Un anno senza Daniele Nardi

E’ già passato un anno dalla scomparsa di Daniele Nardi e del compagno di scalata Tom Ballard. Stavano tentando di essere i primi  nella storia a scalare lo sperone Mummery del Nanga Parbat, ma esattamente il 25 febbraio di un anno fa di loro si sono perse le tracce finché,  dopo due settimane di ricerche,  i corpi furono avvistati senza vita da un teleobiettivo. Di questa impresa e di Daniele Nardi si sono dette tante cose. Si è detto che è stato un incosciente, uno sprovveduto, addirittura un egoista.

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In realtà è stata una persona che – per dirla con Walt Whitman – ha “succhiato il midollo della vita” fruttando ogni suo attimo su questa terra e inseguendo un sogno, quello di essere stato il più grande alpinista della storia da Bolzano in giù  senza lasciarsi scoraggiare da chi gli diceva di rinunciare, di accontentarsi e di prendere atto di essere nato vicino Latina lì dove una volta c’erano le paludi.

Nardi dunque è stato l’unico protagonista della sua vita e  non si è mai fatto trasformare in comparsa dai dispensatori seriali di consigli di buonsenso che continuamente ci tormentano e poi, se le cose vanno male, spariscono rivelandosi per ciò che sono: il nulla più assoluto.

Nella vita di tutti i giorni veniamo infatti continuamente annichiliti da persone che fingono di essere della nostra famiglia (e in realtà sono solo  dei nemici da cui stare alla larga) che ci convincono a rinunciare a tutto, a fare continue offerte sempre più il ribasso, ad accontentarsi e a pensare che le nostre idee sono stupide.

E così la nostra vita si fotte  nella mediocrità  enormemente al di sotto delle nostre capacità finendo per essere solo un ignobile spreco di tempo senza fine e senza causa. Magari l’allunghiamo pure, ma senza allargarla mai e finendo pertanto per essere gli schiavi dei predetti dispensatori seriali di consigli ( ovviamente sbagliati). In passato ho già scritto un post sul  perché questo mondo ha bisogno più di un Daniele Nardi  che di un miliardo di signor nessun, per cui non mi ripeterò in questa sede invitandovi a rileggere il mio  articolo intitolato

Daniele Nardi ha amato la sua vita più di quanto facciamo noi con la nostra  “

Qui, infatti, mi limiterò a dire che chi si fa fregare e rinuncia a tutto dopo non avrà alcuna chance per tornare indietro. Né ci saranno mai risarcimenti adeguati per ogni attimo sottratto. Per cui, se sulla vostra strada trovate uno di questi dispensatori di consigli che  fa rischiare voi senza che lui rischi alcunché in prima persona, fate una cosa molto semplice: MANDATELO IMMEDIATAMENTE AL DIAVOLO.

 

                                                               Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno

gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente

chi evita una passione,

chi preferisce il nero sul bianco

e i puntini sulle “i” piuttosto che

un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,

quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore

chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro

chi non rischia la certezza per l’incertezza

per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli

sensati.

Lentamente muore

chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente

chi distrugge l’amor proprio

chi non si lascia aiutare;

chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna

o della pioggia incessante.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di

respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento

di una splendida felicità

Martha Medeiro

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