
Sul treno, partito da Bratislava con notevole ritardo, mi diverto ad osservare i paesaggi e i capostazione dei paesini attraversati particolarmente folcloristici. Sulle carrozze le persone si levano le scarpe e si stravaccano come se stessero a casa loro. Anche questo fa parte di un viaggio. La stazione di Budapest ha la tipica copertura in ferro che andava di moda a fine ‘800. La città è molto scenografica e raffinata. La differenza con la Slovacchia è evidente, ma nemmeno qui le persone sono sorridenti. Fa caldo e la loro cucina non contempla piatti estivi. Il gulash e l’oca sono buoni, ma si fanno sentire. Il tour delle terme permette di vivere dei monumenti e capire che – forse – abbiamo perso un uso che abbiamo inventato.
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