A 16 anni trascorsi le mie vacanze assieme ad un gruppo di universitari dell’università di Salerno di età compresa tra i 21 e i 26 anni. Partii da Napoli assieme a Giovanni prendendo prima un volo della British Airways fino a Londra e poi un aeroplanino della ryanair fino a Dublino. Allora la ryan era proprio agli inizi, ma già ne combinava di grosse: al check in ci assegnarono un posto che su quell’aereo non esisteva. In ogni caso sul volo segnalai a Giovanni che c’erano dei passeggeri che avevano bevuto addirittura 3 birre: ancora non sapevo quale sarebbe stato il leitmotiv del viaggio, né sapevo cosa era in grado di fare Giovanni!
Appena giunsi all’appartamento della Host Family mi portarono infatti subito al pub per rompere il ghiaccio, ma a me non piaceva molto la birra. Quando poi mi riaccompagnarono a casa, salendo su una automobile sul lato sinistro, misi le mani avanti per afferrare un volante che non c’era e mi sentì smarrito.
Il giorno dopo poi mi alzai prestissimo, credo alle 6 del mattino e iniziai a vagare per il quartiere. Dopodiché feci le presentazioni ufficiali e mi venne spiegato che dovevo prendere l’autobus 123 per raggiungere il Trinity college e da lì la mia scuola, dove ritrovai gli altri salernitani: oltre a Giovanni c’erano infatti Gabriella, Vincenzo, Nicola e Giusy.
In classe capitai proprio con Gabriella e con una serie di cinesi di cui non ho imparato mai il nome e che ogni tanto ruttavano: per loro è una cosa normale. Con Gabriella tra l’altro, in attesa delle lezioni, facevamo delle passeggiate per Stephen park . La sera, invece, era sempre dedicata al pub, che fino ad allora non sapevo manco cosa fosse. Ci davamo appuntamento davanti al Trinity college o al mc donald’s, dopodiché si andava sempre in un posto diverso. Vincenzo e Giovanni ai miei occhi erano dei mostri. Potevano bere anche 10 birre senza problemi. Tanto che Giovanni andava vicino a qualche irlandese a caso sfidandolo a finire prima il boccale per vincere una nuova birra. Per gli avversari non c’era speranza alcuna. I pub irlandesi sono sempre animati, perché c’è musica tradizionale e tanta umanità. Una sera a Temple bar ci divertimmo pure un sacco con altre persone conosciute per caso. Con noi c’era pure Giulia di Verona, una ragazza che frequentava la stessa scuola.
Sull’autobus per casa poi incontravo sempre altre due ragazze italiane. Erano del nord italia, ma non ricordo di dove. Una volta sull’autobus mi capitò pure di perdere il mio primo cellulare ( che tra l’altro mi era stato appena comprato!) . Me ne accorsi solo il giorno dopo e disperato iniziai a prendere tutti gli autobus 123 sperando di poterlo ritrovato. Un autista, vedendomi, disse: vai all’ufficio oggetti smarriti e prova a chiedere. Ci andai sul serio….e lo ritrovai. Incredibile!
I componenti della mia famiglia ospitante in ogni caso erano proprio gentili: c’era Tom, la moglie e tre figlie: Sharon, Shannon e Daniel. Mi preparavano sempre o piatti tradizionali, oppure piatti che potevano essere italiani. Una volta persino qualcosa che voleva sembrare una pizza. In proposito mi ricordo che mi venne chiesta come era e io, per non offendere, risposti: “it’s different”. Che infame che ero. E manco me ne rendevo conto!
Spesso noi del “gruppo universitario salernitano” organizzavamo anche diverse attività. Una volta andammo a visitare il Dublin castle, un’altra volta il Malahide castle. Qui trovammo anche un gruppo nutrito giocare a pallone in uno dei quegli enormi prati irlandesi e ci unimmo alla partita divertendoci un sacco. Andammo pure a vedere una partita allo stadio della nazionale: Irlanda – Olanda finita 2 a 2. Sembrava di stare a teatro: sugli spalti nessuno si muoveva ( anche se si beveva anche lì tanta birra!).
Il gruppo era però era talmente amante del bere che si entusiasmò soprattutto quando andammo a visitare la fabbrica della birra guinness e del whiskey jameson, mentre mi lasciò quando si trattava di andare al museo archeologico o alla national gallery.
In una certa occasione organizzammo anche una bellissima gita di più giorni per andare a visitare Cork, la scogliera di Moher, le isole Aran e Galway. Per andarci noleggiammo una macchina, ma una sera non trovammo un alloggio per dormire se non due posti letto in un ostello disgustoso che furono ceduti a Gabriella e a forza a me in quanto il più piccolo del gruppo. Gli altri invece dormirono in macchina! Per il senso di schifo dormii vestito e con le scarpe! Ribadisco: che infame che ero.
La costa irlandese però mi piacque. Feci pure il bagno da qualche parte anche se si gelava. Alle Aran invece noleggiammo la bicicletta e ci divertimmo a girare così tutta l’isola, anche se pioveva e nessuno riusciva stare al mio passo. Giovanni infatti annaspava e mi insultava!
Quando poi, dopo il weekend, tornai a casa a Dublino, la mia famiglia ospitante mi fece rimproverare dalla scuola: cribbio, mi ero scordato di dirgli che non ci sarei stato per tre giorni!
Se non altro, al ritorno in Italia, divenni almeno uno strenuo difensore della causa irlandese.
La mia vacanza di 2 anni fa in Irlanda non la dimenticherò mai.
Girata in lungo e in largo in auto per 15 giorni, visitate città anche piccole, le isole, le scogliere, i castelli…
Non ho visitato la fabbrica Guinness perché possono entrare solo i maggiorenni e mio figlio non avrebbe potuto entrare…
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Bellissima. Non se ti ricordi, ma io ultimamente me la sono girata in bici ( una faticaccia). Ora sto pensando ad un’altra impresa del genere, ma non so dove.
TI sono piaciute le Aran?
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Mi ricordo, e cercavi anche compagni di viaggio.
Alle Aran siamo arrivati volando su un aereo da 6 posti vecchio come Noé, che non dava piena certezza di stabilità. Il volo dura solo 6 minuti, che mia moglie ha passato in totale apnea.
😀
Ho visitato solo Iris Mor, la più grande, girandola e visitando i luoghi storici.
Esperienza indimenticabile.
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Wow, che esperienza! Partisti da Galway? Io sono andato entrambe le volete col traghetto girandomela sempre in bici e beccando sempre un sacco di pioggia!
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L’aeroporto è a Connemara, circa 25 Km da Galway.
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P.S. Io ho vissuto una esperienza del genere in Perù, con un trabiccolo per due persone che noleggiai contrattando in mezzo al traffico….
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