Mentre scrivo la recensione per il ristorante la Pineta 1903 di Maiori, la digestione è ancora in corso. Era da parecchio che volevo provarne la cucina dopo aver già conosciuto le pizze e devo immediatamente rivelare che la prova sul campo non è stata soddisfacente.
Il locale in questione si trova a metà del corso principale di Maiori, il famoso corso Reginna, e si caratterizza per un ambiente fresco e piacevole. In particolare dispone di una sala interna con in esposizione diversi prodotti locali in vendita e soprattutto di uno splendido limoneto adornato da sobrie e divertenti ceramiche con figure marine. Dunque le premesse per una bella serata estiva ci sono tutte già solo per il bel limoneto.
- Il menù del ristorante Pineta di Maiori
Inoltre il menù sa presentare bene quelli che in realtà sono i piatti tipici e semplici del territorio.
Esemplifico quelli più significativi con parole meno estrose rispetto al menù.
Antipasti: la frittura di paranza, le cosiddette alici ‘mbuttunate, l’arancino col baccalà, l’antipasto di mare, le montanare,
Primi: scialatielli con vongole, cozze e calamaretti, le linguine al limone, gli spaghettoni con la colatura di alici, spaghetti alla nerano.
Secondi: cuoppo di mare, baccalà, pesce del giorno, carne e verdure varia.
Ci sono però delle stonature con l’atmosfera piacevole. Innanzitutto pesa la mancanza di sorrisi e di tranquillità pur non essendoci né calca, né l’esigenza di andare di fretta. E ciò anche in considerazione del fatto che le tovagliette promuovono il ristorante Pineta di Maiori come presidio slow food.
Ma slow food de che ( tanto più che, menù alla mano, diversi prodotti sono congelati)?
Cui prodest?
Ovverosia: a chi giova? Di certo né al cliente perché si sente indesiderato, né al personale che vive la ristorazione come un supplizio di cui liberarsi al più presto e senza compartecipare a quei momenti di convivialità che chi fa ristorazione dovrebbe saper apprezzare
- I piatti del ristorante Pineta a Maiori
Dopodiché l’esecuzione dei piatti ha lasciato interdetti. Non è piaciuta la variante delle linguine al limone con succo di arancia e mandorle. Curioso invece il piatto in cui vengono presentati gli scialatielli con cozze, calamaretti e – a dire il vero – poche vongole.
Ciò che ha deluso veramente è però il cuoppo, il cui prezzo da menù è di 18 euro.
Ci si aspetterebbe dunque un bel cuoppo gigante di quelli seri e sostanziosi che fanno sognare ( il cuoppo di pesce, diciamolo, anche se semplice, piace sempre). Invece è arrivato un cuoppetto con due alicette, due calamaretti e due gamberi.
Una delusione che in me ha evocato un improponibile raffronto con il mitico cuoppo dei Due Fratelli a Vietri sul mare. E che cavolo, non dico tanto, ma ci vuol poco per giungere al giusto compromesso e per rispettare un elementare principio di proporzionalità tra quantita’ e prezzo.
Sulle pizze poi non interessa aggiungere molti particolari in più. Sono infatti pizze che si collocano nell’alveo dello standard maiorese: disco duro, poca mozzarella, prodotti di non eccelsa qualità. Di questo, dunque, non ne faccio assolutamente una colpa: ai turisti piaceranno sicuramente, a chi scrive in genere creano ( letteralmente e purtroppo) problemi di digestione, posto che si inchiommano ( id est: si piazzano) sullo stomaco.
I prezzi delle pizze poi vanno dai 9.50 ai 13.50. Valutate voi stessi se sono giusti.
- Il giudizio finale sul ristorante
In definitiva il ristorante Pineta non aggiunge, né toglie nulla. A fronte di una location – ora si dice così – molto carina, il cibo non entusiasma e il conto non appare proporzionato rispetto agli standards che offre.
Si tratta, a dirla proprio tutta fino in fondo, di un locale più adatto per gli aperitivi in cui, dopo il mare e prima di sera, ci si può riparare dalla frescura estiva con un bel cocktail. Quanto al resto – come già espresso – le perplessità rimangono nude e crude. Conviene, in ogni caso, prenotare con the fork per beneficiare di uno sconto e affidarsi ai primi piatti.