
Per me quella di sabato scorso è stata davvero una giornata noiosa, un’interminabile giornata inframmezzata solamente da un panino a metà giornata e da un treno che non arrivava mai. Poi sono arrivato nella gloriosa Cava de’ Tirreni, dove anime pie sono venute a prendermi in macchina direttamente alla stazione e mi hanno consentito di fruire di un mezzo di trasporto più celere per tornare a casa. Prima però di concludere l’itinerario, Alberto – la cui passione per la cucina è tale da essere quantomeno correo per la lievitazione della mia pancia – ha tirato fuori dal cilindro un ristorantino aperto da poco più di due anni situato proprio nel centro della città in via Andrea Guerritore 7/9.
Innanzitutto c’è da dire che, appena si varca l’ingresso di questo locale, si ha la netta sensazione di aver attraversato una porta spazio – temporale che catapulta gli avventori in un’antica taverna un po’ carbonara. Il ristorante in questione, più in particolare, è costituito da un ambiente principale dal quale è possibile sbirciare la brace a vista situata al centro, nonché da un piano ammezzato più intimo e nascosto. Vi si avverte un generale e gradevole senso di accoglienza, ma soprattutto la curiosità per un ritrovo che potrebbe regalare qualsiasi tipo di sorpresa.
Che significa votacannuol?
Ce lo ha gentilmente spiegato una delle persone che lavora nel locale. In sintesi la storia è questa: nel 1460, al culmine dello scontro tra l’esercito angioino – appoggiato dalla nobiltà nocerina e salernitana – e gli aragonesi, Cava de’ Tirreni fu l’unica a schierarsi con quest’ultimi. Cosicché, all’esito della battaglia, il re di Napoli Ferrante d’Aragona, per ringraziare la città che gli era rimasta fedele, consegnò ai rappresentanti di quest’ultima una pergamena riconoscendogli la facoltà di avanzare liberamente una richiesta. La città di Cava, tuttavia, in segno di deferenza, non avanzò mai alcuna richiesta e la pergamena rimase immacolata. Colpito ancora una volta da questo gesto, allora Ferrante consegnò un’altra missiva in cui concesse una serie di privilegi ai cittadini di Cava, tra cui quello di non pagare gabelle nel vendere e nell’acquistare in tutto il Regno. Da quel momento in poi i cavesi furono denominati votacannuole (“voltacannoli”) perché il “cannuolo” era il documento racchiuso a “cilindro” che i commercianti cavesi esibivano ogni volta che dovevano avvalersi del privilegio.
Ecco, dopo questa pregevole parentesi storica – che esprime sicuramente la chiara rivendicazione di appartenenza del locale – trovo giusto tornare ad un argomento meno impegnativo qual è la descrizione della mia esperienza mangereccia.
Più in particolare, ho trovato molto simpatico dover estrarre il menù da un “cannuolo”.
Le proposte, per quanto riguarda gli antipasti, sono costituite da : a) salumi e formaggi vari; b) una bietola con provola e pomodoro del piennolo; c) carciofi finto arrosto con pancetta e caciocavlallo; d) un crostino con ricotta mantecata e composta di fichi; e) una vellutata di patate aaramotizzate all’erba cipollina; f) un timballetto di porro e paprika dolce; f) dal per me dirimente “de lo sindaco”, ovvero un assaggio di tutte le portate che ho testé elencato.

L’ho però trovato un po’ troppo ingenuo. Eppoi che ci azzecca il riso venere? Buono invece il timballo.
Per quanto riguarda i primi va poi evidenziata la possibilità sia di scegliere la porzione vera e propria che un semplice assaggio in modo da provare più primi.
Le proposte anche qui sono interessanti: candela spezzata alla genovese di manzo, risotto all’aglianico e fonduta di caciocavallo, risotto con vellutata di carciofi provola e prosciutto croccante linguine allo scarpariello, spaghetti aglio olio e peperoncino con fonduta di caciocavallo, ravioli al ragù di chianina e fusilli con crema di ceci al rosmarino.
Il punto forte del locale però è, a dirla tutta, l’enorme brace al centro.
Sarebbe un grosso peccato, a mio parere, uscire da questo locale senza aver provato la loro carne alla brace. Nello specifico la costata, la bistecca, il cosciotto di pollo, la salsiccia e soprattutto un grandioso filetto da sognarsi anche la notte. Ci sono anche altre alternative invitanti a essere onesti ( filetti d maiale e di manzo, hamburger, tagliate, guance, pollo ripieno), ma la carne alla brace per me è a prescindere sempre la più buona in assoluto.
Dispiace però che non ci sia consapevolezza del peso della bistecca e di ciò che poi si andrà a spendere. Ecco, su questo bisogna stare cauti.

Con molto rammarico, invece, non ho trovato degno del resto del pasto il dolce, mi riferisco in particolare allo spumone ai frutti di bosco e al cannolo, per me troppo stonati rispetto ai sapori sinceri delle portate che lo hanno preceduto.
- Valutazione di Votacannuol : 6
Ciò detto, l’esperienza da Votacannuol ha aspetti negativi e aspetti positivi. Gli aspetti positivi riguardano la location originale, il senso di accoglienza e la qualità della carne. Gli aspetti rivedibili invece sono tutti incentrati su una cucina non a livello e prezzi che francamente ritengo rivedibili.