La crasi che dà il nome del locale non poteva essere più esemplificativa: pan-a-mar, ovvero pane e mare. Il nuovo locale che ha aperto da poco più di un anno al Vomero e ha già “spaccato” propone infatti panini a base di pesce in una atmosfera informale, ma assai garbata e piacevole.
Lo confesso: per me l’associazione pane e mare evoca soprattutto il panino con mozzarella e pomodoro da condividere da una barca con i pesci. Da Panamar invece il concept è sicuramente più sofisticato, ma declinato in maniera giovanile con accostamenti anche azzardati che potrebbero sconvolgere le abitudini dei paninari più ortodossi.

Sei infatti sono i panini presenti sul menù – oltre ad un panino del mese che cambia di mese in mese rievocando la formula ingegnata nel suo locale da Puok & Med – e hanno tutti nomi che, con eccentrica fantasia, associano gli ingredienti a base di pesce ad alcuni luoghi di Napoli.
E così abbiamo il posillipolp ( da Posillipo), il trentaspade ( da Trentaremi), il baccacciolo ( da via Caracciolo), il mezzosalmone ( da via Mezzocannone), il fuoritonno ( da Fuorigrotta).
Dopodiché in menù vi sono diverse altre proposte ad colorandum: tartarre, crudi di mare, baccalà, calamari fritti, dolci e una discreta offerta di vini e bollicine sia al calice che in bottiglia.
Per ordinare basta compilare un fogliettino segnando con la penna ciò che è di nostro gusto e poi andare alla cassa per pagare. Inoltre ogni giorno, dalle 18.00 alle 20:00, si può fare simpaticamente aperitivo con un drink e qualche stuzzichino a scelta della cucina.

E’ quest’ultima, detto molto sinceramente, la formula che preferisco, perché – pur apprezzando estremamente l’originalità dell’idea che è alla base di Panamar – ho riscontrato due aspetti da rivedere.
Il primo riguarda il cibo. Se infatti sui panini si può discutere, la tartarre di gamberi da me provata si è rivelata essere piuttosto deludente. Il secondo, invece, riguarda i prezzi: sono cosciente del fatto che il Vomero non sia un quartiere facile e il fitto di un locale sia una nota davvero dolente, ma trovo sinceramente eccessivo uscire da Panamar con una spesa media di 20 euro a testa.

Ciò detto, non ritengo giusto essere troppo severo. L’azzardo sperimentale per me va sempre premiato e i panini proposti hanno tutto il fascino che gli dona la stravaganza. L’ambiente poi – come già detto – è estremamente piacevole, moderno e rilassato anche grazie ai giovani proprietari che ci tengono a migliorarsi.
Per questo ha fatto breccia senza troppa fatica nei confronti del target cui specifiatamente Panamar si rivolge: giovani che vogliono qualcosa di originale ma che sappia non prendersi troppo sul serio. E in questo, in fin dei conti, Panamar eccelle.