In un Vomero tempestato da milioni e milioni di pub che aprono e chiudono continuamente senza nemmeno darti l’opportunità di affezionarti, sono sempre rimasto affascinato da un particolare dell’insegna della trattoria Cilea.
C’è scritto 1955, anno di fondazione e segno che è stata capace di creare affezione persino nel gelido popolo vomerese, il popolo più nordico e anaffettivo di tutti i quartieri di Napoli.

Cosicché, incuriosito, ho sempre desiderato di andarci una sera, benché il locale sia un piccolo scrigno e conseguentemente costringa a stare stretti, molto stretti.
Io, tanto per dire, quando ci sono stato, ero seduto proprio tra il frigorifero e la porta e ogni volta che quest’ultima veniva aperta da un nuovo avventore in attesa di una pizza da asporto un brivido di freddo mi percorreva lungo tutta la schiena e mi induceva ad indossare il cappotto.
Ciò premesso, il menù, oltreché dalla pizza, è costituito essenzialmente dai primi e dai contorni di giornata. Io, sempre io, tentando di scaldarmi, ne ho provati di sostanziosi:
parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece, gateau di patate, pasta alla genovese, polpette al ragù.
Poi ho preso pure la pizza.
Ciò nonostante nulla è stato di mio gradimento.
La pizza? Rigida.
La pasta alla genovese? Oleosa.
Il gateau di patate? Un inguacchio.
Le polpette al ragù? Vedi sopra.
La parmigiana di melanzane? Mah
Ecco, mi dispiace scriverlo e contravvenire ai feedbacks positivi che connotano questa trattoria immortale – forse sarà stata una serata particolarmente sfortunata o non so cosa altro – ma la verità è che vi tornerei solo per la pausa pranzo ( quindi non di sera!) ed eventualmente per una pizza da asporto.
Mai per stare scomodo e cenare con roba supercondita.

C’è qualcosa da salvare?
Sì, i prezzi effettivamente da trattoria,circostanza rarissima nel Vomero in cui ti scuoiano vivo per qualsiasi cosa. Lo ribadisco quasi per farmi perdonare: alla pizzeria Cilea si mangia con poco, dunque effettivamente una pausa pranzo infrasettimanale la trascorrerei volentieri qui.