Napoli centrale al Vomero

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Napoli centrale al Vomero e il viaggio in prima classe.

Probabilmente sarebbe meglio non scrivere alcuna recensione su Napoli centrale.

Non per disinteresse, ma perché si tratta di un locale talmente strabiliante da far sembrare banale qualsiasi commento. Si tratta infatti di un pub che ha davvero tutto: storia, identità, originalità, senso dell’accoglienza, qualità e pure prezzi buoni. 

Tenterò tuttavia di scrivere qualcosa di interessante motivando espressamente ogni singolo punto enunciato.

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  • La storia di Napoli centrale.

In proposito va premesso che la storia di Napoli centrale nasce  nel 1984, quando cioè il Vomero – il quartiere in cui si trova questo pub – era ancora un quartiere borghese con negozi di un certo prestigio e non una friggitoria  a cielo aperto in cui,  non sapendo che attività intraprendere, nel dubbio si apre ( e si improvvisa!) l’apertura dell’ennesimo pub stereotipato.

Il Napoli centrale, più in particolare, è nato davanti allo stadio Collana e da lì non si è mai mosso, nemmeno quando  la storia si è temporaneamente interrotta per un brevissimo ( e sfortunato) momento.napolicentrale6

  • L’identità di Napoli centrale

Quando è stato fondato a Napoli era ancora vivido il mito dell’omonimo gruppo guidato da James Senese e dai suoi ritmi jazz,  ma non è a quest’ultimo ( o almeno non nello specifico) che si è ispirato questo locale.

Il Napoli Centrale di via Vincenzo Gemito 34 è infatti soprattutto un omaggio alla “stazione ideale”, alla stazione ferroviaria in cui l’attesa del treno diventa più accattivante del treno stesso e del viaggio.

Invero,  se in origine l’ambientazione era quella di un vagone di un treno con pezzi storici originali, recentemente – in seguito ai lavori di riammodernamento –  il locale in questione si è trasformato in una enorme sala d’attesa che permette di viaggiare tra gli anni ’30 e gli anni ’60 dimenticandosi dell’alta velocità e aprendo i ricordi contenuti nelle enormi valigie di una volta  o in manifesti dell’Italia coloniale.

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Con Napoli centrale si viaggia infatti soprattutto nel tempo, ma lo si fa in un’atmosfera scanzonata, appunto al ritmo jazz.

È un jazz però che non è né arrabbiato alla James Senese, né malinconico da sassista, ma che esprime una melodia accattivante e suadente alla Renzo Arbore, Arbore che, tra l’altro, ha realizzato un cd con un titolo che cade a pennello anche per Napoli centrale:  “vintage, ma non li dimostra”!

  • Il menù di Napoli centrale

Questa identità bella forte la troverete ovunque, dall’arredamento appunto, ma anche dal menù con i panini – su cui è impresso il logo Napoli centrale – che rievocano tutti una partenza e vedono  Napoli associata al nome di un’altra città di destinazione.

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Tra i tanti panini che vengono proposti, non prendetene di troppo inguacchiosi con tanti ingredienti.

Prendetene piuttosto uno semplice, perché vi permetterà di apprezzare pienamente la qualità dei prodotti che lo compongono. Ad esempio un panino davvero buono è il Napoli – Benevento con chianina, provola e melanzane a funghetto.

Top level!

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Napoli – Salerno con polpetta al sugo, provola e parmigiana di melanzane, a dire il vero, pure si difende bene, ma la chianina di Napoli centrale merita davvero tanto. 

Merita anche nella versione gourmet, parola che invero io odio,  di Napoli – Bologna, con  appunto hamburger di chianina, crema di pistacchio, mortadella di Bologna  e provola affumicata, nonché nella versione per stomaci forti di Napoli – Bronx ( chianina doppia da 400g, sottiletta, bacon e provola).

Ovviamente non mancano poi altre proposte con i più svariati ingredienti e le più svariate ( ed improbabili) destinazioni, ma elencare il menù mi sembrerebbe davvero banale.napolicentrale1.jpg

Per questo mi limito a rilevare che andare da Napoli centrale e non prendere uno dei loro fantastici cestini  con le patatine è un po’ come andare a Parigi e non salire sulla tour Eiffel: si può fare, ma è un peccato!
L’offerta poi si amplia con  panuozzi, sandwich, crostoni, focacce, pizzette al taglio, fritti, carne al piatto e dolci.

Molte di queste cose, tra l’altro, si possono provare anche con l’asporto o magari in piedi, servendosi al banco “rosticceria” contiguo all’ingresso del locale vero e proprio.

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  • La cordialità di Napoli centrale.

Due parole finali voglio poi dedicarle alla cordialità dei titolari del locale.  Sorridono, scherzano e sono  disponibili: danno un senso di naturale accoglienza.  Poi, se  c’è da aspettare un pochino e non c’è un tavolo libero, trovano il modo di ingannare l’attesa offrendoti un prosecchino e facendoti comunque accomodare al bancone con davanti delle birrozze alla spina. In pochi lo fanno!

  • I prezzi di Napoli centrale

Ottimi sono poi anche i prezzi. Chi frequenta gli altri pub del Vomero sa che è dura uscirne con una spesa media inferiore ai 20 euro a cranio. Ecco, da Napoli centrale non esiste l’odioso servizio a percentuale ( dal 10 al 15%) applicato altrove  e contrario alla logica di un pub.

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