- Itinerario di 3 giorni in Cilento adattabile a 7 giorni.
Torno a scrivere di Cilento, di cui mi sono sempre occupato a piccole dosi in occasione di fugaci visite, per provare a costruire un itinerario, un itinerario in Cilento in cui cercherò di fornire spunti su cosa vedere di questa terra valorizzandone il patrimonio culturale, artistico, paesaggistico e naturalistico, ovverosia il meglio del Cilento. Cercherò dunque di illustrare cosa vedere a Castellabate e Pollica ( anche se invero l’ho già fatto qui), qual è il tratto di litorale più bello – da Marina di Camerota a Scario – che poi sfiora “la riviera dei Cedri” in Calabria, ma anche di ricordare Velia e la filosofia eleatica, cosa veder a Paestum, Padula, Pertosa e attorno al fiume Tanagro.
Insomma, l’obiettivo è quello di sintetizzare tutto ciò che c’è da vedere in Cilento nel modo più esaustivo possibile.
Finora infatti – è assurdo a dirsi, ma va fatto notare – nessuno ha mai pensato di scrivere in maniera sistematica un itinerario del Cilento che coniugasse un po’ tutto quello che questo territorio ha da offrire e che – in maniera piuttosto miope – punta troppo sul turismo balneare per lasciare un po’ troppo defilate altre realtà. Il parco nazionale del Cilento – ente dall’attività astrusa – ha invero un sito internet, ma per ora è pessimo.
Sommario
- Cilento, dove si trova ?
- Cosa c’è da vedere ?
- Quanti giorni ?
- Itinerario
- Le grotte di Pertosa
- Rafting sul fiume Tanagro
- Teggiano
- Gole del Sammaro e Roscigno vecchia
- Padula e la certosa di San Lorenzo
- Monte Cervati
- Grotte di Spartaco a Castelcivita
- Paestum e l’area archeologica
- Agropoli
- Castellabate e dintorni
- Punta Licosa
- Acciaroli, Pioppi e Pollica
- Scavi di Elea
- Palinuro
- Marina di Camerota
- Scario
- Sapri
- I dintorni del Cilento
- Dove soggiornare
- Cosa Mangiare
- Cilento, dove si trova ?
Il Cilento, per chi non lo sapesse, è quel territorio che comprende l’area più meridionale della Campania, un’area che inizia tendenzialmente dalla foce del fiume Sele e arriva fino alla Lucania. Fa integralmente parte della provincia di Salerno – la seconda provincia più estesa d’Italia dopo quella di Cagliari – ed è di fatto un territorio culturalmente molto vicino alla Lucania. Tradizionalmente viene diviso in 5 macro-aree: alto Cilento, Cilento centrale, basso Cilento, vallo di Diano e valle del Calore. E’ facile, dunque, intuire che si tratta di un territorio molto eterogeneo che si estende dalla fascia costiera fino ad una vasta area montuosa comprendendo al suo interno ben 99 paesi.
- Cosa c’è da vedere in Cilento ?
Più in particolare, dal punto di vista turistico, il Cilento negli ultimi anni ha puntato molto sullo stile di vita sano, la qualità dei suoi prodotti e il suo mare cristallino. In questo post, come già preannunciato, cercherò di fare una operazione parzialmente diversa valorizzando altresì il suo patrimonio artistico e le bellezze naturalistiche che ad oggi non hanno ottenuto il riscontro che meritano. Si tratterà, pertanto, di un itinerario in Cilento un po’ naif adatto per essere seguito nei mesi estivi o comunque in primavera inoltrata quando questo territorio offre il meglio di sé e torna a ravvivarsi dopo mesi di letargo.
- Quanti giorni in Cilento ?
L’itinerario in Cilento che propongo è puramente on the road nello stile del narrabondo, ed ipotizza un itinerario di 3 giorni in Cilento, tempo sufficiente per girarlo adeguatamente con ritmi serrati. Questa tempistica pertanto non interessa coloro che preferiranno trascorrervi una vacanza di una settimana soggiornando in una delle diverse località turistiche. Per cui diciamo che il predetto itinerario può essere concepito anche come itinerario di 7 giorni in Cilento, ove – come effettivamente consigliato – si preferisca una vacanza più rilassante in cui si voglia coniugare il mare con il viaggio.
Aggiungo poi che i mezzi pubblici non sono ottimali, per cui si consiglia di muoversi con mezzi propri ( macchina e moto). Le escursioni in bicicletta in Cilento pure sono molto molte e consigliate, ma ovviamente consentono una velocità di spostamento inferiore.
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Itinerario in Cilento – cosa vedere
Il percorso che segue è elaborato partendo da nord – cioè da Salerno – in direzione sud fino al confine con la Lucania. Sintetizzerà il meglio del Cilento.
- Giorno 1
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Le grotte di Pertosa
Le prime due tappe che consiglio sono dedicate alla natura. La prima di queste è in località Pertosa – Auletta. Anche chi non è un amante della speleologia rimarrà infatti impressionato dalla bellezza delle Grotte di Pertosa di cui si può visitare una parte in un percorso guidato di circa 3 km.
D’altra parte la visita non è affatto impegnativa, regalando anzi il fascino dell’avventura senza presentare alcuna difficoltà per i meno sportivi. I percorsi turistici adatti a chiunque, d’altra parte, sono due, mentre ai più scafati è riservato un percorso speleologico.
La peculiarità principale di queste grotte è costituita, più in particolare, da un fiume sotterraneo ( il Negro) che i visitatori potranno attraversare dirigendosi su una zattera, in modo molto suggestivo, verso la cosiddetta grotta della cascata. Inoltre all’interno delle Grotte è possibile notare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.. Vi sono poi stalattiti e stalagmiti che assumono le forme più disparate come è nel caso della sala delle Meraviglia, della sala del trono, della grande sale, della sala delle spugne e della sala del Paradiso e della Sala della Madonna. Il fascino del luogo è poi data dalla impossibilità di fotografarlo nella sua reale bellezza e di poterla apprezzare come merita esclusivamente dal vivo. Vi assicuro che è un posto incantevole! Il sito internet delle grotte di Pertosa è fatto molto bene e permette di conoscere orari di visita, percorsi e tariffe dei biglietti: http://fondazionemida.com/
Aggiungo che l’area di parcheggio esterna permette trovare facilmente posto per la propria autovettura.
Tre le cose da vedere a Pertosa c’è poi “il velo della sposa”, tra le più alte cascate naturali d’Italia ( preciso che in realtà la cascata delle Marmore in Umbria, di cui ho scritto qui, è considerata una cascata artificiale in quanto “creata” dai romani).
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Rafting tra Polla e Auletta sul fiume Tanagro
La seconda tappa del mio itinerario in Cilento prevede la possibilità di cimentarsi col rafting, un’attività sportiva molto divertente che dà la possibile di vivere un fiume e ciò che vive nel fiume da una prospettiva molto differente. D’altra parte le acque del fiume Tanagro sono assolutamente limpide e offrono scorci di rara bellezza. In particolare i ragazzi di http://www.campobase.org sono molto preparati e sanno spiegare con entusiasmo qual è l’ecosistema che caratterizza il Tanagro. Il rafting, tra l’altro, di solito termina con un bel bagno nel fiume in un punto in cui lo stesso scorre in modo particolarmente placido e la corrente non è in grado di trascinare lontano. In ogni caso – fermo restando che il rafting è un’attività che, con gli opportuni accorgimenti, si fa in tutta sicurezza, devo ammettere che a me una volta è capitato di cadere in un fiume ( non ero sul Tanagro, ma al Pollino sul fiume Lao) e farsi trascinare dalla corrente per un po’ è stato pure divertente: l’importante, per evitare colpi verso rocce o arbusti, è piantare i piedi verso valle.
Il percorso sul Tanagro, per il resto, va da un territorio appartenente al comune di Polla al Comune di Auletta. Giusto per cenno storico, ricordo che Auletta è una città simbolo di un massacro avvenuto nel 1861, quando l’Italia unita era già stata proclamata, da parti dei piemontesi ai danni della gente del Sud. . Il 28 luglio 1861 la popolazione di Auletta accolse festante dei ribelli legittimisti/filoborbonici e ammainò la bandiera italiana dal Comune. La reazione dei piemontesi fu però crudele e vile: i luoghi i culto di Auletta vennero saccheggiati e centinaia di persone vennero arrestate. Ci furono inoltrei tra i 45 e i 130 morti tra i civili. Tra questi il parroco e un altro religioso – a colpi di calcio di fucile sulla testa – costretto prima ad inginocchiarsi davanti al tricolore sabaudo
In zona vi è poi Buccino, piccolo paesino adagiato su una collina in cui si può vedere l’ex convento degli Eremitani di Sant’Agostino, castello Imperiale e palazzo Forcella.
Cfr.Campania meridionale: rafting e grotte di Pertosa
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Teggiano
Da Polla l’itinerario può proseguire per Padula, prima però potete tenere in considerazione Teggiano per via del suo aspetto di rocccaforte con tutte gli edifici realizzati come se si trattasse di mura. Qui si potrebbe visitare il convento di S. Francesco e il Museo delle Erbe
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Sorgenti del Sammaro e Roscigno vecchia.
A 25 km da Teggiano è possibile andare alla ricerca delle sorgenti del Sammaro, dove il fiume ha scavato delle gole. Poco distante vi è poi il piccolo borgo abbandonato di Roscigno vecchia. Di entrambe queste suggestive località ho scritto qui.
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Padula, la certosa di San Lorenzo
Tra le località imperdibili di un itinerario in Cilento vi è però sicuramente la spettacolare Certosa di Padula – di cui ho già scritto qui, invero troppo distrattamente, agli albori di questo blog in un post dedicato altresì alle Grotte di Pertosa – certosa che vanta due primati: 1) è la più antica della Campania ( prima di San Martino a Napoli e prima di San Giacomo a Capri; 2) è la più grande certosa d’Italia grazie ad una superficie di 51.500 m².
La certosa in questione, dedicata a San Lorenzo, è ricchissima di opere d’arte e, già a partire dal suo ingresso monumentale, rivela un pregio “certosino”. .
La storia della certosa di San Lorenzo, per il resto, inizia nel XIV secolo con il Conte di Marsico, anche se al suo interno tradisce una provenienza barocca: qui, infatti, vi erano monaci di buona famiglia e, per questo, contavano sui contribuiti delle stesse per finanziare lavori all’interno della Certosa.
Al suo interno si possono notate una Chiesa con la cappella principale, un giardino, tre Chiostri e un cortile. In particolare una delle cappelle – detta principale – è caratterizzata da marmi e affreschi di grande impatto. Vi è poi la biblioteca con il pavimento con le ceramiche di Vietri. Va, inoltre, precisato che, lungo il chiostro principale, il più grande d’Italia, ci sono le celle dei monaci e a chiudere si notano, da una parte una scala elicoidale che sfida le leggi dell’ingegneria, dall’altra un’altra scala monumentale che conduce proprio alla biblioteca.
I più golosi però saranno incuriositi dal refettorio e della cucina maiolicata con mattonelle verdi e gialle, nonché un lattedotto. Qui, secondo un aneddoto molto sfizioso, pare che sia stata preparata una frittata di mille uova per re Carlo.
Ciò detto, purtroppo non tutta la certosa è visitabile e, per quanto sia bella, deve ravvisarci un po’ di incuria. In ogni caso merita davvero tanto.
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Il monte Cervati
Segnalo poi l’esistenza del Monte Cervati, con 1899 metri il più alto della Campania. Non lo inserisco nell’itinerario di visita, ma mi limito a segnalarlo per possibili trekking.
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Le grotte di Spartaco a Castelcivita
Se avete ancora voglia di grotte e, magari, volete raffrontarle con quelle di Pertosa, meritano sicuramente di essere visitate le grotte di Spartaco a Castelcivita. Sono state scoperte dal fondatore del touring club italiano e sono chiamate di Spartaco per via di una leggenda in proposito che però, se volete leggere, vi invito a guardare sul sito ufficiale delle grotte. Ciò che mi preme sottolineare è che le grotte sono molto e sono visitabili per 1700 metri a fronte di una estensione, all’interno del massiccio de monti Alburni, i svariati chilometri. Vi sono stalattiti e stalagmiti per un totale i 4800 metri.
Giorno 2 – Itinerario in Cilento : cosa vedere
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Paestum – sito archeologico con museo.
Mi rendo conto che, finora, ho messo troppa carne a cuocere, ma spetta al lettore raccogliere gli spunti a seconda dei propri interessi e poi adattarli ai propri ritmi. Per me in un giorno è ben possibile visitare almeno una delle due grotte, la certosa e fare rafting! In ogni caso, conclusasi la giornata, suggerisco – per questioni logistiche — di pernottare nel comune di Capaccio, dove peraltro vi è il sito archeologico di Paestum.
Si tratta nello specifico di un sito archeologico di straordinaria bellezza in quanto permette di respirare civiltà, ovvero di rendersi conto di quale è stata l’importanza dei nostri avi. L’antica Poisedonia infatti è stata fondata nel VI sec. A.C. e ha poi cambiato nome in Paestum con i romani. Ha alle spalle una storia importante e ciò che più colpisce è sicuramente l’imponenza dei suoi templi: quelli di Hera, ( o Cecere), di Athena ( O Minerva) e di Poseidone ( o Nettuno). Ammirarli regala stupore, brividi, ma anche la sensazione di essere davvero piccoli davanti alla storia. Inoltre, nel sito archeologico, è tuttora percorribile la antica strada principale e, lungo la stessa, è possibile raggiungere l’agorà ( poi divenuto foro romano), alcune case, le mura e l’anfiteatro. Di fronte al parco archeologico vi è poi un bel museo con i reperti che si è preferito conservare. Il più famoso è sicuramente “la tomba del tuffatore”, l’unica testimonianza di pittura greca figurativa e non vascolare che ci è pervenuta. Il bel sito istituzionale spiega tutto: https://www.museopaestum.beniculturali.it/
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Agropoli – cosa vedere
Da Paestum il nostro itinerario in Cilento può finalmente svilupparsi lungo la costa e, a poco più di 10 km, contempla una sosta doverosa ad Agropoli.
Cosa vedere ad Agropoli? La principale attrazione sicuramente il Castello angioino che si trova sul pizzo più alto del paese ed caratterizzato da tre grandi torri circolari e un grosso fossato. Tra l’altro al suo interno vi sono diversi edifici e quella che una volta era la piazza d’armi ( oggi utilizzata per manifestazioni estive all’aperto). Attorno al castello, inoltre, si sviluppa un borgo molto folcloristico, tipico di un centro storico del sud, con vicoli molto stretti e scalinate. Scendendo a piedi dalla zona del castello si uscirà dunque dal bel centro storico di Agropoli non appena si passerà per un portale del ‘600.
Naturalmente però non si può dimenticare il mare di Agropoli, a partire dal lungomare di San Marco. Agropoli però si fregia di avere sul suo territorio una delle spiagge più belle della costa, la baia di Trentanova.
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Castellabate – Itinerario in Cilento
Da Agropoli servono solo 20 minuti di macchina per arrivare a Castellabate, ovvero nel più bel paese del Cilento reso celebre dal fortuna film Benvenuti al Sud. Di Castellabate e di Acciaroli ho già scritto mettendone a confronto gli aspetti complementari. Castellabate, del resto, è un paese molto particolare sia per il nome sia perché il suo centro si trova in alto, ma d’estate si trasferisce sulle sue frazioni, San Marco e Santa Maria di Castellabate. Quanto al nome, la storia è singolare: il tutto nasce dal fatto che il castello di Casttabate fosse di proprietà dell’Abate della badia di Cava de’ Tirreni, Costabile Gentilcore ( poi, peraltro, dichiarato Santo).

E sapete qual è il Santo protettore e il nome più diffuso a Castellabate? Costabile appunto, richiamando così doppiamente il proprietario del Castello. Ciò detto, cosa vedere a Casttabate? In primo luogo il Castello, da cui inizia il centro storico, e poi il bellissimo panorama su tutta la costa.
Nel passeggiare per i suoi vicoli, si noterà anche la targhetta con la citazione di Gioacchino Murat : “qui non si muore”. La frase peraltro è stata utilizzata per una scenetta memorabile in Benvenuti al Sud. Molto scenografica poi è la “piazzetta” con cui partono una serie di scalinate.
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San Marco di Castellabate
Le frazioni pure sono molto belle con San Marco di Castellabate che è stato storicamente un riparo per i pescatori alle spalle della Chiesa di Santa Maria. Qui, peraltro, si notano i portici di porto delle Gatte con la spiaggia di Pozzillo.
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Punta Licosa
Non lontano da Castellabate si oltrepassa un altro luogo simbolo del Cilento: la punta Licosa.
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Ogliastro Marina
Da notare poi è altresì la spiaggia di Ogliastro marina, altra frazione di Castellabate.
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Acciaroli, Pollica e Pioppi.
Seguendo la strada costiera del Cilento, in circa mezz’ora si arriverà ad Acciaroli, in realtà frazione del comune di Pollica che si presenta come “il paese di Heminguay” perché – secondo una storiellla invero poco attendibile – lo scrittore americano avrebbe incontrato qui “il vecchio” del vecchio e il mare.
Esattamente come Castellabate, infatti, il Comune di Pollica si trova abbarbicato in alto, mentre le frazioni sono sul mare. Acciaroli, in particolare, è una località di grande impatto sia per il suo mare cristallino sia per l’estremo senso di cura che si può notare. E’ una località di viottoli ordinati, circondato da eleganti case in pietra, che conducono verso il mare. Persino i cartelli stradali sono in legno.
Anche Pioppi, altra frazione, è circondata dal mare e caratterizzata da una grossa spiaggia.
Con la macchina si può poi raggiungere Pollica attraverso una bella strada in salita circondato dal verde della natura e da cui il mare diventa uno sfondo lontano per la vista.
Giorno 3 – Itinerario in Cilento
Il terzo giorno di questo breve itinerario in Cilento viene perlopiù dedicato alla costa meridionale del Cilento con diverse soste lungo il tragitto.
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Il sito archeologico di Elea
A partire da Ascea e dal suo lungomare. Nel Comune di Ascea, più in particolare, è possibile visitare il sito archeologico di Elea / Velia, importantissimo per la storia della filosofia perché qui operarono due scuole tra loro in profondo conflitto, la scuola di Parmenide e la scuola di Eraclito. Della polis restano diverse testimonianze, in particolare le terme ellenistiche e romane, l’agorà, l’acropoli, il porto, Porta Marina, Porta Rosa, il Quartiere Meridionale e il quartiere Arcaico. E’ un sito interessante, sebbene non ben valorizzato.
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Palinuro
Oltrepassato capo palinuro, il timoniere di Enea, si può dunque visitare la parte più bella della costa. Qui, solo via mare, si possono raggiungere due spiagge considerate tra le più belle d’Italia: la spiaggia del Buon dormire con le vicine grotte, la spiaggia dell’arco naturale e la spiaggia del Mingardo. Tra le grotte più famose vanno infine citate poi la Grotta Azzurra, la Grotta del Sangue e la grotta dei Monaci.
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Marina di Camerota.
- Le spiagge più belle del Cilento
Oltrepassato il capo Palinuro, la costa si fa più frastagliata e ricca di insenature suggestive. A partire da Marina di Camerota che si trova al centro di un promontorio a strapiombo sul mare sorvegliate da uliveti secolari e antiche torri difensive. Qui il mare è davvero cristallino e regala probabilmente gli scorci più belli di tutta l’area. Le spiagge di Marina di Camerota sono diverse, tra cui – sulla strada che dal porto conduce al centro storico – vi è quella di San Domenico. Più appartate invece sono la spiaggia delle Lentiscelle e la spiaggia Calanca da cui si intravedono l’isolotto delle Sirene e la torre Calanca.
La spiaggia di cui si è più parlato di più negli ultimi anni è però la spiaggia degli Infreschi, più correttamente un porto naturale che nel 2014 è stata eletta da Legambiente quale spiggia più bella d’Italia. Si tratta di una località di grande suggestione che i romani usavano per ripararvi le navi sfruttandone la morfologia. Tra l’altro attorno alla baia più volte sono stati avvistati i delfini.
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Scario
Altra tappa davvero piacevole di un itinerario in Cilento è poi Scario, frazione del comune di San Giovanni a Piro. Scario di fatto è un piccolo borgo con una straordinaria passeggiata lungo il porticciolo e i pontili. Si trova ai confini del Cilento ed è spesso una sosta obbligata per chi si dirige a Maratea o verso la riviera dei cedri in Calabria.
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Sapri
Infine si segnala Sapri, maggiore paese del golfo di Policastro e che evoca la Spigolatrice con Carlo Pisacane. Sapri si caratterizza per un bel lungomare, ma di qui in poi la costa – con la pregevole eccezione di Maratea ( qui trovi le più belle spiagge di Maratea)- la costa torna ad essere più piatta.
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Dintorni del Cilento
Per chi si spinge nella zona di Scario e di Sapri è appare irrinunciabile una visita alla vicina Maratea, perla Lucana sia per il bel centro storico, sia per le sue spiagge sia per i panorami meravigliosi dalla statua del Cristo. Qui nello specifico trovate anche un itinerario in Basilicata con specifico riguardo anche al Pollino
Subito dopo Maratea inizia poi con la riviera dei cedri calabrese. I tratti di costa più frequentati sono Praia a Mare, Scalea, Belvedere Marittimo e Diamante, la più bella fra tutte. Nei dintorni del Cilento vi è poi il bellissimo Pollino, a metà tra Calabria e Lucania, adatto per escursioni e passeggiate in montagne, oltreché per attività come il rafting. Chi, invece, arriva in Cilento da nord ed è comunque nei dintorni di Agropoli, può farsi una passeggiata a Salerno, Cava de Tirreni e naturalmente in costiera amalfitana.
A breve in ogni caso sarà pubblicato un itinerario in Cilento.
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Dove soggiornare in Cilento ?
La zona di Acciaroli e di Castellabate, da una parte, e quella di Palinuro e Marina di Camerota dall’altra offreno probabilmente qualcosa in più a chi vuole trascorrere una vacanza stanziale di una settimana in Cilento. Qui, probabilmente più che altrove, vi sono molte case vacanze o appartamentini destinati ai turisti.
- Cosa mangiare in Cilento
A conclusione di questo itinerario in Cilento – itinerario che ho pianificato in 3 giorni per indicare il meglio del Cilento, ma che può essere diluito in più giorni approfittando di qualche doverosa sosta balneare – mi sembra giusto fornire qualche dettaglio sulla cucina cilentana, una cucina in cui si fa un vasto uso dei prodotti agricoli del territorio, oltreché di ciò che offre il mare. Nel nord del Cilento, in prossimità della zona di Battipaglia, siamo nella patria della mozzarella di bufala. Nel resto del Cilento, invece, le tradizioni mutano a seconda del territorio. Cito le alici di menaica, le alici ‘mbuttunate, i fichi bianchi, i carciofi bianchi, la pizza alla cilentana, l’acquasale, lagane e ceci,la cacioricotta. Si tratta, dunque, di una cucina molto semplice, ma genuina.
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Altri articoli del narrabondo di possibile interesse:
- Napoli in 4 giorni. Cosa vedere
- 7 giorni in costiera amalfitana
- Salerno, cosa vedere
- Amalfi – cosa vedere
P.S. A volte, rileggendo quanto ho scritto, trovo dei refusi. Per favore, scrivimi se noti qualche errore che mi è sfuggito.
Questa estate mi piacerebbe poter girare in questi posti, che troppo spesso ho snobbato.. chissà staremo a vedere..magari vengo a risbirciare il tuo itinerario più avanti
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Dai, quest’anno si si può anche improvvisare senza troppi patemi. Ti aspetto più in là 😉
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