
Vado subito al sodo: vale la pena andare a mangiare da Ferro di Cavallo?
Dire sì non basta. Chi ci va lo ricorderà di sicuro come uno dei luoghi del “cuore” di una trasferta a Palermo.
Perché si chiama Ferro di Cavallo? Non ci crederete, ma proprio perché ha la forma di cavallo, visto che si sviluppa al piano terra di una palazzina.
Dove si trova il ristorante Ferro di Cavallo? In via Venezia 20, ovvero in una traversa della centralissima via Roma a Palermo.
Ecco, dopo essermi tolto dalle scatole queste essenziali “questioni preliminari”, posso procedere ad occuparmi di ciò che più mi preme sottolineare, ovvero ciò che “se magna” da Ferro di Cavallo.
Si tratta – lo specifico sin da subito per chi fa il fighettino di mestiere – di un autentica trattoria sicula in cui si trovano piatti tradizionali a prezzi molto contenuti e in cui la location è costituita perlopiù da “cianfrusaglie” messe a caso un po’ ovunque finendo per costituire un “adorabile caos”. La sala è infatti piena di cose, tra cui anche di pacchi di pasta e di bottiglie di vino. Per questo, non di rado, capiterà di ascoltare uno dei camerieri chiedere ad uno dei commensali di prendere una bittiglia e passarla.
Da Ferro di Cavallo fa parte del gioco, ma non prendetevela a male: il servizio infatti è burbero solo a prima vista, essendo in realtà schietto e anche tutto sommato gentile.
Il menù, per il resto, costituisce il più bel florilegio della cucina palermitana.
Antipasti: caponata, involtini di melanzane, arancinette parmigiana, frittura di paranza, crostini, panelle, polpette di sarde, calamari fritti, zuppa di cozze.
Primi piatti: pasta con l’anciova, al nero di seppia, con pesce spada e melanzane, pasta alla norma, con sarde e finocchietto, con pesto e gamberi, la pasta gattopardo, gli anelletti siciliani.

Il menù recita espressamente “pasta” senza specificare di che tipo, il che significa che è variabile.
Vi sono pure delle minestre, ma non ritengo necessario citarle.
Ci tengo invece a citare i secondi di pesce più interessanti: il calamaro ripieno o fritto, gli involtini di pesce spada, il totano, le sarde o lo sgombro arrostito, le triglie,l’orata e il baccalà declinato in vari modi.

Il tutto è servito senza fronzoli, in maniera semplice ma saporita come è nella migliore tradizione delle vecchie trattorie italiane. Si mangia cioè bene senza effetti speciali e senza stravaganze tanto in voga oggigiorno.
Un capitolo a parte meritano poi i dolci:
da Ferro di Cavallo ho infatti mangiato un cannolo che ricorderò per sempre, di sicuro in assoluto uno dei migliori cannoli di Palermo. Un cannolo rustico senza scorzette né di pistacchio né di arancia, ma riempito “espresso” – come dicono in Sicilia – con una ricotta fenomenale che guarda dall’alto in basso anche le pasticcerie più rinomate della città.
Chi lo prova, per forza di cose, sarà costretto a renderlo metro di giudizio per qualsiasi altro cannolo che proverà nella propria vita e che difficilmente troverà come quello di Ferro di Cavallo
[…] Dove mangiare a Palermo? In questo post ho fornito diverse indicazioni, tuttavia qui trovate dei post più precisi: in questo articolo ho scritto dello street food e delle pasticcerie, mentre un ristorante che mi è particolarmente piaciuto a Palermo è quello che ho recensito qui. […]
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[…] primo è – a sorpresa – una trattoria. Mi riferisco alla trattoria Ferro di Cavallo – di cui ho già scritto qui e che si trova in via Venezia 20 – dove ho provato un cannolo senza fronzoli con davvero […]
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