- Alberto Angela e il successo
E’ incredibile il seguito che riscuote Alberto Angela. In due occasioni l’ho constatato con i miei occhi. La prima volta si verificò a Paestum e vidi centinaia di fans che si aggrappavano ai cancelli del parco archeologico per essere i primi ad arrivare nell’area in cui avrebbe parlato. La seconda invece mi è capitata a Napoli nella zona universitaria all’interno dei musei di paleontologia, mineralogia, zoologia e antropologia. In detta circostanza la ressa fu tale che non riuscì proprio ad accedere alla sala in cui A.A parlava. Da cosa dipende? Dipende dal fatto che A.A. parla sempre di cose belle – dunque interessanti – ma lo fa con un garbo ed un eloquio semplice quanto seducente.
Non è che voglia vantarmi, ma io – a dirla tutta – lo seguo da quando ero alle scuole medie e lui appariva in tv su rai3 probabilmente solo in quanto “figlio di”. Allora A.A. era più rustico rispetto ad ora. Non indossava giacche, ma cappotti marroni con i quali camminava nel fango dei siti archeologici più impensabili.
- Alberto Angela e l’archeologia
Era però già in grado di trasmettere la sua conoscenza e la sua passione con grande capacità comunicativa. Ricordo infatti che fu ad Ulisse – ripeto: allora trasmessa su rai3 – che appresi dell’esistenza della villa dei Pisoni ad Ercolano e della biblioteca che attraeva i grandi del mondo romano. In quel periodo infatti mi ero convinto che avrei dovuto fare l’archeologo e le trasmissioni di Alberto Angela erano come una droga. Molto di più rispetto alle trasmissioni del padre Piero Angela, normalmente caratterizzate da un taglio più scientifico e più incentrate su fisica, biologia, medicina, astronomia e musica.
Quanto anzidetto però non spiega il motivo per cui A.A. abbia tanto seguito. Esistono infatti studiosi e docenti che sono in grado di fornire ben altra conoscenza, eppure non vedono le loro lezioni affollate da centinaia di groupie. Né A.A. è l’unico che realizza trasmissioni incentrate sull’arte e l’archeologia ( anzi, ce ne sono fin troppe!).
E allora perché A.A. è il primo dell’alfabeto?
Semplice: perché Alberto Angela è una persona seria e racconta le cose con semplicità senza inventarsi “gli effetti speciali” come fa un Giacobbo qualsiasi: tanto la storia è già di per sé piena di effetti speciali senza doverci per forza infilare i templari ovunque.
- Alberto Angela e la biografia fortunata
Eppoi non è vero che A.A. è stato un figlio di. Lui infatti ha iniziato partecipando, da studioso, a spedizioni vere in Africa in cui c’era bisogno di sporcarsi le mani. Ha poi esordito su una tv svizzera che gli propose di condurre una trasmissione per le sue qualità e da lì è approdato alla rai.
Tra l’altro è pure nato a Parigi.
E che cavolo, speriamo che almeno ogni tanto gli puzzi almeno l’alito!
L’ho incontrato a Firenze 4 anni fa.
Avrei voluto abbracciarlo, ringraziarlo, congratularmi, farmi una foto insieme.
Ma lui era col figlio, in un momento molto “privato”, ed io non ho avuto coraggio di disturbarlo.
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E poi ha due occhi azzurri come il mare…. Ne rimasi assolutamente colpita quando l’ho visto di persona!
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