
Il museo integra e completa la visita al sito archeologico, permettendo di leggere con chiarezza la stratificazione culturale della città.
Paestum oltre l’archeologia
Le spiagge
A pochi passi dall’area archeologica, Paestum offre un lungo litorale di sabbia dorata incorniciato da pinete. È la meta ideale per alternare una mattina di cultura a un pomeriggio di relax in riva al mare.
La mozzarella di bufala campana
Il territorio intorno a Paestum è uno dei distretti principali della mozzarella di bufala DOP. I caseifici locali permettono visite e degustazioni: un’esperienza sensoriale che completa quella culturale.
Eventi e spettacoli
In estate l’area dei templi ospita spettacoli teatrali e concerti, che restituiscono al sito la sua originaria funzione di spazio comunitario. Tra gli eventi più attesi, il Festival della Dieta Mediterranea, che unisce gastronomia e cultura.
Paestum non è solo una gita scolastica o una sosta obbligata in Cilento: è un viaggio dentro la storia del Mediterraneo, una città che racconta l’incontro tra Greci, Lucani e Romani. Visitare il sito archeologico significa percorrere tremila anni di civiltà e scoprire come l’eredità antica possa dialogare con la natura, il mare e le tradizioni gastronomiche del presente.
Se vi chiedete cosa vedere a Paestum, la risposta è chiara: non solo i templi, ma una città intera, viva ancora oggi nei suoi resti, nei suoi paesaggi e nei suoi sapori.
La storia di Paestum: dalla città di Poseidonia all’abbandono medievale
Paestum non è soltanto un sito archeologico tra i più spettacolari d’Italia: è una città che ha attraversato oltre un millennio di storia, passando dai fasti della Magna Grecia alle trasformazioni romane, fino a un oblio durato secoli. La sua vicenda è un intreccio di civiltà e popoli che hanno lasciato tracce ancora oggi leggibili nelle architetture, nelle necropoli e nei reperti del Museo Archeologico.
Ecco la storia completa di Paestum, per scoprire come questa antica città sia diventata patrimonio dell’umanità UNESCO e meta imprescindibile per chi ama archeologia e cultura.
Per conoscere Paestum bisogna visitarla ripercorrendone contestualmente la storia.
Le origini greche: Poseidonia (VI secolo a.C.)
La fondazione di Paestum risale intorno al 600 a.C., quando coloni greci provenienti da Sibari, nella Magna Grecia, fondarono la città con il nome di Poseidonia, in onore di Poseidone, dio del mare. La posizione era strategica: vicino al Tirreno, in una pianura fertile, protetta da colline e corsi d’acqua.
In età arcaica e classica, Poseidonia fiorì come centro agricolo, commerciale e religioso. È di questo periodo la costruzione dei maestosi templi dorici dedicati a Hera, Atena e probabilmente Zeus, che ancora oggi dominano l’area archeologica. La città greca era cinta da mura, articolata intorno ad agorà, santuari e necropoli, con un impianto urbano ordinato secondo criteri ippodamei.
L’età lucana (V-IV secolo a.C.)
Verso la fine del V secolo a.C., la città fu conquistata dai Lucani, popolazione italica proveniente dall’entroterra. Da questo momento Poseidonia assunse tratti culturali ibridi: i Greci continuarono a convivere con i nuovi dominatori, dando vita a una fusione tra tradizioni greche e italiche.
Le necropoli lucane hanno restituito cicli pittorici straordinari: scene di banchetto, battaglie, riti funebri. La più celebre è la Tomba del Tuffatore (470 a.C.), unica testimonianza di pittura figurativa greca a soggetto umano giunta fino a noi, che raffigura il passaggio simbolico dell’uomo dalla vita all’aldilà.
L’epoca romana (dal 273 a.C.)
Nel 273 a.C. Poseidonia fu conquistata da Roma, che vi fondò una colonia latina con il nome di Paestum. Iniziò così una nuova fase di prosperità, con la costruzione di nuove infrastrutture:
- il foro romano, che sostituì l’antica agorà;
- le terme, gli anfiteatri e gli edifici pubblici;
- un ordinamento viario tipico delle città romane.
Roma rese Paestum un centro agricolo e commerciale di primo piano, grazie soprattutto alla produzione di cereali e al culto della rosa di Paestum, celebre nell’antichità e citata da poeti come Virgilio e Properzio.
Il declino e l’abbandono (IV-XI secolo d.C.)
Con la crisi dell’Impero Romano, Paestum iniziò un lento declino. Le paludi circostanti favorirono la diffusione della malaria, che portò al progressivo spopolamento. Durante il Medioevo, le incursioni saracene e le difficoltà ambientali spinsero gli abitanti a rifugiarsi nell’entroterra, in particolare nella vicina Capaccio Vecchia.
La città antica cadde nell’oblio, e i templi, avvolti dalla vegetazione, rimasero per secoli nascosti. Viaggiatori del Grand Tour nel XVIII secolo — tra cui Piranesi e Goethe — riportarono Paestum alla luce, affascinati dalla monumentalità dei suoi templi e dalla suggestione delle rovine.
Paestum oggi: patrimonio UNESCO
Grazie agli scavi archeologici iniziati nel Settecento e intensificati nel Novecento, Paestum è tornata a vivere come sito culturale di fama mondiale. Oggi il Parco Archeologico di Paestum e Velia conserva l’area urbana con i templi, le mura, le necropoli e il Museo Archeologico Nazionale, che custodisce i principali reperti.
Nel 1998 l’UNESCO ha riconosciuto Paestum come Patrimonio dell’Umanità, sottolineandone il valore universale per la comprensione della civiltà greca e romana nel Mediterraneo.
La storia di Paestum è la storia di una città che ha conosciuto gloria, conquiste, contaminazioni culturali e oblio. Dalla fondazione greca al dominio romano, fino all’abbandono medievale e alla riscoperta moderna, Paestum ci racconta la capacità dei luoghi di custodire la memoria.
Visitare Paestum oggi significa non solo ammirare i suoi templi, ma entrare in contatto con un patrimonio che attraversa i secoli e continua a dialogare con il presente.
Inoltre, come ho già scritto su, Paestum è un po’ la porta d’ingresso per il Cilento, un territorio che -. oltre al mare cristallino – ha da offrire paesaggi mozzafiato e una zona interna ancora legata alle tradizioni di una volta. Da non perdere.