Sto scrivendo questa recensione proprio il 21 aprile ( anche se la vedrete pubblicata più in là), ovvero nel giorno in cui ricorrono i natali di Roma ed Esterina ha meno di 24 ore di vita. La scrivo oggi perché all’osteria Pocci di via Cesena 6 si respira una bella atmosfera e merita una citazione non casuale. Del resto ho visto che in rete, nonostante i tanti riscontri positivi ottenuti in termini di recensioni, finora nessun “foodblogger” se n’è occupato.

Siamo sostanzialmente nel quartiere appio latino a due passi da piazza Re di Roma, in una zona cioè in cui – a dirla tutta – chi scrive aspira a trovare casa.
A proposito, piccola digressione, ve li ricordate i nomi dei 7 re di Roma?
Ve li illustro a memoria senza barare: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marco, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
Ecco, dopo questo inutile ed insensato sfoggio di erudizione spiccia, è giusto che torni ad occuparmi immediatamente dell’Osteria Pocci, un piccolo localino che mi è piaciuto per plurimi motivi, in particolare per l’atmosfera cordiale e rilassata di impronta autenticamente romana (e giammai romanara), nonché ovviamente per la buona cucina che fa.
Il menù dell’Osteria Pocci, manco a dirlo, è quello tipico della tradizione romana e viene normalmente declinato su una lavagnetta che passa di tavolo in tavolo.
Benché vi sia sempre qualche variazione a seconda dell’estro quotidiano, non mancano gli evergreen. Tra gli antipasti sono da segnalare la burrata con alici e pomodorini secchi, nonché i carciofi alla romana e alla giudia. Dicono che vadano forti anche sulla mozzarella, ma io – da napoletano in esilio – la mozzarella tendo a prenderla solo a “casa mia”.
Tra i primi la scelta non manca. Abbiamo i i primi di “terra” come i rigatoni alla amatriciana o con la pajata, la carbonara e la gricia, nonché i tonnarelli cacio e pepe. Abbiamo poi i primi di mare come gli spaghetti con le telline e la calamarata al ragù di ricciola e pachino. Infine abbiamo i “piatti misti”, come è nel caso degli interessantissimi maltagliati con mazzancolle e funghi porcini.

A me, più in particolare, ha dato molta soddisfazione la loro carbonara, carbonara simpaticamente servita in una sorta di padellina / tegame con il manico e assai impegnativa dal punto di vista calorico. Dopo averla presa, difficilmente riuscirete ad andare oltre, ma – se ci riuscite – l’offerta anche nella specie può risultare stuzzicante: tagliata o filetto di manzo, saltimbocca alla romana, abbacchio, nodino di maiale ai forcini, mazzancolle al tegame e tagliata di tonno.
Cos’altro aggiungere, dunque?
Volendo essere sintetici, sostanzialmente ci sono due elementi ulteriori di cui tener conto: 1) la gradevolezza del locale che, nella sua sobrietà, riesce ad essere “fresco” e “caldo” allo stesso tempo; 2) i prezzi assolutamente nella media della zona. La spesa media, infatti, è di 30/35 euro a persona.
Insomma, se riesco a trovare finalmente casa a Roma, l’osteria dei Pocci è seriamente candidata ad essere uno dei miei luoghi del cuore.
SCHEDA DI SINTESI DELL’OSTERIA DEI POCCI, via Cesena 6
- Locale piccolo, ma sfizioso
- Cibo ottimo
- Prezzi ottimi
- Personale garbato, ma alla mano.
Io ero fermo a Giannini, Falcao e Totti.
Gli altri 4 non li ricordavo.
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Andrea 🤣🤣
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