Bath, Oxford, Southampton

BATH

Bath è una cittadina inglese molto piccola e molto elegante famosa per le cure termali. E’ a due passi da Bristol e si trova su un altipiano. Le terme romane sono sicuramente il monumento principale della città ed è curioso notare che gli inglesi ci abbiano tranquillamente costruito sopra. Le terme, infatti, sono ad almeno 15 metri sotto il livello della strada e vi si accede attraverso un salone in stile vittoriano. Successivamente merita una visita l’attigua cattedrale. Qui – nota personale – ho notato numerose foto e attività afferenti al cammino di Santiago, nonché alcune conchiglie sulle pareti. Volendo proseguire la visita, si può attraversare il ponte che riproduce il ponte vecchio di Firenze. Nei dintorni c’è anche una museo in stile neogotico che sembra interessante. Un viale pieno di palazzi interamente bianchi mi riconduce in centro e mi permette di arrivare fino ad una piazza circolare e al Crescent, da cui inizia un parco ad dir poco spettacolare. Rimarrei un altro po’, ma è l’autobus per tornare sta per partire e – purtroppo –  in Inghilterra il biglietto di ritorno va acquistato in anticipo.

Cinque ore, comunque, sono bastate.

n.b.  Per spendere poco, si possono mangiare dei pastries (rustici) con circa un pound. Sono buonissimi e sono un’ottima alternativa agli hamburgers dei pubs.

Oxford.

 

E’ il mio ultimo giorno di permanenza in Inghilterra e sono abbastanza scocciato. Ho visitato tante volte questo stato e non mi ha regalato nessuna emozione. Detesto la ripetitività e qui – da secoli – costruiscono sempre alla stessa maniera e senza alcun estro:  ogni cittadina, in genere, sorge su un fiumiciattolo ed è piena di parchi;  le casette sono tutte uguali e in ogni via principale si trovano sempre le stesse catene di negozi; ogni Chiesa è gotica e ha il suo bel praterello attorno.  In questo mio tour non ci sono state eccezioni degne di nota e ho ritrovato la stessa l’Inghilterra che avevo vissuto 10 anni fa.

 

Southampton, la città da cui provengo, non fa eccezione.

Ha un centro abbastanza squallido privo di qualsiasi interesse e in cui lo stile di vita ha abbrutito del tutto le persone  rendendole delle macchine inespressive.

Nel pullman sul quale sto viaggiando non vola una mosca e io  – soprattutto per fare spazio nello zaino – decido di offrire alla ragazza seduta dietro di me uno dei pacchetti di patatine che mi porto dietro.

In Italia quasi nessuno accetterebbe una tale offerta da uno sconosciuto, ma in Inghilterra – invece – alle patatine non sanno mai dire di no e, infatti, Alex – questo è il nome della ragazza – le afferra immediatamente iniziando a fagocitarle.

 Quando arrivo ad Oxford ho la netta sensazione di essere in una cittadina che definire triste è puramente eufemistico. Tanto per cambiare i colleges sono tutti abbastanza ripetitivi e io ne riesco a spiare un paio entrando anche nell’area riservata agli studenti,

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