Intendiamoci da subito: io non ritengo di avere una conoscenza adeguata del parco del Matese per fornire una guida esaustiva di questo comprensorio. Diciamo, invece, che si tratta di un territorio di cui ho avuto “qualche assaggio” e che mi ha lasciato di stucco per la sua bellezza e per le opportunità che offre agli amanti della natura. Per questo quanto segue è solo il contributo di un estimatore del suddetto territorio che si limiterà a fornire qualche “spunto” utile a chi condivide la mia stessa passione per le bellezze paesaggistiche e per le attività da fare all’aperto.
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Dove si trova e come arrivare al parco del Matese
Pur offrendo un paesaggio tipicamente di montagna, il comprensorio del Matese si trova a sole 2 ore di automobile da Napoli e ad altrettante da Foggia. Si tratta di una grande costola degli appennini che formalmente appartiene perlopiù alla regione Campania ( e precisamente alla provincia di Caserta), ma di fatto è geograficamente parte del Molise, tanto da essere ad un tiro di schioppo da Venafro, Isernia e Campobasso. L’appartenenza a due regioni e a ben 4 province ( Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso) è stato invero un problema per lo sviluppo coordinato di questo territorio e ha in parte frenato l’adozione di politiche turistiche comuni. Tanto più che il parco del Matese – nato come parco regionale della Campania e poi divenuto nazionale – comprende tuttora i comuni appartenenti alla Campania e non quelli del Molise. Inoltre mi è capitato di leggere una guida turistica della regione Molise in cui venivano promossi solo i comuni di detta regione e non quelli che si trovano a pochi chilometri di distanza solo perché formalmente sotto l’amministrazione di un altro ente locale. Non aspettatevi quindi di trovarvi di fronte a grandi folle di turisti, anche se poter fruire delle bellezze che offre questo comprensorio senza condividerle con troppa gente è per me un altro valore aggiunto. Ciò detto, per visitare il Matese bisogna assolutamente venire con mezzi propri ( macchina, moto, bicicletta) con la consapevolezza che vi sono aree in cui non prende proprio né la linea telefonica né la rete internet.
Per aver informazioni più complete però vi esorto a dare una occhiata al sito https://matese.guideslow.it/ che ha il pregio di darvi un quadro completo del comprensorio e delle cose da fare con il difetto di non voler fare un torto a nessuno e quindi di mettere tutto sullo stesso piano.
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Dove andare sul Matese
Il territorio del parco comprende prevalentemente il massiccio montuoso del Matese, massiccio in cui spiccano i monti Mutria, Gallinola e Miletto che, con i suoi 2050 metri, risulta essere il più imponente dei tre. Vi sono poi tre laghi: il lago Matese, il lago Letino e il lago di Gallo. Ovviamente poi non mancano i corsi d’acqua come il fiume Tammaro, il fiume Titerno e il fiume Lete. Quest’ultimi due sono a loro volta degli affluenti del Volturno e in particolare il Lete è famoso per le sue acque minerali. Il Lete, tutto sommato, è un fiume piccolino della lunghezza di appena 20 km che sorge a 1028 metri a Letino – il comune più alto della Campania – ma di vitale importanza per il territorio in quanto interessato dalla costruzione di una diga per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, diga che ha dato vita al lago di Letino.
Se si esclude Piedimonte Matese – che è un paese abbastanza grosso – attraversare il parco del Matese significa scoprire paesini abitati da poche centinaia di persone che seguono i ritmi della giornata lasciando le porte di casa aperte e preparando le bottiglie di pomodoro. Si tratta perlopiù di paesini arroccati che offrono scorci di un tempo passato e panorami che cambiano a seconda delle stagioni. Vi sono poi valli di rara bellezza, come quella del lago Matese, che offre possibilità di godere di paesaggi mozzafiato con le cime più alte del comprensorio.
Cipresseta di Fontegreca – cascate
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Cosa fare sul Matese
Oltre a visitare i paesi più caratteristici – ne citerò alcuni a breve – esplorare il massiccio del Matese significa poter fare tutte quelle attività all’aperto praticate dagli amanti della natura. Innanzitutto significa poter fare delle passeggiate o del trekking con diversi livelli di difficoltà. Volendo si può fare del torrentismo o salire lungo sentieri molto suggestivi in cui non mancano le cascate e in cui, se la stagione lo consente, si può fare anche il bagno. Non mancano poi le aree attrezzate per i picnic o per il campeggio, né gli agriturismi in cui respirare aria buona e mangiare prodotti genuini con ampi spazi per organizzare giochi all’aperto. A Campitello Matese vi è, inoltre, una bella stazione sciistica dove praticare tutti gli sports invernali. Io però mi diletterei più con il canottaggio, il ciclismo e l’equitazione. Andare a cavallo da queste parti è una esperienza meravigliosa! Vi è poi la possibilità di pescare i tipici pesci d’acqua dolce ( lucci, trote, carpe, persici, anguille e tinche) e di praticare quello che gli inglesi chiamano birdwatching e che io trovo sinceramente ridicolo definire. Qui è infatti possibile avvistare la marzaiola, la coturnice, il codirossone, il germano reale, la folaga, la cicogna bianca, anatre, aironi, ma soprattutto aquile reali, il picchio rosso, la tordella, la ghiandaia e l’allocco. La fauna poi è ricca di volpi, marmotte, tassi, ghiri, lepri, cinghiali e lupi.
Quanto alla flora – lo scrivo a beneficio degli amanti di ciò che un giorno gli inglesi chiameranno tree-waching – la vegetazione è costituita da lecci, carpini, corbezzoli, cerri, castagni, faggi, aceri, cornioli, frassini, ornielli, abeti e cipressi ( su quest’ultimi tornerò molto a breve).
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Quanti giorni per visitare il Matese?
Il comprensorio del Matese è ideale per trascorrere un fine-settimana alternativo a stretto contatto con la natura. Ovviamente, per conoscerlo a dovere, bisogna andarci più volte. Diciamo pure che io, se ci rimanessi per lunghi periodi, di certo troverei sempre qualcosa da fare o da vedere, ma va bene anche anche andarci a piccole dosi.
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Quando andare sul Matese?
Sarà pure banale scriverlo, ma la risposta è sempre! Ogni periodo dell’anno va bene se il clima lo consente e le strade reggono. Se d’estate si può stare “freschi” facendo anche il bagno nei fiumi e facendo passeggiate, d’inverno il fattore neve può essere limitante per alcuni sentieri, ma anche un’opportunità per fare anche altre attività.
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Cosa visitare sul Matese.
Ripeto: quanto segue non ha alcuna velleità di completezza. Si tratta assolutamente di un “itinerario” parziale e fazioso che offre solo alcuni spunti.
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La cipresseta di Fontegreca

Provenendo da Nord, la prima sosta che lascia davvero di stucco è a Fontegreca, un paesino di 800 abitanti circa reso celebre dalla sua Cipresseta. Originariamente chiamata Fossaceca ha visto cambiare il suo nome in Fontegreca dopo l’unità d’Italia, sebbene i suoi abitanti continuino a farsi chiamare fossacecari. Il borgo è molto ben tenuto e merita una passeggiata per gli scorci che offre.
L’attrattiva principale è però costituita dalla Cipresseta e dal fiume Sava. Si tratta di fatto di uno dei più estesi e antichi boschi d’Italia costituto da cipressi e , tra l’altro, è l’unico nel mediterraneo a non essere malato di cancro della corteccia. Il percorso per visitare l’area – nota anche con il nome di bosco degli Zappini – inizia dal Santuario della Madonna dei Cipressi e,risalendo il letto del fiume Sava, regala scorci di incredibile bellezza. Qui, tra l’altro, è stata allestita una bella area per il picnic. Gli appassionati di trekking, invece, possono avventurarsi per il Monte Scoltrone fino a 1.019 metri. Poco più in basso punta delle Airelle, inoltre, permette di godere di un panorama fantastico. Chi però è troppo pigro o semplicemente non vuole compiere tale impresa non si rammarichi: il bosco già all’inizio del sentiero regala degli scorci fantastici con la possibilità di fare anche il bagno nel fiume.

L’area, inoltre, è stata interessata da una apparizione mariana: due pastorelli, infatti, nel corso del ‘700, videro in una grotta l’immagine della Madonna e da allora la zon è divenuta meta di pellegrinaggi.
- Per conoscere meglio Fontegreca e la Cipresseta consiglio di affidarsi a Raffaele D’Elia, guida che tutti i giorni organizza un tour sia per il paese che per il bosco raccontando la storia delle località summenzionate. Questa è la pagina facebook ufficiale in cui è possibile contattarlo e trovare anche i riferimenti telefonici.
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Il borgo di Prata Sannita
Nel tour guidato, tempo permettendo, è compresa anche la visita al borgo di Prata Sannita e al fiume Lete.
Il Lete, infatti, come ho già scritto, nasce a Letino e affluisce, poco dopo, nel fiume Volturno. E’, tuttavia, un fiume molto importante che ha dato origine al lago di Letino ed è stato utilizzato per lo sfruttamento di energia idro-elettrica proprio a Prata Sannita. Il borgo in questione poi è molto carino e si contraddistingue per la presenza delle mura turriche e un castello situato su un costone roccioso che domina tutto il centro abitato e le sue case in pietra. Lungo le mura si aprono poi le porte di accesso rafforzate da torri cilindriche. A porta di Lete, inoltre, è possibile vedere l’antico ponte romano che attraversa il fiume Lete e un vecchio mulino.
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Il lago di Gallo, il lago di Letino e il lago Matese.

Dei tre laghi che caratterizzano il comprensorio, solo quello di Matese è un lago naturale. Gli altri due sono stati creati artificialmente per lo sfruttamento dell’energia. Si tratta però di tre bei laghi che offrono paesaggi davvero suggestivi. Quello di Gallo prende il nome da Gallo Matese, un borgo che merita una sosta per la forra del pesco rosso, ovverosia un contrafforte calcareo che si sviluppa per oltre un chilometro con un dislivello di 300 metri e costituito principalmente da ferrite . Le pareti di fatto creano un canyon con cascate e vasche naturali perfetto per praticare del torrentismo.
Poco dopo ci imbatte in Letino e nell’omonimo lago, un altro piccolo borgo davvero molto curato in cui la vita si concentra nel bar del paese e al bocciodromo comunale. Nonostante i suoi 31 km² ospita solo 700 abitanti e ha un’altitudine che va dagli 828 ai 1725 metri; con ciò guadagnandosi il titolo di centro più “alto” della Campania.
Ciò detto, ritengo superfluo scrivere del suo castello e dei suoi edifici storici. Ciò che ha consentito a Letino di conseguire la Bandiera Arancione assegnata dal Touring Club Italiano è sicuramente la natura che circonda il paese.
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Il lago Matese
A pesca sul lago Matese
Anche perché, dopo aver scollinato, si arriva in un altro luogo simbolo del comprensorio, ovverosia al lago Matese. Si tratta di un lago che si trova a “valle” a quota 1.010 metri, di fatto alimentato da sorgenti e dalla neve dei monti Miletto e Gallinola che d’inverno caratterizza il paesaggio. Per questo è un lago che ha un’estensione che varia a seconda delle stagioni. Da qui partono decine di sentieri non particolarmente difficili che permettono di superare quota 2.000 metri. Già solo girare per il lago -a piedi, in bicicletta o a cavallo – dà però grande soddisfazione perché dà la possibilità di osservare la flora e la fauna che ho citato in precedenza. Nella fattispecie non ho citato però le api che qui abbondano e consentono di produrre molto miele

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San Gregorio Matese e Castello del Matese
Dopo essersi lasciati il lago alle spalle, ci sono diverse possibilità. La prima consiste nel rimanere in Campania e dirigersi verso Piedimonte Matese percorrendo una strada molto panoramica che scende lungo un costone roccioso e incrocia i paesi di San Gregorio matese e Castello del Matese che, già da lontano, regalano dei paesaggi molto suggestivi.

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Sepino e la sua area archeologica
Nel caso in cui si voglia andare in Molise, una valida scelta è poi quella di allungarsi a Sepino, dove sarà possibile visitare ciò che resta dall’antica città romana che sorge sulla valle del fiume Tammara e il cui nome deriva da saepire, ovvero recintare, per indicare lo stazzo recintato connesso all’allevamento transumante. Dopo aver oltrepassato una delle 4 porte monumentali, si può vedere il teatro, il complesso campus-piscina-porticus e la basilica ( cioè il luogo in cui veniva amministrata la giustizia) con il foro , il macellum ( il mercato), un edificio di culto del I secolo D.C. , il complesso termale, la necropoli, il quartiere delle abitazioni private, la fontana del Grifo, la casa dell’impluvio sannitico e i resti di un insediamento medievale che si è soprapposto. Per molti il sito di Sepino è una vera e propria Pompei molisana

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Cusano Mutri e le Gole di Caccaviola
Un’altra sosta doverosa va assolutamente fatta nel bel borgo di Cusano Mutri, che in inverno è circondato dalle montagne innevate. Per i più avventurosi Cusano Mutri è una tappa imprescindibile per andare alla scoperta delle gole di Caccaviola. Si tratta di una forra, scavata nella roccia calcarea, che si trova tra i monti Civita di Cusano e Civita di Pietraroja. Nel risalire le gole attraverso un percorso molto suggestivo è possibile ammirare cascate, farsi il bagno in piscine naturali ed eventualmente intravedere cinghiali, volpi, lupi e falchi . Inoltre, sempre durante il percorso, bisogna ricorrere alle teleferiche e lanciarsi nel vuoto. Si tratta per questo di una escursione davvero molto bella che regala paesaggi suggestivi assieme al senso dell’avventura. Per organizzarla non v’è dubbio sulla serietà e la competenza di www.mateseescursioni.it

Se date un’occhiata al sito, noterete poi che è possibile fare anche altre escursioni, come quelle alle gole di Conca Torta – che è meno impegnativa – alle miniere di Bauxite, alle forre di lavello o trekking più tradizionali sul monte Mutria. Vi è poi la possibilità di praticare del torrentismo e canyoning, l’arrampicata, il parapendio o fare delle escursioni speleologiche.
Insomma, trattasi di attività che, per gli appassionati, sono davvero molto avvincenti
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Il parco del Grassano
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Il fiume Grassano
Chi non se la sente di affrontare le grotte di Caccaviola e vuole trascorrere una giornata più tranquilla ( ma non meno piacevole!) non può farsi sfuggire il parco del Grassano che si trova a San Salvatore Telesino lungo l’omonimo fiume. Il parco tecnicamente non appartiene al comprensorio del Matese, ma è talmente vicino da non poter essere ignorato. Da Cusano Mutri infatti sono meno di 20 km. Il parco in questione – davvero ben tenuto – offre infatti degli scenari di favola a portata di tutti. Dopo aver percorso il parco seguendo il corso del fiume, si potranno fare delle attività davvero interessanti: dormire stesi sull’erba, giocare a pallone, andare in canoa e soprattutto mangiare all’aria aperta.

Relativamente a quest’attività ci sono due opzioni: a) andare al ristorante sul fiume; b) riservare un tavolo per il picnic cuocendo carne alla brace su uno dei barbecue messi a disposizione. Quanto al fiume, confesso che – sebbene sia vietato fare il bagno e l’acqua sia indubbiamente fredda – il sottoscritto non ha resistito e ha messo almeno i piedi a bagno.
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Hai descritto abbastanza bene il territorio; l’unico appunto che posso farti è che il Matese dista 1h30m da Napoli e sicuramente 2h30m da Foggia.
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Grazie Gianpiero,
abbonami però la mezzora che ho tolto per arrivare da Foggia e aggiunto per arrivare da Napoli; ho voluto solo dare genericamente l’idea delle distanze, poi – come potrai intuire – ci sono tante variabili col traffico.
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Che bello, dopo i tuoi suggerimenti penso proprio che andrò a visitarlo
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Onorato. Si, vale davvero la pena andarci
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