Scavi archeologici di Pompei e Ercolano in un giorno

Grazie a due amici spagnoli che mi sono venuti a trovare, mi è stata fornita una  scusa per  vedere nella stessa giornata sia gli scavi archeologici di Pompei che quelli di Ercolano, siti di cui avevo un lontanissimo ricordo per esserci stato solo  in una precedente occasione.

Infatti a Pompei  c’ero già stato in gita scolastica in prima media, mentre ad Ercolano con mio zio nel corso delle vacanze di Natale del mio primo liceo.

E’, quindi, con queste premesse che ho potuto davvero godere appieno dei predetti luoghi con la stessa meraviglia di un turista straniero.

Al riguardo, tuttavia, è bene precisare che la sovrintendenza consente di acquistare per 22 euro un biglietto combinato con validità di tre giorni che legittima a visitare tutti i siti vesuviani coinvolti nella drammatica eruzione del 79 d.c. e, quindi, anche gli scavi archeologici di Boscoreale, Stabia e Oplontis, scavi riportati alla luce grazie a Carlo III di Borbone. Tanto è vero che il giorno dopo,  ho approfittato di questo biglietto per visitare anche la villa di Poppea ad Oplontis di cui ho già scritto con entusiasmo qui

 

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Tanto premesso, Pompei è un sito che si visita in circa 5 ore. Orientarsi è facile, ma è molto divertente perdersi nei suoi vicoli come se si fosse in una città moderna qualunque. Tra le case più belle spicca sicuramente la villa dei Misteri, recentemente restaurata, nonché la villa di Diomede e la famosa casa dei Vetti. Personalmente ho trovato molto affascinante apprendere che il Macellum (id est: il mercato) consentiva anche ai mercanti stranieri che non conoscevano il latino di entrare nel pieno delle trattative indicando la merce  rappresentata tramite affreschi sulle pareti. Per il resto, oltre al magnifico Foro, alla Basilica, alle splendide splendide terme stabiane, alle svariate taverne, alla palestra e ai templi – tra cui quello di Iside, Venere e Apollo – una visita a Pompei viene sicuramente ricordata per la bellezza delle attrazioni ludiche: l’anfiteatro e i due teatri. Pompei, infatti, oltre ad essere una città commerciale, era anche un centro di movida di prim’ordine che ospitava tutti i divertimenti dell’epoca con spettacoli, incontri di lotta, locande, bar e terme

 

 

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L’antica Ercolano, invece – che si visita in 2 ore – era un centro più raccolto e più tranquillo per gente che non voleva essere disturbata. Ciò nonostante – pur  non ospitando né teatri, né anfiteatri, ma solo qualche “bar” e delle terme bellissime – è un sito più garbato ed elegante tenuto in uno stato migliore. Qui è possibile vedere addirittura i piani superiori degli edifici e sembra che gli abitanti si siano allontanati da poco. Si ha, infatti, l’impressione di viaggiare nel tempo e di poter esplorare liberamente ciascuna casa ancora perfettamente integra con i suoi affreschi e, soprattutto, con i suoi mosaici molto delicati.

Tra l’altro gli scavi sono sotto al livello della strada, pertanto – prima di iniziare la visita – dall’alto si ha un quadro molto suggestivo dell’intera città

Da segnalare, in particolare, la casa del genio, la  casa dell’albergo, la casa a graticcio, il quartiere termale, la casa di Netttuno ed Anfitrite, la casa del salone nero e la celebre villa dei Papiri. Inoltre è molto bello anche il foro con la terrazza di Marco Nonio Balbo e il Collegio riservato al culto degli Augustali.

Per entrare agli scavi di Ercolano, in realtà non mi è stato chiesto nemmeno il biglietto, i controlli sono pessimi, il personale è insufficiente e qualunque pazzo potrebbe fare dei danni. Ciò nonostante – grazie all’interessamento del mecenate David W. Packard e all’afflusso di fondi privati – Ercolano è tenuta addirittura meglio di Pompei. Merito di Packard e della sua capacità di tenere fuori la politica dalla gestione dei suoi soldi privati.

Ciò detto, terminato il tour archeologico, merita di essere fatta una breve digressione per visitare almeno una delle ville vesuviane del “miglio d’oro” e  la reggia di Portici.

Quest’ultima, più in particolare, sebbene non segnalata da alcun cartello, si trova sulla stessa via  dell’ingresso agli scavi di Ercolano  dopo circa 300 metri.

L’edificio è molto bello e, sebbene  necessiti indubbiamente di un restauro con una volgare “pittata”,  mantiene intatta la sua eleganza. L’ingresso è gratuito, anche perché qui è ospitata la facoltà di agraria della Federico II, ed è caratterizzato da una scalinata molto scenografica e dalle volte finemente affrescate.

Negli altri ambienti, invece, è possibile vedere statue e pavimenti a mosaico provenienti da Ercolano, la sala del trono e quella delle guardie. Molto bella, infine, è anche la cappella barocca con le colonne di marmo rosso.

Tra le 122 ville vesuviane del c.d. “miglio d’oro” spiccano, invece,  villa d’Elboeuf e, soprattutto, villa Campolieto.

Quest’ultima, alla cui progettazione collaborò addirittura l’architetto Luigi VANVITELLI, si caratterizza per la  facciata a bugnato liscio e una struttura elegante quanto sobria.

 

 

 

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