Normalmente tendiamo a ricordare con nostalgia i locali in cui in una data occasione abbiamo mangiato bene e in cui torneremmo volentieri, mentre di contro – persino a distanza di anni – continuiamo ad evocare sensazioni sgradevoli per i ristoranti da incubo che vorremmo tanto cancellare dalla nostra memoria. Anzi, diciamo pure che di solito la sgradevolezza di un ricordo negativo supera la piacevolezza di un ricordo positivo. Ciò perché statisticamente è difficile che esistano locali in cui abbiamo vissuto una esperienza al 100% negativa e dunque, quando ci capitano, rimaniamo spiazzati e delusi nelle aspettative. Del resto i ristoranti da incubo – non ci nascondiamo – esistono e prima o poi si fanno trovare per tutti. In questo articolo voglio per questo raccontarvi dei miei ristoranti da incubo, ristoranti che non riuscirò mai a rimuovere dal chip della mia memoria:
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A Padula (Salerno), il ristorante da incubo.
Il primo ristorante da incubo della mia vita l’ho conosciuto oltre 20 anni fa e si trovava a Padula in una sorta di tempio super- kitsch in stile neoclassico con le colonne e un timpano che poteva essere stato progettato solo dal Palladio dei poveri. Avevamo appena finito di visitare la certosa di Padula (di cui ho scritto qui) e, assieme ai miei genitori e a mia sorella, per comodità logistica decidemmo di addentrarci in questo locale affrontando con una certa seraficità l’imponente scalinata che permetteva di varcarne la soglia. Appena entrati, ci trovammo davanti alla scena del titolare / locandiere che da solo, con l’aiuto del solo figlioletto, tentava di accontentare tutti i clienti presenti. Non ricordo cosa mangiai, ma ricordo che il figlioletto del titolare spingeva un carrello con sopra cotolette e patatine fritte pizzicando dai piatti e masticando quest’ultime prima di servire uno dei tavoli con i clienti scandalizzati. La scena poi trovò il suo culmine allorché il proprietario si accorse del misfatto e iniziò ad urlare contro suo figlio che, per tutta risposta, gli lanciò le patatine fritte addosso addosso per tutta la sala da pranzo.
Fu una scena me-mo-ra-bi-le!
Se un locale del genere non fosse fallito sicuramente, ci tornerei appositamente per rivivere una situazione che probabilmente oggi sarebbe diventata virale su youtube !
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A Conca dei Marini ( Salerno), il ristorante da incubo
La seconda situazione tragicomica l’ho vissuta a Conca de’ Marini in occasione del mio compleanno e della prima giornata di campionato. Siccome per me vedere le partite del Napoli è fondamentale, scelsi appositamente di andare a festeggiare in un locale in cui tradizionalmente ci si riuniva per vedere le partite in tv dopo aver giocato a calcetto. Solo che questo locale negli ultimi anni è cambiato e ora si dà arie senza poterselo permettere. Per cui, quando sono arrivato al locale che avevo prenotato chiedendo espressamente un tavolo vicino al televisore con la partita, trovai sì il tavolo riservato, ma senza sedie. Avete capito bene: il tavolo e la televisione – sebbene in un angoletto vicino alla cucina in piena estate – c’erano, ma mancavano le sedie.
Per cui 10 persone si sono trovate a dover stare in piedi fino a quando, dopo svariate richieste in tal senso, il personale ha capito di dover ovviare facendo per questo arrivare le sedie, ma dimenticandosi di piatti, bicchieri e posate. Anche quelli furono portati a rate, esattamente come fu portato a rate il cibo! Per completezza poi va aggiunto che il Napoli rischiò di perdere col Pescara, sic! Insomma, che bel compleanno…
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A Bratislava ( Slovacchia), il ristorante da incubo.
Non fidatevi mai di chi in vacanza vi invita a seguirlo dicendo di aver “scoperto un posticino su tripadvisor“. né di chi sostiene che in Slovacchia producano vino pregiato (!?!?). Il rischio è di dover mangiare carne di cervo con sopra caramelle e salse talmente dolci da farvi desiderare di perdere il senso del gusto. Siccome però il primo supplizio non venne ritenuto sufficiente, venni di fatto obbligato a ordinare anche il dolce perché “bisogna provare tutto“. Il risultato fu che, dopo aver mangiato della carne allo zucchero, mi ritrovai a dover ingurgitare un dolce aspro consistente in gnocchetti salati. Se non altro compensai!
A proposito, se volete leggere qualcosa di Bratislavia, la trovate qui: Itinerario di un giorno a Bratislava
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A Saranda ( Albania), il ristorante da incubo.
A me l’Albania è piaciuta un sacco. Tanto è vero che ad essa ho dedicato più di un articolo tra cui il mio itinerario di 5 giorni in Albania ( tuttora molto letto da chi vuole trascorrere le proprie vacanze in questo paese) e poi il mio diario di viaggio in Albania.
Ebbene, l’ultima meta di questo tour fu a Saranda, dove mi sono imbattuto nel miglior ristorante della mia vacanza albanese e contestualmente nel peggiore. La visita a quest’ultimo fu dovuta ad una invenzione del marito di mia sorella, appassionato di cucina che quasi sempre tira fuori dal cilindro dei posti fantastici, ma ogni tanto prende il palo. In quell’occasione fu un palo clamoroso in un ristorante che, già all’esterno, non faceva nulla per celare un ambiente tristanzuolo e dimesso. Così, pur essendo titubanti, ci entrammo giustificando a noi stessi la sosta con l’idea di mangiare in un locale autenticamente tradizionale e non frequentato da turisti. Ecco, questo ristorante era talmente tradizionale da far venire dubbi sulla vera natura dell’attività. Il personale infatti era davvero ostile, ci guardava storto e ci studiava come se fossimo dei poliziotti in borghese pronti per un blitz. Ecco, diciamo pure che la sensazione di essere quasi in pericolo non fu peregrina. La cena consistette in una sorta di spaghettone al pomodoro e, quando un cameriere chiese come fosse, la risposta fu che era tutto buonissimo.
Del resto, se andate a cercare questo ristorante su tripadvisor, noterete che tuttora occupa le primissime posizioni, ma solo perché nessuno ha mai osato lamentarsi!
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A Sines ( Portogallo), il ristorante da incubo.
Stessa sensazione di inquietudine fu vissuta in Portogallo nel paese natale di Mario Rui che spiega perché questo giocatore sia un po’ un attaccabrighe. Se in Albania tutti parlano italiano, in Portogallo comunicare non è sempre facile perché nei paesi non parlano né inglese, né spagnolo. Anzi, diciamo pure che lo spagnolo è mal visto. Per questo io normalmente tento di ovviare con i gesti. In una certa occasione però capitò di dover prenotare un ristorante al telefono perché saremmo arrivati a Sines sul tardi e non so come riuscì a farmi capire. Quando arrivammo in quella che di fatto era una bettola davvero pessima, ci vennero serviti un paio di kg di sardine alla brace super salate. Anche nella specie dicemmo che era tutto buonissimo!
P.. Datemi soddisfazione e leggete il mioitinerario di 7 giorni in Portogallo
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A Londra, il ristorante da incubo
Chissà perché quando si parla di ristoranti da incubo, è facile che il pensiero possa volare all’Inghilterra. Nella specie si è trattato di un ristorante indiano situato nella periferia di Londra in cui il menù prevedeva solo formalmente una scelta, ma di fatto tutti i commensali si trovavano davanti lo stesso piatto di gamberoni affogati in una meglio identificata zuppa su cui era meglio non indagare. Quando ci siamo alzati per congedarci il cameriere indiano – detto mezzo metre per via dell’altezza – si offrì anche di farci accompagnare in taxi da un certo suo cugino al prezzo di sixteen pounds. Rifiutammo rispondendo che avevamo trovato una migliore soluzione per fourteeeeen pounds lasciandolo di stucco mentre uscivamo dalla porta.
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A Maiori, costiera amalfitana, il ristorante da incubo.
Due parole voglio poi dedicarle a quel ristorante di Maiori in costiera amalfitana che si dà tante arie con accostamenti stravaganti senza poi conoscere la differenza tra marinatura e affumicatura. Lì mangiai invero veramente una schifezza, ma il culmine si raggiunse allorquando mia mamma non riuscì a mangiare la pizza al salmone che aveva ordinato per il cattivo odore che emanava. Quando la titolare chiese cosa non andasse, si impuntò e, come una furia, per provare che il suo prodotto era buono, andò a prendere il pesce dalla cucina e lo mise sul tavolo. Che stile! Poi soggiunse: “vede, signora, questo è un salmone affumicato freschissimo”. Ovviamente non era affumicato e tantomeno era fresco… visto che puzzava veramente tanto. Ma una volta per fare i ristoratori non bisognava sapere cosa si fa?
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A Ubrique, Andalusia, il ristorante da incubo
Da ultimo nella hit parade dei ristoranti da incubo non può mancare Ubrique nei cosiddetti paesi bianchi. Si tratta di una zona dell’Andalusia interna nota per le case bianche e per un microclima molto particolare per cui se, ad esempio a Malaga ci sono 35 gradi all’ombria, ad Ubrique si rischia di stare sotto lo zero. Ebbene, per mangiare qui trovammo una bettola in stile anni 60 in cui dei tavoli erano stati sistemati alla base di un palco tutto impolverato che ai tempi d’ora doveva servire per esibizioni di flamenco e spettacoli con balletti. Quando ci accomodammo, il padrone elencò una serie sterminata di piatti che non finiva più salvo poi servire a tutti delle sorta di huevos revueltos ( uova sbattute) con prosciutto o – per variare – senza, cioè l’unica cosa che aveva. Inutile aggiungere che non c’era bagno, ma almeno mio cugino Antonio – all’esito di quel pranzo fugace – ebbe l’opportunità di salire sul palco per una intensissima esibizione. Qui potete leggere la cronistoria del tour per i pueblos blancos più belli.
Bene, vi ho raccontato i miei ristoranti da incubo. A dire il vero ce ne sarebbe un altro a Montesanto a Napoli che si caratterizza per pizze e pizzette anche d’asporto che vengono servite in assenza di qualsivoglia norma igienica, visto che lì il ricorso al sapone è stato del tutto bandito. E’ meglio tuttavia che non ne parli anche perché probabilmente più che un ristorante ( o una pizzeria ) da incubo trattasi di una cucina da incubo per la quale non basterebbe il buon Cannavacciuolo con le sue pacche sulle spalle (Cucine da incubo ), ma ci vorrebbe l’intervento dei Nas
Ora però raccontatemi quali sono i vostri ristoranti da incubo.
N.B. Prossimamente, appena avrò genio, vi racconterò altresì quali sono le recensioni più assurde che abbia mai letto su tripadvisor. Ce ne sono di eccezionali da far morire dal ridere…e io ho raccolto le prove.
Per me non bisogna mai fidarsi di Trip Advisor perché nella mia città i primi cinque posti sono occupati da posti non proprio da incubo ma nemmeno da sogno!
Mi consola il fatto di non essere l’unica a cui ogni tanto capita di trovarsi in posti memorabili anche se non per i motivi che ci si aspetta. E mi dispiace dover dire che uno dei posti peggiori in cui ho mangiato è stato proprio qui nelle Langhe. Ma niente da mettere vicino al tavolo senza sedie! Anche voi però, potevate accontentarvi del tavolo e dalla televisione 😉
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È vero. Avevo un posto per la partita in piedi come allo stadio in curva. Che chiedere di più? ;-))) TripAdvisor lo prendo sempre con le pinze personalmente. In quel caso però ho preso un granchio non un posto che conoscevo sin da quando ero piccolo 😁
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Di queste le peggiori secondo me sono quelle del bambino che mangiucchia le patatine, per poi tirarle addosso al padre, ed il tavolo prenotato senza sedie e posate.
Abbastanza assurdo, in effetti.
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