Prendete un Narrabondo qualsiasi che è appena arrivato a Napoli in treno dopo un lungo, lunghissimo viaggio oltreoceano in cui ha girato zaino in spalla senza sosta e non si è potuto fare nemmeno la barba. Secondo voi, dove pensate che voglia andare?
Esatto, a mangiarsi una bella pizza.
E siccome nei dintorni della stazione di Napoli c’è Pellone, una pizzeria rinomata per le pizze giganti, il Narrabondo in questione non ci ha pensato due volte a chiedere a chi era venuto gentilmente a prenderlo alla stazione di portarlo lì hic et nunc.
La zona in cui si trova, per la verità, soprattutto la sera, non induce a uscire. Anzi diciamo pure che l’area che va dalla stazione centrale a piazza Nazionale è una delle più degradate della città. Eppure, se nonostante questo aspetto, da Pellone la fila c’è sempre, qualcosa vorrà pur dire, no?
Così, dopo una invero breve attesa, ci siamo accomodati.
Il servizio è molto alla buona, anzi diciamo pure che nel mio caso è apparso fin troppo rude ( sic!!!!!). Oltre alle posate, “la dotazione” del commensale contempla bicchieri di plastica e tovaglietta di carta come ormai si usa fare in molte pizzerie “popolari” di Napoli.
Io, menù alla mano, dopo aver constatato che i prezzi sono un tantinello fuori mercato, ordino il pezzo forte della casa: la pizza fritta.
Passano non più di cinque minuti e me ne arriva una enorme, una talmente enorme da non riuscire ad essere contenuta nel piatto. Rido a 32 denti per la felicità. Una pizza fritta così me la sono sognata per molto tempo.
Eppure lo stupore per l’effetto scenografico viene subito meno non appena do il primo morso e constato che la pizza in questione non è buona come appare. Anzi diciamo pure che gli ingredienti e, in particolare la mozzarella, non sono gustosi come speravo. La verità? Ci sono rimasto male.
Insomma, l’ho mangiata tutta ma senza la soddisfazione che auspicavo. E’ stata una buona pizza, per carità, ma non eccellente come farebbe pensare “il blasone” che Pellone si è creato.
Tanto più che i prezzi, come già accennato, non sono parametrati alla zona in cui si trova, ma a quelli di locali del Vomero in cui il servizio è garbato e di certo non ti danno né la tovaglietta di carta, né il bicchiere di plastica.