Diario di viaggio. La Dingle peninsula e il ring of Kerry in bicicletta.

Prima tappa

 Killarney – Dingle, 95 km circa.

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Fremo.  Ieri sono arrivato a Killarney in tarda serata e ho scoperto il paesino più allegro e vivace d’Irlanda,  ma la verità è che non vedo l’ora di iniziare il mio primo viaggio in bicicletta. Chissà come sarà montare su una bici dopo tanti anni! E chissà se avrò problemi  a rimanere sulla corsia di sinistra! Appena O’ Sullivan apre sono il primo cliente ad entrare. Il tempo di scegliere una bici e preparare l’equipaggiamento e sono già pronto  per la nuova avventura. Il panorama fino a Tralee non è molto interessante, anzi a dire il vero è persino abbastanza monotono, però sono felice lo stesso.  Già mantenere un buon ritmo nella pedalata e aver sciolto i muscoli è per me motivo di grande soddisfazione. Per questo prendo tutto ciò che il percorso offre con il massimo entusiasmo. Tanto più che, dopo i primi 40 km, gli scorci iniziano a farsi molto più interessanti.

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Peccato solo che, per oltre un’ora, non incontri alcun centro abitato e, anche solo per comprare un po’ d’acqua, mi tocca fermarsi in un posto sfigatissimo in mezzo al nulla gestito da un indiano che raramente vede un cliente. La stanchezza, intanto, inizia a farsi sentire e, pur essendo ripagata dalla bellezza della Brandon Bay, inizia a preoccuparmi. E’, infatti, proprio quando devo attraversare il Connor Pass che vado in affanno e finisco per essere emotivamente travolto dalla nebbia che rende la visibilità pari quasi a zero. Sembra di stare in alta montagna e, invece, sono solo a poche centinaia di metri di altitudine. E’ per questo motivo che, dopo 6 km di salita, saluto come una grande conquista la vetta del passo e poi, subito dopo, affronto con la massima prudenza gli altrettanti chilometri di discesa  che mi separano da Dingle (non c’è parapetto ed è meglio non forzare). Il paesello di 1000 anime che dà il nome a tutta la penisola è, per il resto, un simpatico centro di pescatori che ultimamente si è votato quasi esclusivamente al turismo. Il suo simbolo è Fringe, un delfino che sorprendentemente ha deciso di vivere in queste acque. Eppure, nonostante tante belle premesse, è un paese che non balla, anzi – a dirla tutta – mi annoia.  Si vede che sto somatizzando il clima irlandese.

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Seconda tappa

 Dingle – Glenbeigh, 100 km circa.

La   slea head  drive è un circuito di circa 25-30 km che permette di fruire del miglior panorama della Dingle peninsula. E’ un percorso eterogeneo, vivace e divertente che inizia e finisce attraversando il ponte di Dingle e dopo il quale è possibile imbattersi in  scogliere selvagge, baie eleganti e cottages sospesi in mezzo alla nebbia. Ventry, in questo senso, è il primo bell’incontro con cui faccio le presentazioni e prelude ad una costa scoscesa piena di scorci interessanti che inducono continuamente a lasciare il tracciato e a perdersi in qualche stradina diretta al mare. Purtroppo, da stamattina, piove copiosamente e le nuvole non hanno intenzione di smetterla. Per questo sono oltremodo contrariato dalla circostanza che i cartelli stradali siano esclusivamente in gaelico e, per tale motivo, mi confondano non poco. Sono, a dirla tutta, quasi più arrabbiato del mare increspato che si infrange violentemente contro le rocce. Pedalare in queste condizioni non è molto piacevole. Alla fine del percorso, per tornare a Dingle, ci sono circa 5 km di salita e poi, subito dopo, una gran bella discesa. Chissà come mai tutte le strade che portano a Dingle sono in discesa! Appena ritornato in città faccio rifornimento e consumo il mio pranzo, poi il più alla svelta possibile monto sulla bicicletta sapendo di dover affrontare almeno altre 3 ore in sella. Le macchine, purtroppo, sfrecciano a tutta velocità al mio lato (e la cosa mi dà non poco fastidio), ma è anche vero che gli irlandesi  hanno un gran rispetto per i ciclisti e non fanno mai un sorpasso troppo pericoloso. Ciò fermo restando, il percorso si fa davvero entusiasmante a partire da Annascual, allorquando attraverso un bosco bellissimo, una strada che riporta al lato del mare e la spiaggia di Inch.  Dopodiché ci sono Castlemaine, Miltown, Killorgin con il suo bellissimo ponte e Glebeigh, dove pure l’arrivo è in discesa. Qui conosco Nicole ( belga) e Hans (tedesco). Li conosco nel modo più strano possibile, ovvero

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mentre sto mangiando  nel pub del paese. Nel vedermi Hans  mi saluta, si presenta, mi presenta Nicole – che anche lui ha appena conosciuto – si siede al  mio tavolo e si  autoinvita per una birra. E’ solo la prima di una lunga serie che mi rivelano una personalità eccentrica quanto esilarante. Hans è un tedesco davvero atipico capace di conoscere chiunque nel pub.  Nicole, invece, è – come giusto che sia – più riservata e sta vivendo, per la prima volta in vita sua,  l’esperienza di un viaggio in solitaria. Con entrambi trascorro, insomma, il mio sabato sera alternativo. Anzi a dire il vero al gruppuscolo va aggiunto anche Macek, un polacco che vive in Irlanda, nonché latore di una simpatia contagiosa. E’ grazie a loro se riesco, per un attimo, a dimenticare che – per via della pioggia – il mio cellulare non funziona più.

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Terza tappa

Glenbeigh – Portmagee, 50 km circa.

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La pioggia non mi abbandona mai.

E manco la nebbia.

Ma nulla può fermare l’emozione di passare per Cahersiveen, il paese in cui è nato uno dei miei miti: Daniel ‘O Connell.

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Egli, grazie al consenso popolare di cui godeva, riuscì a farsi eleggere deputato nonostante l’esistenza della legge che vietava ai cattolici  di essere eletti in Parlamento. La sua testimonianza e il suo coraggio diedero così una nuovo impulso alla questione irlandese tale che, pochi decenni dopo, l’isola verde raggiunse la sua indipendenza.20160718_130224

Ad ogni modo, subito dopo Cahersiveen, abbandono il tracciato del ring of Kerry(anche se solo per una deviazione 10 km) per dirigermi a Portmagee, il paese più bello che finora abbia visto. Oltre al suo incantevole porticciolo, è possibile anche esplorare il bellissimo profilo della isola di Valencia, collegata alla terraferma da un ponte spettacolare. Qui, tra l’altro, conosco anche una famiglia spagnola di Toledo e con cui condivido l’idea che da queste parti non c’è molto divertimento, ma è una mancanza a cui si ovvia facilmente grazie alla solennità del paesaggio.

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Sennonché  gli agenti atmosferici avversi, nella specie la nebbia   più che inclemente, mi impediscono di vedere  le cliffs of Kerry e io, piuttosto interdetto, vengo rimbalzato dal guardiamo proprio all’ingresso. Che rabbia!

Quarta tappa

 Portmagee – Kenmare, 98 km

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Mai disperare nella vita. Se ieri il tempo era pessimo, oggi è uscita una giornata talmente bella che gli stessi irlandesi non riescono a ricordare con quale altro giorno paragonarla. E, per quanto è di mio interesse, la nebbia è sparita! Tanto è vero che, appena in sella,  vado subito a visitare il promontorio delle Cliffs of Kerry da cui si vede il canale di Portmagee, l’isola di Puffin, le isole Skelling o l’isola di Valencia.

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Si tratta di una magnificenza lirica  talmente unica da riconciliarmi col mondo. E’, quindi, con estrema soddisfazione che mi rimetto sul tracciato del ring of Kerry pedalando a ritroso per una decina di chilometri, salvo poi fare rotta verso Waterville, dove – una volta arrivato – capisco perché era il luogo di villeggiatura preferito da Charlie Chaplin.

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Dopo Waterville inizia una bella salita e con essa il tratto più bello di tutto il ring of Kerry.  Dalla sommità del passo, infatti, si vede tutta la costa e contestualmente anche gli isolotti prospicienti. Appena il tempo di fruire di una lunga discesa che Caherdaniel si regala in tutta la sua caraibica eloquenza invogliando persino i più freddolosi ad un bagno nel suo mare cristallino. Eppure pochi chilometri più in là il panorama cambia di nuovo radicalmente e ritorna quasi dolomitico.

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E’ così  con gli occhi pieni di bellezza che arrivo a Kenmare, un altro bel e allegro paesino pieno di vita. Qui conosco altri due tedeschi molto atipici, Lea e Heinrich, che stanno percorrendo il ring of Kerry….a piedi. I due tentano invano anche di invitarmi a fare un bagno nel fiume, ma alla fine sono io a trascinarli nel pub. E’ stata una giornata troppo bella per non festeggiarla come merita.

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Tappa 5

 Kenmare – Killarney, 38 km

L’attraversamento del passo di Foardal mi permette di immergermi da subito nello stupendo parco nazionale di Killarney, parco che si sviluppa lungo diecimila ettari di territorio, in cui mi concedo diverse digressioni lungo i sentieri meno accessibili, in particolare al lato dei laghi   Muckross e Lough leane. Qui, quasi in prossimità di Killarney, mi imbatto poi nel castello di Ross. Sinceramente mi spiace aver concluso la mia esperienza così presto e vorrei quasi non lasciare mai il ring. Per questo motivo, dopo aver riconsegnato la bicicletta a Killarney da ‘O Sullivan, me ne vado in un pub fino a notte inoltrata. In fondo c’è sempre un motivo per andare al pub.

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3 commenti

  1. […] L’ho fatto non sulla mia stupenda bici da corsa, che colpevolmente sto lasciando da anni in compagnia delle ragnatele, ma  – per evitare problemi di trasporto – con una bici presa a noleggio in loco. Di questa piccola impresa ho già raccontato in questo post dal punto di vista informativo e logistico, nonché nel mio mio diario di viaggio  […]

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