I ruin pubs di Budapest. Dal Szimpla Kert all’Instant

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il Szimpla Kert, una delle sale

Qualche tempo fa ho pubblicato un post su uno degli aspetti della vita che più caratterizza Budapest, ovvero il culto per le terme.  Ora, invece, è mia intenzione scrivere qualcosa sui ruin pub.

Cosa sono i ruin pubs?

Sono dei pub “finto-sgarrupati” nati una quindicina di anni fa  dall’occupazione di stabili abbandonati e arredati con materiale di recupero.  Si tratta di locali spesso originalissimi caratterizzati da particolari tanto creativi  quanto suggestivi. Pur essendo nati come elementi di rottura nei confronti dello “schematismo” che caratterizza gli ungheresi e che ha caratterizzato l’edilizia dei paesi sovietici, ora sono diventati molto di moda e hanno liberato la fantasia di chi, nell’aprire un nuovo locale e per distinguersi dagli altri, cerca di inventare l’oggetto di design più stravagante . Tanto per fare un esempio io una volta ho visto un ruin pub con le sedie e i tavoli attaccate…sul soffitto!

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Chi ha detto che i computer vecchi debbano essere buttati?

Ormai Budapest ne è piena,  ma il più celebre ruin pub continua ad essere lo Szimpla Kert, talmente celebre da essere ormai inserito persino nelle guide turistiche su Budapest.  E’ difficile descriverlo: sembra quasi di entrare nel laboratorio di uno scienziato pazzo con tubi che corrono lungo il soffitto e cose messe lì a caso. Le panche sono ricavate da vasche da bagno tagliate a metà e imbottite da cuscini o da copertoni di automobili. Ha due piani, circa 10 ambienti separati e ogni sedia  è diversa dall’altra.  E’ molto frequentato da turisti e avventori di passaggio, il che – visto il carattere burbero degli ungheresi – non è manco male.

Quando ci sono stato ero con mia sorella e Pollino  ( che allora aveva 13/14 anni) e assieme vi entrammo con la  nonchalance  di chi non sa  ( o finge di non sapere…) che l’ingresso lì è riservato ai maggiorenni, visto  che  si vendono essenzialmente alcolici e ovviamente all’estero su queste cose sono molto rigidi.

Quando uscimmo, osservammo divertiti le facce dei ragazzi in fila che mostravano i loro documenti per entrare e non si capacitavano del perché un tredicenne stava uscendo dal locale tranquillamente.

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Instant, Pest

Ciò detto, altro locale molto bello e altrettanto famoso è  sicuramente l‘Instant, che si trova   a Pest, precisamente nel quartiere ebraico,  connotandosi per gli spazi enormi e le luci psichedeliche che vengono azionate dagli stessi avventori con un pulsante. Ha un palco, uno spazio all’aperto e una miriade di oggetti appesi ovunque.

Non lontano poi vi sono l‘ Ellátó Kert, il Grandio Bar, il Fogas Há e l’Anker’t. Più distante è invece Dürer Kert, ma si tratta comunque di locali essenzialmente estivi con ampi spazi all’aperto. Sinceramente sono sì  carini, ma da un punto di vista stilistico non al livello dei primi due citati.

Ve ne sono poi molti altri. Quelli più di tendenza sono monitorati e riportati  dal sito ruinpubs.com , ma si tratta perlopiù di locali fuori dal centro di Budapest frequentati dagli indigeni dove si dà prevalenza al cibo, alle attività da fare e all’assenza…di fastidiosi turisti stranieri. A volte sono delle vere e proprie baracche lungo il Danubio e tra questi c’è anche un pub messicano che fa tortillas particolari. E’ carino, ma non credo che vogliate andare a Budapest per mangiare tortillas!

Per questo il mio consiglio è di non fare gli alternativi e frequentare, per una volta, i locali in cui vanno i turisti:  andate al  Szimpla Kert e all‘ Instant e non sbagliate.

Tanto più che, camminando per il quartiere ebraico, non si farà fatica a trovare qualche locale particolare in cui fare una sosta, anche perché a volte persino i ristoranti che servono piatti tipici  nell’arredamento sono influenzati dallo stile che connota i ruin pubs.

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4 commenti

  1. Sono stato a Budapest nel 1992 e non vi era traccia di questo tipo di locali, nonostante comunque si respirasse la voglia di allontanarsi dallo stile sovietico. Stavano nascendo negozi di moda italiana, sorgevano i primi negozi e locali che timidamente si ispiravano al mondo occidentale. Ma ancora era troppo pensante nel 1992 l’ombra dell’ex URSS.

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