Ci sono dei pro e dei contro al ristorante da Baccos a Palermo di via Orologio 29 a Palermo ( non siamo lontani dal teatro Massimo):
i pro riguardano essenzialmente il senso di ospitalità che si respira in questo locale e, più in particolare, la simpatia del cameriere Giovanni, “il sosia di Ficarra”, in grado con le sue battute di rendere davvero ilare l’atmosfera e di ovviare ad ogni pecca.
I contro riguardano – ahimé – una cucina tutto sommato senza infamia e senza lode che, nonostante i prezzi medio-alti per Palermo, non riesce a lasciare qualcosa.
Si tratta, più nello specifico, di una cucina semplice e tradizionale, ma che – per quanto mi riguarda – è risultata essere priva di quei sapori genuini che connotano la gastronomia palermitana e quindi un po’ deludente. L’ho constatato mangiando un pasta con le sarde e una tartare di tonno prive di sprint e prive del quid che mi aspettavo, ma anche ascoltando la prosopopea dello chef.
Chef che si è divertito a tessere le lodi della sua caponata e della sua parmigiana di melanzane ai commensali ( francesi) di un altro tavolo, fintantoché è dovuto accorrere al mio tavolo e, prendendo atto di un gravissimo e sgradevole “errore” occorso allo sgombro preso da mia sorella, ha afferrato “il piatto” per farlo scomparire e si è fiondato in cucina per tutta la serata cercando poi di farsi perdonare con un miserrimo piattino di frutta, ma senza profferire parola.
Anzi, inserendo il piatto controverso nel conto e non proponendo nemmeno di ordinare un’alternativa.
Ecco, in conclusione – se non fosse capitata una cosa del genere – potrei dire che Bacco merita meriterebbe 6,5 ( in particolare grazie al valore aggiunto del servizio e ad una location gradevole).
Tuttavia, siccome la cucina mi ha deluso e quel trancio di sgombro – che è stato portato via – è stato comunque inserito nel conto, mi tocca levare un altro punto: insomma, si sono persi in un bicchier d’acqua…