- Resaca suramericana. ( viaggio in comunità valenciana 2015, capitolo 6 )
Las Hogueras sono finite, ma non la voglia di festa: è appena iniziata una gara internazionale di fuochi di artificio.
Ciò nonostante alle tre e mezza di un mercoledì notte, dopo essere stato al Mulligans e al porto, capitò tuttavia l’imprevisto.
Capitò di attraversare una strada del barrio in cui centinaia di persone, vestite di celeste o di giallo, osservavano un televisore in attesa che due squadre nazionali tirassero i rigori. Per istinto scelsi di mettermi in mezzo alle persone in azzurro e, senza volerlo, mi ritrovai ad essere travolto da salti e cori argentini. Al primo rigore iniziò la poga condita da abbracci e gesti di esultanza, al palo-rete del Pocho Lavezzi mi ritrovai letteralmente inondato da ettolitri di vino riversati sulla mia maglietta ormai non più bianca, all’errore di Zuzu’ Zuniga quasi persi il senso di orientamento, perché venni sollevato e tirato in alto. Infine, al tiro decisivo di Tevez, fu un trionfo giunto al suo naturale climax: dopo le grandi esultanze e gli immancabili sfotto’, consolammo anche i tifosi della Colombia, parzialmente amareggiati per una sconfitta avvenuta per caso.
Ecco, il calcio qui è questo e -se vuoi- puoi essere argentino anche per una sola notte.
Coppa america permettendo.
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