E’ vero, non si finisce mai di visitare Roma. Resta però fermo che uno dei suoi luoghi più suggestivi è l’abbazia delle Tre Fontane. Si trova in località Aquae Salviae sulla via Laurentina, non lontano dall’Eur, ma in un punto tanto ameno e in un’atmosfera di tale pace da non sembrare in centro città. Sembra assurdo dirlo, ma – se a 200 metri di distanza regna il traffico – appena si intravede il complesso monastico ogni rumore svanisce. E così ci si immerge in qualcosa di mistico e altrettanto potente. L’abbazia, più in particolare, fa parte dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza ed è l’unico complesso tenuto dai trappisti che abbia per l’appunto il titolo di abbazia. Peraltro si tratta di uno dei 12 birrifici al mondo che producono autentica birra trappista.
- Perché si chiama abbazia delle tre fontane ?
Fatta questa doverosa premessa, è lecito chiedersi quale sia l’origine del nome abbazia delle tre fontane. Il nome trae spunto dalla circostanza che l’abbazia sia stata stata costruita nel luogo del martirio di San Paolo, santo che è stato decapitato qui il 29 giugno del 67 d.c.. Una volta recisa, la testa sarebbe rimbalzata per tre volte e ad ogni urto avrebbe fatto sgorgare una fonte d’acqua.

- Il complesso, le tre Chiese.
Non si sa di preciso quando sia stato costruito il complesso, ma si sa che nel VII secolo vi si era stabilità una comunità greco- armena alla quale l’imperatore Eraclio invitò in dono la testa del martire persiano Sant’Anastasio. Si sa poi che i giacobini francesi nel 1808 – come fecero in tanti altri luoghi della cristianità – saccheggiarono l’abbazia disperdendone il patrimonio, a tal punto che la struttura andò in rovina fino al 1867, allorché – in occasione del diciottesimo centenario del martirio di San Paolo – il Papa trovò i fondi necessari per effettuare il restauro.
Oggigiorno – come ho scritto in precedenza – appena si entra nel complesso, si percepisce sin da subito di essere in un luogo ameno. Basta del resto passare sotto il cosiddetto arco di Carlo Magno per ammirare, in tutta la loro bellezza, la facciata di tre Chiese per raggiungere le quali bisogna attraversare un piccolo viale.
Tra queste la più antica è la Chiesa di Sant’Anastasio e San Vincenzo. La stessa – risalente al XII sec. – conserva le reliquie del già citato Anastasio e di San Vincenzo di Saragozza. E’ costruita in laterizio ed è in uno stile sobrio, quasi severo. Abbiamo poi Santa Maria Scala Coeli, dove esisteva il più antico oratorio del complesso ed è stata costruita, tra il 1582 e il 1584, l’attuale Chiesa.
Infine abbiamo la Chiesa di San Paolo alla tre fontane, costruita nel XVI sec. su progetto di Giacomo della Porta lì dove vi erano tre edicole posizionate sopra le tre sorgenti d’acqua. Le tre fonti, secondo quanto scrive Baccio, erano “crassae, fumosae et cum aliquali tepore”. Accanto alla prima è peraltro visibile la colonna dove San Paolo venne tenuto legato per la decapitazione.
Visto che i monaci vivono tuttora in clausura, l’abbazia non è visitabile nel suo complesso. E’, tuttavia, possibile trascorrervi un periodo di ritiro spirituale chiedendo accoglienza. Inoltre il sito https://www.abbaziatrefontane.it/ spiega molto delle attività portate avanti dai monaci.
- Informazioni utili
- Il complesso delle Tre Fontane è accessibile tutti i giorni dalle 6:30 alle 20:45.
- La Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio osserva il seguente orario: 6:30 alle 20:45
- La Chiesa di Santa Maria Scala Coeli è aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:30
- La Chiesa di S. Paolo al Martirio è aperta tutti i giorni dalle 7:30 alle 20:00
Nel prossimo post dedicato a Roma mi piacerebbe parlare di Eur. Chissà se ce la faccio a breve…
P.S. Se vi fa piacere, vi invito a leggere il mio post su Tivoli. Al suo interno ovviamente trovate un focus su villa Adriana e villa d’Este.