- Trattoria Scugnizzi a via Caldieri Napoli, recensione
L’apoteosi della napoletanità.
Breve premessa: dopo aver letto il j’accuse di Luciano Pignataro contro la Trattoria Scugnizzi , mi sono recato in questo locale con estrema circospezione.
Per Pignataro infatti un video ironico ed inoffensivo – prodotto dalla Trattoria in questione – che si concludeva con l’asserzione che uno juventino è meno gradito di Adolf Hitler avrebbe offeso “le vittime dell’olocausto e 55 milioni di morti dell seconda guerra mondiale”.
Ciò premesso, nell’entrare nel locale in questione ho per questo cercato di individuare un baffetto fuori posto, un suono germanofono, un braccio eccessivamente proteso da parte chi si occupa del servizio, ovverosia qualunque altro elemento che potesse dare fondatezza alle gravi asserzioni del pacioso critico gastronomico, ma – a dirla tutta – non ho trovato nulla di anomalo.
- Trattoria Scugnizzi, recensione
Anzi, ho trovato esclusivamente estrema cordialità, simpatia e tradizione.
Così ho cercato una spiegazioni alle gravissime parole di Luciano Pignataro nella grande massima latina ubi Pignatarus, ibi tracchiolella, massima traducibile nel senso che se Luciano Pignataro – che non se la guasta mai con nessuno – parla male di un posto, allora significa che quel posto è davvero buono e bisogna proprio andarci.
Questa regola vale, in particolare, a maggior ragione per la trattoria Scugnizzi di via Caldieri 53/61 al Vomero, dove – prima di accomodarmi – mi sono divertito ad osservare tutti gli elementi decorativi che la connotano e rappresentano Tra questi vi è anche la diitura sulla porta del bagno dove è stato scritto “Ernesto a Foria. Amministratore latrine pubbliche”.
Ed io, che è mi diverto con poco, mi ci sono pure fatto la foto divertito.
Perché citare Ernesto a foria significa rievocare un antico detto napoletano con il quale ci si riferiva al custode di un bagno pubblico di via Foria per indicare ironicamente una persona che faceva credere di svolgere un incarico particolarmente bene, ma poi valeva davvero poco come uomo ( nonostante l’asserito curriculum!).

- Trattoria Scugnizzi, recensione
All’interno della trattoria in questione vi sono poi immagini di Totò, sciarpe del Napoli e persino una maglietta celebrativa per ricordare l’ultima finale di coppa dei campioni persa dalla Ndranghetus. Insomma, già da una prima occhiata si può dare pienamente senso a quanto è scritto sul sito della trattoria ( http://www.trattoriascugnizzi.it):
[…] Scugnizzi non è semplicemente un ristorante, è un mondo, un luogo unico, in cui ogni oggetto e ogni dettaglio hanno un loro significato, perché sono elementi che contribuiscono a realizzare un viaggio alla scoperta della cultura partenopea […]
Il menù, per il resto, è in piena aderenza a quella che è la tradizione napoletana, visto che contempla tutti i fritti, i primi e le pizze di mia conoscenza.
A dirla tutta vi è anche la possibilità di optare per un ricco antipasto, davvero sfizioso, costituito da polpette, moscardini, verdure e fritti vari.

- Trattoria Scugnizzi, recensione
“La libidine” però – come direbbe il grande Cummenda milanese Zampetti – per me è arrivata quando mi sono stati portati gli spaghetti alla nerano: saporiti e gustosi come raramente mi è capitato di provare altrove.
Tra i primi poi non manca il ragù, la pasta col sugo di pesce, gli ziti alla genovese e la pasta e patate.

Dopodiché mi sono promesso di tornare al più presto in questa trattoria per un doveroso approfondimento, posto che – anche a causa della bomba calorica costituita dagli spaghetti alla Nerano – devo confidare di non essere riuscito ad arrivare ai secondi.
Ho però provato una pizza davvero interessante.
Il senso di soddisfazione, tra l’altro, non è venuto meno al momento del conto, visto che i prezzi sono effettivamente da trattoria e non si paga il servizio a percentuale come avviene in altri esercizi commerciali del Vomero.

- Trattoria Scugnizzi, recensione
Devo quindi ringraziare Luciano Pignataro tirandogli virtualmente le guanciotte : andando in un posto di cui egli ha parlato male, ho fatto davvero bingo!
Infatti ho mangiato bene, mi sono divertito e ho pagato pure poco.
L’unico appunto che posso fare – e, se avessi visto il proprietario quando me ne sono andato, glielo avrei pure detto – è che è una vergogna che sia venuto grazie alla cattiva pubblicità di Pignataro e non abbia trovato nemmeno un po’ di tracchiulella.
E che diamine!