Costa Rica, un bradipo sul surf.

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Non ho mai capito come facciano nella Costa Rica a vivere senza numeri civici.
Fare il postino da queste parti deve essere un mestiere impossibile
Per orientarmi ormai mi baso esclusivamente sui colori delle villette.
La mia guesthouse, ad esempio, viene dopo la villetta viola che, a sua volta, viene dopo quella gialla e quella rossa.
Insomma, se fossi daltonico, sarebbe un bel guaio.
A parte ciò, tuttavia, la Costa Rica non è un paese problematico.
La criminalità – se si esclude la capitale San José – è sotto controllo, i suoi abitanti sono i più felici del mondo  e ogni anno vi si trasferiscono migliaia di stranieri attratti dallo stile di vita semplice, dal sistema fiscale conveniente e da una struttura burocratica tutto sommato funzionante per gli standards dell’area.
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Costa Rica, Pura Vida!
Se lo sento pronunciare in giro ancora una volta, giuro che parte una craniata.
Pura vida, un accidenti!
Io, per non farmi guardare storto dagli yankee in villeggiatura, ho dovuto dismettere i panni del cattivo e far sparire  barba e cappellaccio.
Altra storia rispetto al Nicaragua:
a) E’ piena di tedeschi che si sono trasferiti perché non ce la facevano più a vivere in mezzo ad altri tedeschi, ma nell’anima rimangono tedeschi; b) Quando arriva la stagione delle piogge, piove veramente senza sosta per giorni e c’è sempre un’umidità pazzesca.
Sapete che significa?
Che se non volete gettare l’anima, bisogna tuffarsi a mare.
Solo che – ed è questo il vero motivo che mi fa ingrippare – il mare è sempre pieno di surfisti atteggiati e io con la tavola da surf sono veramente impedito.
A volte la mattina mi alzo  di buzzo buono e mi fiondo subito in spiaggia ripetendo tra me e me:
“Devo farcela. Oggi si vola”.
Poi preparo l’attrezzatura, mi concentro e…scivolo una, dieci, cento volte.
A volte riesco anche ad alzarmi in piedi sulla tavola, ma è una ebbrezza che dura solo pochi attimi prima che vada a finire con la testa sott’acqua.
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E così mi  intossico, guardando chi ci riesce e surfa sul serio.
Anche se – a essere onesti – mi diverto un sacco anche io, perché  i surfisti sono ragazzi che essenzialmente se ne fregano di tutto vivendo alla giornata.
La maggior parte di loro sono degli Usa in trasferta per brevi periodi, ma c’è anche chi si è trasferito in spiaggia per sempre.
Nelle ultime settimane non mi sono solo fatto deridere su una tavola da surf, ma ho
ho anche esplorato foreste, scalato vulcani, fatto il bagno accanto a cascate, giocato con bradipi, usato foglie di banano come ventilatore, imbrogliato una scimmia cappuccio, nutrito i mapeche ( una sorta di orsetti lavatori), fatto canopy, sfottuto pappagalli colorati e infine mi sono fatto terrorizzare da iguane che si sono mosse all’improvviso facendomi quasi prendere un infarto.
El Arenal, La Fortuna, Tamarindo,  Manuel Antonio, llanos de Cortèz ,Santa Teresa,  Malpais  e Montezuma. Ha davvero poco senso fare un elenco di posti da vedere.
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La Costa Rica è uno sputo di terra e se si ha una 4×4 a disposizione, peraltro quasi superflua grazie all’ottima condizione delle strade, la si gira in tutta la sua estensione in poco tempo. Ma non è facendo i tour de force che bisogna esplorarla.
La sua natura esplosiva,  il suo clima e la sua conformazione sono tutti fattori che rendono indolente chiunque la viva.
Quasi come un bradipo.
Eppure non tutti sono qui per fare le anime pie.
Poco più giù c’è Panama e, da queste parti, è molto facile, troppo facile unire l’utile al dilettevole.
Non so se ci siamo capiti.
* Tutti i diritti sono riservati.
Racconto di viaggio sulla Costarica.
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